Based on an analysis of books and journals published by Italian Catholics from 1945 to the 1960s, this essay reconstructs the ways through which the consciousness of the dramatic relevance of the Shoah slowly spread among Italian Catholicism. In the late 1940s and early 1950s the image of Nazi Germany had been linked only with the idea of totalitarianism and with the memory of the persecution of the Church. In the course of the late 1950s the first books that came from the Jewish world about the tragic experience of deportation and mass killing, the biblical research with its new interest for the common religious roots of Christian and Jews and the diffusion of the French “nouvelle théologie” with its aspiration to change the theological bases of the presence of the Catholic Church in the world led to a growing perception that not everything in the Jewish-Christian relations of the past was absolutely undisputable. All this brought to a diffuse will to eliminate every trace of anti-Semitism from Catholic mentality (which emerged in the discussion about the “Nostra Aetate” declaration in the Second Vatican Council), but did not open a discussion about the historical roots of Christian-Jewish division.

Basato sull’analisi di libri e riviste dei cattolici italiani dal 1945 agli anni sessanta, il saggio ricostruisce i modi in cui la coscienza della rilevanza drammatica della Shoah si diffuse lentamente nel cattolicesimo italiano. Negli ultimi anni ’40 e i primi anni ’50, l’immagine della Germania nazista era stata legata essenzialmente all’idea di totalitarismo e alla memoria della persecuzione della Chiesa stessa. Nel corso degli ultimi anni ’50 i primi libri che provenivano dal mondo ebraico sulla tragica esperienza della deportazione e dello sterminio di massa, la ricerca biblica con il suo interesse per le comuni radici religiose di cristiani ed ebrei e la diffusione della “nouvelle théologie” francese con le sue aspirazioni di cambiamento delle basi teologiche della presenza della Chiesa cattolica nel mondo hanno portato a una crescente consapevolezza che non tutto nelle relazioni cristiano-ebraiche del passato era privo di errori. Tutto ciò portò a una diffusa volontà di eliminare ogni traccia di antisemitismo nella mentalità cattolica (che emerse nella discussione sulla dichiarazione “Nostra Aetate” del Consilio Vaticano II), ma non aprì una discussione sulle radici storiche della frattura tra cristiani ed ebrei.

Moro, R. (2007). L’elaborazione cattolica della Shoah in Italia. In MEGHNAGI S. (a cura di), Memoria della Shoah. Dopo i «testimoni» (pp. 13-34). ROMA : Donzelli Editore.

L’elaborazione cattolica della Shoah in Italia

MORO, Renato
2007-01-01

Abstract

Based on an analysis of books and journals published by Italian Catholics from 1945 to the 1960s, this essay reconstructs the ways through which the consciousness of the dramatic relevance of the Shoah slowly spread among Italian Catholicism. In the late 1940s and early 1950s the image of Nazi Germany had been linked only with the idea of totalitarianism and with the memory of the persecution of the Church. In the course of the late 1950s the first books that came from the Jewish world about the tragic experience of deportation and mass killing, the biblical research with its new interest for the common religious roots of Christian and Jews and the diffusion of the French “nouvelle théologie” with its aspiration to change the theological bases of the presence of the Catholic Church in the world led to a growing perception that not everything in the Jewish-Christian relations of the past was absolutely undisputable. All this brought to a diffuse will to eliminate every trace of anti-Semitism from Catholic mentality (which emerged in the discussion about the “Nostra Aetate” declaration in the Second Vatican Council), but did not open a discussion about the historical roots of Christian-Jewish division.
2007
978-88-603-6127-1
Basato sull’analisi di libri e riviste dei cattolici italiani dal 1945 agli anni sessanta, il saggio ricostruisce i modi in cui la coscienza della rilevanza drammatica della Shoah si diffuse lentamente nel cattolicesimo italiano. Negli ultimi anni ’40 e i primi anni ’50, l’immagine della Germania nazista era stata legata essenzialmente all’idea di totalitarismo e alla memoria della persecuzione della Chiesa stessa. Nel corso degli ultimi anni ’50 i primi libri che provenivano dal mondo ebraico sulla tragica esperienza della deportazione e dello sterminio di massa, la ricerca biblica con il suo interesse per le comuni radici religiose di cristiani ed ebrei e la diffusione della “nouvelle théologie” francese con le sue aspirazioni di cambiamento delle basi teologiche della presenza della Chiesa cattolica nel mondo hanno portato a una crescente consapevolezza che non tutto nelle relazioni cristiano-ebraiche del passato era privo di errori. Tutto ciò portò a una diffusa volontà di eliminare ogni traccia di antisemitismo nella mentalità cattolica (che emerse nella discussione sulla dichiarazione “Nostra Aetate” del Consilio Vaticano II), ma non aprì una discussione sulle radici storiche della frattura tra cristiani ed ebrei.
Moro, R. (2007). L’elaborazione cattolica della Shoah in Italia. In MEGHNAGI S. (a cura di), Memoria della Shoah. Dopo i «testimoni» (pp. 13-34). ROMA : Donzelli Editore.
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