L'articolo è scritto a conclusione del restauro della fontana Maggiore di Perugia e descrive l'importante esperienza progettuale e di cantiere svolta dal gruppo di tecnici del quale ha fatto parte Antonio Pugliano. Nell'articolo sono semplificati i temi fondamentali e, soprattutto la metodologia della progettazione. In particolare sono descritti gli esiti dello studio prolungato del monumento che ha permesso di individuare puntualmente i limiti e le incongruenze tecniche e formali degli interventi precedenti, che sono stati corretti restituendo alla fontana le sue caratteristiche costruttive e strutturali originarie. Ciò è stato ottenuto essenzialmente attraverso due linee principali di intervento: da un lato tramite la definizione e la localizzazione degli interventi di riparazione delle componenti lapidee, dall'altro grazie alle opere di rinforzo della compagine strutturale del monumento. Il taccuino di cantiere, redatto da Antonio Pugliano contestualmente allo sviluppo delle attività esecutive di cantiere, al fine di guidare le realizzazioni e per documentarle, esprime compiutamente la cura posta dai progettisti nello studio della fontana; lo studio si sviluppa a partire dalla rappresentazione dello stato di fatto, in tutti i suoi dettagli costruttivi, fino alla ricostruzione delle fasi storiche di montaggio. La conoscenza, delle tecniche proprie del cantiere tradizionale si rivela ancora una volta essenziale per la correttezza delle scelte di intervento siano esse in analogia con quelle storiche o caratterizzate dall’impiego di tecniche avanzale, comunque compatibili con le caratteristiche fisico-materiche del manufatto. Si tratta in ogni caso di scelte basate sulla comprensione e valutazione dell’efficacia delle tecnologie originali di realizzazione della fontana. La stessa qualità progettuale deriva quindi dalla correttezza dell’iter progettuale che si identifica con una metodologia in grado di trascrivere i dati di conoscenza acquisiti in un coerente programma di interventi, fino alla loro concreta realizzazione e alla programmazione delle operazioni di manutenzione successive al cantiere di restauro. Tale coerenza è da leggersi anche nei confronti degli assunti teorici e delle dichiarazioni d’intenti dei progettisti, laddove gli stessi sottolineano la volontà di "conservazione dei significati formali, tipologici e costruttivi", alla ricerca della "massima compatibilità filologica con il contesto materiale preesistente".

Pugliano, A. (1999). Fontana Maggiore di Perugia. Il restauro come riconoscimento e ripristino della struttura originaria. RECUPERO E CONSERVAZIONE, 30, 54-62.

Fontana Maggiore di Perugia. Il restauro come riconoscimento e ripristino della struttura originaria.

PUGLIANO, Antonio
1999-01-01

Abstract

L'articolo è scritto a conclusione del restauro della fontana Maggiore di Perugia e descrive l'importante esperienza progettuale e di cantiere svolta dal gruppo di tecnici del quale ha fatto parte Antonio Pugliano. Nell'articolo sono semplificati i temi fondamentali e, soprattutto la metodologia della progettazione. In particolare sono descritti gli esiti dello studio prolungato del monumento che ha permesso di individuare puntualmente i limiti e le incongruenze tecniche e formali degli interventi precedenti, che sono stati corretti restituendo alla fontana le sue caratteristiche costruttive e strutturali originarie. Ciò è stato ottenuto essenzialmente attraverso due linee principali di intervento: da un lato tramite la definizione e la localizzazione degli interventi di riparazione delle componenti lapidee, dall'altro grazie alle opere di rinforzo della compagine strutturale del monumento. Il taccuino di cantiere, redatto da Antonio Pugliano contestualmente allo sviluppo delle attività esecutive di cantiere, al fine di guidare le realizzazioni e per documentarle, esprime compiutamente la cura posta dai progettisti nello studio della fontana; lo studio si sviluppa a partire dalla rappresentazione dello stato di fatto, in tutti i suoi dettagli costruttivi, fino alla ricostruzione delle fasi storiche di montaggio. La conoscenza, delle tecniche proprie del cantiere tradizionale si rivela ancora una volta essenziale per la correttezza delle scelte di intervento siano esse in analogia con quelle storiche o caratterizzate dall’impiego di tecniche avanzale, comunque compatibili con le caratteristiche fisico-materiche del manufatto. Si tratta in ogni caso di scelte basate sulla comprensione e valutazione dell’efficacia delle tecnologie originali di realizzazione della fontana. La stessa qualità progettuale deriva quindi dalla correttezza dell’iter progettuale che si identifica con una metodologia in grado di trascrivere i dati di conoscenza acquisiti in un coerente programma di interventi, fino alla loro concreta realizzazione e alla programmazione delle operazioni di manutenzione successive al cantiere di restauro. Tale coerenza è da leggersi anche nei confronti degli assunti teorici e delle dichiarazioni d’intenti dei progettisti, laddove gli stessi sottolineano la volontà di "conservazione dei significati formali, tipologici e costruttivi", alla ricerca della "massima compatibilità filologica con il contesto materiale preesistente".
1999
Pugliano, A. (1999). Fontana Maggiore di Perugia. Il restauro come riconoscimento e ripristino della struttura originaria. RECUPERO E CONSERVAZIONE, 30, 54-62.
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