The essay, which is based on the exam of books, journals and newspapers, examines the way in which the Italian Catholics interpreted German National-Socialism in 1934-1935, and shows the central role anti-protestant controversy had in it. This apparently strange fact may be explained both with the persistence of an old intransigent mentality that interpreted every political fault as a religious (theological) one and with the sharp level of the Catholic anti-protestant attacks of those years. But the main reason of this phenomenon is probably the fact that this perspective gave the opportunity of unifying those Catholics who were looking at the German crisis with some kind of hope, and who relied on an emendation of Nazism and on a Catholic recover from secular protestant predominance, and those who insisted on the utmost pagan nature of Nazism and on the danger it represented for the whole European Christian civilization. In this way the two attitudes could meet in the same political struggle: to defend, and possibly to enforce, the existing balance between Fascist regime and Catholic Church; to fight against every trace of dangerous influences coming into Italy from the German experience.

Il saggio esamina, attraverso l’analisi di libri, riviste e giornali, le interpretazioni che i cattolici italiani diedero nel 1934-35 del nazismo, sottolineando la centralità assunta in esse dalla polemica antiprotestante. Spiegano questo fatto che potrebbe sembrare assai strano la perdurante tradizionale mentalità intransigente che spingeva a spiegare l’errore politico con quello religioso (e quindi teologico) e il livello molto acuto al quale la polemica antiprotestante era giunta in Italia in quegli anni. Soprattutto, questo modo di affrontare la questione permetteva di unificare le posizioni di quei cattolici che guardavano con qualche speranza alla crisi tedesca, confidando in una emendabilità del nazismo ed in un recupero cattolico nei confronti del secolare predominio protestante, e di quelli che insistevano sulla natura profondamente neopagana del nazismo e sul grave pericolo che esso rappresentava per la civiltà cristiana di tutta Europa. Le due posizioni potevano convergere in una battaglia essenzialmente politica: difendere e, semmai rafforzare, all’interno del regime fascista italiano, l’equilibro ormai raggiunto con la Chiesa cattolica; combattere ogni traccia di influenze pericolose che potessero venire in Italia dall’esperienza tedesca.

Moro, R. (2009). La Germania di Hitler come «eresia protestante». In K.C. PYTA W. (a cura di), Die Herausforderung der Diktaturen. Katholizismus in Deutschland und Italien 1918-1943/45 (pp. 93-108). TÜBINGEN : Max Niemeyer Verlag.

La Germania di Hitler come «eresia protestante»

MORO, Renato
2009-01-01

Abstract

The essay, which is based on the exam of books, journals and newspapers, examines the way in which the Italian Catholics interpreted German National-Socialism in 1934-1935, and shows the central role anti-protestant controversy had in it. This apparently strange fact may be explained both with the persistence of an old intransigent mentality that interpreted every political fault as a religious (theological) one and with the sharp level of the Catholic anti-protestant attacks of those years. But the main reason of this phenomenon is probably the fact that this perspective gave the opportunity of unifying those Catholics who were looking at the German crisis with some kind of hope, and who relied on an emendation of Nazism and on a Catholic recover from secular protestant predominance, and those who insisted on the utmost pagan nature of Nazism and on the danger it represented for the whole European Christian civilization. In this way the two attitudes could meet in the same political struggle: to defend, and possibly to enforce, the existing balance between Fascist regime and Catholic Church; to fight against every trace of dangerous influences coming into Italy from the German experience.
2009
978-3-484-67021-1
Il saggio esamina, attraverso l’analisi di libri, riviste e giornali, le interpretazioni che i cattolici italiani diedero nel 1934-35 del nazismo, sottolineando la centralità assunta in esse dalla polemica antiprotestante. Spiegano questo fatto che potrebbe sembrare assai strano la perdurante tradizionale mentalità intransigente che spingeva a spiegare l’errore politico con quello religioso (e quindi teologico) e il livello molto acuto al quale la polemica antiprotestante era giunta in Italia in quegli anni. Soprattutto, questo modo di affrontare la questione permetteva di unificare le posizioni di quei cattolici che guardavano con qualche speranza alla crisi tedesca, confidando in una emendabilità del nazismo ed in un recupero cattolico nei confronti del secolare predominio protestante, e di quelli che insistevano sulla natura profondamente neopagana del nazismo e sul grave pericolo che esso rappresentava per la civiltà cristiana di tutta Europa. Le due posizioni potevano convergere in una battaglia essenzialmente politica: difendere e, semmai rafforzare, all’interno del regime fascista italiano, l’equilibro ormai raggiunto con la Chiesa cattolica; combattere ogni traccia di influenze pericolose che potessero venire in Italia dall’esperienza tedesca.
Moro, R. (2009). La Germania di Hitler come «eresia protestante». In K.C. PYTA W. (a cura di), Die Herausforderung der Diktaturen. Katholizismus in Deutschland und Italien 1918-1943/45 (pp. 93-108). TÜBINGEN : Max Niemeyer Verlag.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/153327
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact