Multilevel Governance and Inter-Municipal Action in the Agglomeration of Lyon Inter-municipal action boasts a centuries-old tradition in France, as an antidote to the administrative fragmentation that developed in the wake of the Revolution from the institution of no less than 38,000 municipalities, designed as garrisons of democratic ideals. With the institution of the “urban communities” under the form of the Etablissements publics de coopération intercommunale (EPCI), with legally established responsibilities, the initial mandate of a “federative” inter-municipality, or a “specific taxation”, called upon “to perform together better and at lesser costs to taxpayers those obligations that each municipality on its own could not perform or would perform worse and at higher costs” (the sharing of means), was incorporated within a “territorial project”, that is, a more ambitious vision of the common destiny of the society involved (the sharing of ends). This evidently raises the delicate question of the forms of representation of single local entities within a society of reference with mobile frontiers, resulting from progressive voluntary adhesions. Beginning in the 1990s, a number of legislative instruments were developed to increase inter-municipal action: the Loi Chevènement provided inter-municipal groupings with fiscal resources for the implementation of integrated competences of economic, social and urban development; the Loi d’Orientation sur l’Aménagement et le Développement Durable du Territoire imposed the “project de territoire” as the expression of a federalist vision constructed through voluntary adhesion and the contractualisation of policies; the Loi Solidarité et Renouvellement urbains offered incentives to urban planning through the Schéma de cohérence territoriale SCOT (substituting the Schéma directeur d’aménagement et urbanisme) and the Plan local d’urbanisme PLU (substituting the Plan d’occupation du sol). The metropolitan area of Lyon, provided with a SCOT, represents an ideal fieldwork to test some relevant governance issues, such as: • subsidiarity and transparency in the decision making process; • the crucial dilemma between “project” and “process”.

L’intercomunalità vanta in Francia una tradizione secolare, come antidoto alla frammentazione amministrativa originata all’indomani della Rivoluzione dalla istituzione di ben 38.000 comuni posti a presidio degli ideali democratici. Con l’avvio delle “comunità urbane” sotto forma di Etablissements publics de coopération intercommunale (EPCI), con competenze stabilite per legge, il mandato iniziale di una intercomunalità “federativa”, o “a fiscalità propria”, chiamata “a svolgere insieme meglio e a costi minori per il contribuente compiti che ogni comune da solo non potrebbe svolgere o svolgerebbe peggio e a costi più elevati” (comunità di mezzi), viene incorporato entro una visione più ambiziosa del destino comune delle collettività interessate che sia matrice di un “progetto di territorio” chiamato a rafforzarne la coesione (comunità di fini). Ciò pone la delicata questione delle forme di rappresentanza degli enti locali presso collettività di riferimento con frontiere mobili nel tempo e nello spazio. A partire dal 1990, una serie di strumenti legislativi sono stati sviluppati per sostenere l’azione intercomunale: la loi Chevènement ha garantito autonome risorse fiscali ai comuni federati per l'attuazione di competenze integrate di sviluppo economico, sociale e urbano, la Loi d'Orientation sur l'Aménagement et le Développement Durable du Territoire ha imposto il "progetto de territoire" come espressione di una visione federalista costruita attraverso l'adesione volontaria e la contrattualizzazione delle politiche, la Loi Solidarité et Renouvellement urbains ha offerto incentivi alla pianificazione urbana attraverso lo Schéma de cohérence territoriale SCOT (in sostituzione dello Schéma directeur d'aménagement et urbanisme) e il Plan local d'urbanisme PLU (in sostituzione del Plan d'occupation du sol). La Grande Lione, dotata di uno SCOT, rappresenta un caso di particolare rilevanza per testare alcune questioni di governance, come ad esempio: • la sussidiarietà e la trasparenza del processo decisionale; • il dilemma cruciale tra "progetto" e "processo".

Palazzo, A.L. (2011). Governance multilivello e intercomunalità nell’agglomerazione lionese. URBANISTICA, 145.

