Il fondamento di questa proposta si basa su una discriminante precisa e chiara: è necessario il superamento dell’idea della formazione, e soprattutto di un allievo in età compresa fra i nove e i quindici anni, come di un percorso durante il quale ci si auspica di far apprendere il maggior numero di informazioni e conoscenze; pur essendo indispensabili e quindi da ritenere e possedere nel tempo, anche le nozioni e i dati devono essere superati perché il processo di apprendimento sia un itinerario dinamico che a) si serva di contenuti, informazioni e conoscenze come strumenti; b) preveda l’acquisizione di un bagaglio culturale da utilizzare sistematicamente ed in maniera organizzata grazie al perfezionamento graduale, costante di abilità, capacità, competenze e alla sollecitazione di potenzialità; c) sostenga piuttosto l’attivazione consapevole e mirata di strategie cognitive, da considerare come vere e proprie modalità propulsive di un atteggiamento curioso, investigativo, di capacità di osservare, interpretare fatti, aspetti, fenomeni, contesti; d) preveda la necessità di riconoscere, comprendere ed utilizzare i diversi linguaggi disciplinari, espressivi e tecnologici. Si ritiene indispensabile infatti che, da un punto di vista metodologico, l’uso, a partire da livelli semplici e via via sempre più complessi, delle strategie cognitive, dall’associazione all’analisi, all’inferenza e alla deduzione, fino alla simbolizzazione e all’astrazione, sia prioritario rispetto alla memorizzazione o all’organizzazione di una rappresentazione sequenziale di epoche e fatti, e consenta anzi di ritenere argomenti diversi in maniera logica e organizzata, potremmo dire, secondo modalità ipertestuali.

Piccione, V.A. (2002). L’insegnamento della storia come scelta di senso. In IRRSAE CALABRIA (a cura di), L’insegnamento della storia nel curricolo di base (pp. 7-27). SOVERIA MANNELLI : Rubbettino.

L’insegnamento della storia come scelta di senso

PICCIONE, Vincenzo Antonio
2002-01-01

Abstract

Il fondamento di questa proposta si basa su una discriminante precisa e chiara: è necessario il superamento dell’idea della formazione, e soprattutto di un allievo in età compresa fra i nove e i quindici anni, come di un percorso durante il quale ci si auspica di far apprendere il maggior numero di informazioni e conoscenze; pur essendo indispensabili e quindi da ritenere e possedere nel tempo, anche le nozioni e i dati devono essere superati perché il processo di apprendimento sia un itinerario dinamico che a) si serva di contenuti, informazioni e conoscenze come strumenti; b) preveda l’acquisizione di un bagaglio culturale da utilizzare sistematicamente ed in maniera organizzata grazie al perfezionamento graduale, costante di abilità, capacità, competenze e alla sollecitazione di potenzialità; c) sostenga piuttosto l’attivazione consapevole e mirata di strategie cognitive, da considerare come vere e proprie modalità propulsive di un atteggiamento curioso, investigativo, di capacità di osservare, interpretare fatti, aspetti, fenomeni, contesti; d) preveda la necessità di riconoscere, comprendere ed utilizzare i diversi linguaggi disciplinari, espressivi e tecnologici. Si ritiene indispensabile infatti che, da un punto di vista metodologico, l’uso, a partire da livelli semplici e via via sempre più complessi, delle strategie cognitive, dall’associazione all’analisi, all’inferenza e alla deduzione, fino alla simbolizzazione e all’astrazione, sia prioritario rispetto alla memorizzazione o all’organizzazione di una rappresentazione sequenziale di epoche e fatti, e consenta anzi di ritenere argomenti diversi in maniera logica e organizzata, potremmo dire, secondo modalità ipertestuali.
2002
88-498-0369-9
Piccione, V.A. (2002). L’insegnamento della storia come scelta di senso. In IRRSAE CALABRIA (a cura di), L’insegnamento della storia nel curricolo di base (pp. 7-27). SOVERIA MANNELLI : Rubbettino.
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