The public debate in the United States on the use of war is very strong at the beginning of the 21st century. Several political scientists and historians are tackling this touchy issue in the recent literature on the international role of the Unites States after September 11. The article is a historiographic appraisal of the subject and concentrates especially on the discussion between the bushites and the liberals in the past two years. After an overview of the general approach historians had on the issue of war and peace, the author delves into the more recent debate raised by the policy of the so called volcanoes, Bush’s military advisors. Although comparing the attitudes of hawks and doves, of neo-cons and liberals, the essay shows how these categories do not necessarily apply to the present situation. Moreover it highlights the relevance of domestic politics in the decision concerning international affairs. From Joseph Nye’ soft power to Robert Kagan’s confrontation between the U.S. and Europe, the author concentrates on what political experts Daalder and Lindsay have called The Bush revolution in foreign policy. Although an apparent break with the traditional approach of the U.S. to international politics, Bush’s security advisors’ approach can be traced back to other examples of American foreign policy strategies.

Il dibattito pubblico sull’uso della guerra è particolarmente vivace all’inizio del 21° secolo. Diversi storici e scienziati politici affrontano questo delicato argomento nelle pubblicazioni sul ruolo internazionale degli Stati Uniti dopo l’11 settembre. Il saggio è una valutazione storiografica dell’argomento e si concentra in particolare sul confronto tra sostenitori di Bush e “liberals” negli ultimi due anni. Dopo una rassegna dell’approccio degli storici alla questione della guerra e della pace, l’autore approfondisce il più recente dibattito sollevato dalle politiche dei cosiddetti “vulcaniani”, ovvero i consiglieri militari del presidente Bush. Sebbene metta a confronto le posizioni assunte da falchi e colombe, neo-con e liberal, il saggio intende dimostrare come queste categorie non siano necessariamente applicabili oggi. Inoltre, mette in evidenza la rilevanza della politica interna nelle decisioni concernenti gli affari internazionali negli USA. Partendo dal “Soft power” di Joseph Nye per giungere allo scontro di Robert Kagan tra USA ed Europa, l’autore si concentra su ciò che i politologi Daalder e Lindsay hanno definito “la rivoluzione di Bush nella politica estera”. Nonostante l’apparente rottura con il tradizionale orientamento americano nelle questioni internazionali, l’approccio dei consiglieri per la sicurezza di Bush può essere ricollegato a diversi esempi passati nelle strategie di politica estera americana.

Fiorentino, D. (2005). Falchi, colombe o gufi? Alcune nuove interpretazioni sugli Stati Uniti e la guerra. MONDO CONTEMPORANEO, 1, 135-147.

Falchi, colombe o gufi? Alcune nuove interpretazioni sugli Stati Uniti e la guerra

FIORENTINO, DANIELE
2005-01-01

Abstract

The public debate in the United States on the use of war is very strong at the beginning of the 21st century. Several political scientists and historians are tackling this touchy issue in the recent literature on the international role of the Unites States after September 11. The article is a historiographic appraisal of the subject and concentrates especially on the discussion between the bushites and the liberals in the past two years. After an overview of the general approach historians had on the issue of war and peace, the author delves into the more recent debate raised by the policy of the so called volcanoes, Bush’s military advisors. Although comparing the attitudes of hawks and doves, of neo-cons and liberals, the essay shows how these categories do not necessarily apply to the present situation. Moreover it highlights the relevance of domestic politics in the decision concerning international affairs. From Joseph Nye’ soft power to Robert Kagan’s confrontation between the U.S. and Europe, the author concentrates on what political experts Daalder and Lindsay have called The Bush revolution in foreign policy. Although an apparent break with the traditional approach of the U.S. to international politics, Bush’s security advisors’ approach can be traced back to other examples of American foreign policy strategies.
2005
Il dibattito pubblico sull’uso della guerra è particolarmente vivace all’inizio del 21° secolo. Diversi storici e scienziati politici affrontano questo delicato argomento nelle pubblicazioni sul ruolo internazionale degli Stati Uniti dopo l’11 settembre. Il saggio è una valutazione storiografica dell’argomento e si concentra in particolare sul confronto tra sostenitori di Bush e “liberals” negli ultimi due anni. Dopo una rassegna dell’approccio degli storici alla questione della guerra e della pace, l’autore approfondisce il più recente dibattito sollevato dalle politiche dei cosiddetti “vulcaniani”, ovvero i consiglieri militari del presidente Bush. Sebbene metta a confronto le posizioni assunte da falchi e colombe, neo-con e liberal, il saggio intende dimostrare come queste categorie non siano necessariamente applicabili oggi. Inoltre, mette in evidenza la rilevanza della politica interna nelle decisioni concernenti gli affari internazionali negli USA. Partendo dal “Soft power” di Joseph Nye per giungere allo scontro di Robert Kagan tra USA ed Europa, l’autore si concentra su ciò che i politologi Daalder e Lindsay hanno definito “la rivoluzione di Bush nella politica estera”. Nonostante l’apparente rottura con il tradizionale orientamento americano nelle questioni internazionali, l’approccio dei consiglieri per la sicurezza di Bush può essere ricollegato a diversi esempi passati nelle strategie di politica estera americana.
Fiorentino, D. (2005). Falchi, colombe o gufi? Alcune nuove interpretazioni sugli Stati Uniti e la guerra. MONDO CONTEMPORANEO, 1, 135-147.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/151197
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