Governance multilivello e intercomunalità nell’agglomerazione lionese

PALAZZO, Anna Laura
2011-01-01

Abstract

Multilevel Governance and Inter-Municipal Action in the Agglomeration of Lyon Inter-municipal action boasts a centuries-old tradition in France, as an antidote to the administrative fragmentation that developed in the wake of the Revolution from the institution of no less than 38,000 municipalities, designed as garrisons of democratic ideals. With the institution of the “urban communities” under the form of the Etablissements publics de coopération intercommunale (EPCI), with legally established responsibilities, the initial mandate of a “federative” inter-municipality, or a “specific taxation”, called upon “to perform together better and at lesser costs to taxpayers those obligations that each municipality on its own could not perform or would perform worse and at higher costs” (the sharing of means), was incorporated within a “territorial project”, that is, a more ambitious vision of the common destiny of the society involved (the sharing of ends). This evidently raises the delicate question of the forms of representation of single local entities within a society of reference with mobile frontiers, resulting from progressive voluntary adhesions. Beginning in the 1990s, a number of legislative instruments were developed to increase inter-municipal action: the Loi Chevènement provided inter-municipal groupings with fiscal resources for the implementation of integrated competences of economic, social and urban development; the Loi d’Orientation sur l’Aménagement et le Développement Durable du Territoire imposed the “project de territoire” as the expression of a federalist vision constructed through voluntary adhesion and the contractualisation of policies; the Loi Solidarité et Renouvellement urbains offered incentives to urban planning through the Schéma de cohérence territoriale SCOT (substituting the Schéma directeur d’aménagement et urbanisme) and the Plan local d’urbanisme PLU (substituting the Plan d’occupation du sol). The metropolitan area of Lyon, provided with a SCOT, represents an ideal fieldwork to test some relevant governance issues, such as: • subsidiarity and transparency in the decision making process; • the crucial dilemma between “project” and “process”.
2011
L’intercomunalità vanta in Francia una tradizione secolare, come antidoto alla frammentazione amministrativa originata all’indomani della Rivoluzione dalla istituzione di ben 38.000 comuni posti a presidio degli ideali democratici. Con l’avvio delle “comunità urbane” sotto forma di Etablissements publics de coopération intercommunale (EPCI), con competenze stabilite per legge, il mandato iniziale di una intercomunalità “federativa”, o “a fiscalità propria”, chiamata “a svolgere insieme meglio e a costi minori per il contribuente compiti che ogni comune da solo non potrebbe svolgere o svolgerebbe peggio e a costi più elevati” (comunità di mezzi), viene incorporato entro una visione più ambiziosa del destino comune delle collettività interessate che sia matrice di un “progetto di territorio” chiamato a rafforzarne la coesione (comunità di fini). Ciò pone la delicata questione delle forme di rappresentanza degli enti locali presso collettività di riferimento con frontiere mobili nel tempo e nello spazio. A partire dal 1990, una serie di strumenti legislativi sono stati sviluppati per sostenere l’azione intercomunale: la loi Chevènement ha garantito autonome risorse fiscali ai comuni federati per l'attuazione di competenze integrate di sviluppo economico, sociale e urbano, la Loi d'Orientation sur l'Aménagement et le Développement Durable du Territoire ha imposto il "progetto de territoire" come espressione di una visione federalista costruita attraverso l'adesione volontaria e la contrattualizzazione delle politiche, la Loi Solidarité et Renouvellement urbains ha offerto incentivi alla pianificazione urbana attraverso lo Schéma de cohérence territoriale SCOT (in sostituzione dello Schéma directeur d'aménagement et urbanisme) e il Plan local d'urbanisme PLU (in sostituzione del Plan d'occupation du sol). La Grande Lione, dotata di uno SCOT, rappresenta un caso di particolare rilevanza per testare alcune questioni di governance, come ad esempio: • la sussidiarietà e la trasparenza del processo decisionale; • il dilemma cruciale tra "progetto" e "processo".
Palazzo, A.L. (2011). Governance multilivello e intercomunalità nell’agglomerazione lionese. URBANISTICA, 145.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/145892
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