In questo scritto proponiamo alcune riflessioni metodologiche sulla tipologia romanza, con particolare riferimento alla lingua rumena e ai suoi rapporti con il latino e con le altre principali lingue della famiglia romanza. Nell’ambito degli studi linguistici romanzi, ci si interroga periodicamente, a proposito di ciascuna lingua neolatina, su quali siano gli aspetti di conservazione e di innovazione che essa presenta rispetto alla lingua madre e alle altre lingue sorelle. Riferendoci specificamente al rumeno, ci chiederemo se esso conservi o innovi in un ambito circoscritto della grammatica (nella fattispecie: gli infiniti rumeni, ossia l'infinito lungo e l'infinito corto) e cercheremo di mostrare come e perché anche la risposta ad un interrogativo così limitato non possa essere semplice e univoca, ma inevitabilmente articolata. Più precisamente, vedremo come la variazione diacronica e diatopica del rumeno giochi un ruolo imprescindibile ai fini della nostra analisi e come anche la distinzione tra forma e funzione non possa essere ignorata per individuare correttamente gli aspetti di conservazione e di innovazione.

Cerbasi, D. (2009). Il rumeno tra conservazione e innovazione. In Spazi linguistici. Studi in onore di Raffaele Simone (pp. 75-89). ROMA : Bulzoni Editore.

Il rumeno tra conservazione e innovazione

CERBASI, Donato
2009-01-01

Abstract

In questo scritto proponiamo alcune riflessioni metodologiche sulla tipologia romanza, con particolare riferimento alla lingua rumena e ai suoi rapporti con il latino e con le altre principali lingue della famiglia romanza. Nell’ambito degli studi linguistici romanzi, ci si interroga periodicamente, a proposito di ciascuna lingua neolatina, su quali siano gli aspetti di conservazione e di innovazione che essa presenta rispetto alla lingua madre e alle altre lingue sorelle. Riferendoci specificamente al rumeno, ci chiederemo se esso conservi o innovi in un ambito circoscritto della grammatica (nella fattispecie: gli infiniti rumeni, ossia l'infinito lungo e l'infinito corto) e cercheremo di mostrare come e perché anche la risposta ad un interrogativo così limitato non possa essere semplice e univoca, ma inevitabilmente articolata. Più precisamente, vedremo come la variazione diacronica e diatopica del rumeno giochi un ruolo imprescindibile ai fini della nostra analisi e come anche la distinzione tra forma e funzione non possa essere ignorata per individuare correttamente gli aspetti di conservazione e di innovazione.
2009
7870397
Cerbasi, D. (2009). Il rumeno tra conservazione e innovazione. In Spazi linguistici. Studi in onore di Raffaele Simone (pp. 75-89). ROMA : Bulzoni Editore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/158066
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