Beginning with the first plans for Italian Tripoli, developed in 1912-14 by technicians from the civil engineering office, the essay traces the diverse strategies of building intervention employed during the years of Italian colonization. The construction of modern Tripoli was entrusted to the Venetian financier Giuseppe Volpi, the Governor-General of Tripolitania from 1921-25, and to the architect Armando Brasini. The latter redesigned the city’s waterfront and planned the restoration of the Barbaresco Castle, inserting his interventions within a more general plan for the valorisation of the city that also included the safeguarding and conservation of the historic Medina, the opening of new roads and the realisation of a vast network of infrastructures. Mussolini’s visit to Libya in April of 1926 marked the beginnings of an even more incisive phase in the expansion of the city: in 1931 the Milanese architects Alpago Novello, Cabiati and Ferrazza were commissioned to draw up a Master Plan for the city that examined above all the areas outside the city walls, with a minute study of the planning and architectural design of each single plaza, the most important intersections and any space containing existing elements to be conserved, whether a small temple, an Arabic cemetery or a stand of olive trees. An attentive work of design documented in a series of striking perspective drawings. The realisation of the plan was entrusted in 1934 by Italo Balbo, the new Governor-General of Libya, to Florestano di Fausto, who had worked for many years in Rodi and Tirana. After this moment, Di Fausto designed all of the most important public works in the city, proposing a rich eclecticism of folkloristic elements and late-Roman influences suitable to the new monumental and representative needs of the Fascist Empire.

A partire dai primi piani per Tripoli italiana, elaborati nel 1012-1914 dai tecnici del Genio civile, il saggio ripercorre le diverse strategie d’intervento edilizio operate durante gli anni della colonizzazione italiana. Così la costruzione della Tripoli moderna è affidata dal finanziere e industriale veneziano Giuseppe Volpi, governatore della Tripolitania negli anni 1921-25, all’architetto Armando Brasini. Brasini ridisegna il fronte della città sul mare e progetta il restauro del Castello barbaresco., inserendo i suoi interventi in un piano più generale di valorizzzazione della citta che prevede la tutela e conservazione della vecchia Medina, l’ apertura di nuovo strade e la realizzazione di una vasta rete di infrastrutture. Con il viaggio di Mussolini in Libia nell’aprile dl 1926 si apre una fase ancora più incisiva nell’espansione edilizia della città: nel 1931 gli architetti milanesi Alpago Novello, Cabiati e Ferrazza sono incaricati di redigere il nuovo Piano regolatore della città che interessa soprattutto le zone esterne alla cinta muraria, con uno studio minuzioso dal punto di vista planimetrico e architettonico di ogni singola piazza, degli incroci più importanti e di ogni luogo dove vi fossero preesistenze da conservare, sia che si trattasse di un piccolo tempio, di un cimitero arabo o di un gruppo di ulivi. Un attento lavoro di progettazione documentato da una serie di prospettive di grande effetto. La realizzazione del piano è affidata nel 1934 da Italo Balbo, nuovo governatore della Libia , a Florestano di Fausto che aveva lavorato per moltissimi anni a Rodi e a Tirana. Da allora in poi Di fausto progetta tutte le pi importanti opere pubbliche della città proponendo un eclettismo ricco di elementi folcloristici e influenze tardo- romane che ben si adattarono alle nuove esigenze monumentali e di rappresentanza dell’Impero fascista.

Talamona, M.I. (2005). Piani e progetti per Tripoli italiana: 1912-1940. In Architetture italiane in colonia. Quattro conferenze di Eugenio Lo Sardo, Pier Giorgio Massaretti, Sandro Raffone e Marida Talamona (pp. 39-61). Roma : Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente.

Piani e progetti per Tripoli italiana: 1912-1940

TALAMONA, MARIA IDA
2005-01-01

Abstract

Beginning with the first plans for Italian Tripoli, developed in 1912-14 by technicians from the civil engineering office, the essay traces the diverse strategies of building intervention employed during the years of Italian colonization. The construction of modern Tripoli was entrusted to the Venetian financier Giuseppe Volpi, the Governor-General of Tripolitania from 1921-25, and to the architect Armando Brasini. The latter redesigned the city’s waterfront and planned the restoration of the Barbaresco Castle, inserting his interventions within a more general plan for the valorisation of the city that also included the safeguarding and conservation of the historic Medina, the opening of new roads and the realisation of a vast network of infrastructures. Mussolini’s visit to Libya in April of 1926 marked the beginnings of an even more incisive phase in the expansion of the city: in 1931 the Milanese architects Alpago Novello, Cabiati and Ferrazza were commissioned to draw up a Master Plan for the city that examined above all the areas outside the city walls, with a minute study of the planning and architectural design of each single plaza, the most important intersections and any space containing existing elements to be conserved, whether a small temple, an Arabic cemetery or a stand of olive trees. An attentive work of design documented in a series of striking perspective drawings. The realisation of the plan was entrusted in 1934 by Italo Balbo, the new Governor-General of Libya, to Florestano di Fausto, who had worked for many years in Rodi and Tirana. After this moment, Di Fausto designed all of the most important public works in the city, proposing a rich eclecticism of folkloristic elements and late-Roman influences suitable to the new monumental and representative needs of the Fascist Empire.
2005
88-85320-27-9
A partire dai primi piani per Tripoli italiana, elaborati nel 1012-1914 dai tecnici del Genio civile, il saggio ripercorre le diverse strategie d’intervento edilizio operate durante gli anni della colonizzazione italiana. Così la costruzione della Tripoli moderna è affidata dal finanziere e industriale veneziano Giuseppe Volpi, governatore della Tripolitania negli anni 1921-25, all’architetto Armando Brasini. Brasini ridisegna il fronte della città sul mare e progetta il restauro del Castello barbaresco., inserendo i suoi interventi in un piano più generale di valorizzzazione della citta che prevede la tutela e conservazione della vecchia Medina, l’ apertura di nuovo strade e la realizzazione di una vasta rete di infrastrutture. Con il viaggio di Mussolini in Libia nell’aprile dl 1926 si apre una fase ancora più incisiva nell’espansione edilizia della città: nel 1931 gli architetti milanesi Alpago Novello, Cabiati e Ferrazza sono incaricati di redigere il nuovo Piano regolatore della città che interessa soprattutto le zone esterne alla cinta muraria, con uno studio minuzioso dal punto di vista planimetrico e architettonico di ogni singola piazza, degli incroci più importanti e di ogni luogo dove vi fossero preesistenze da conservare, sia che si trattasse di un piccolo tempio, di un cimitero arabo o di un gruppo di ulivi. Un attento lavoro di progettazione documentato da una serie di prospettive di grande effetto. La realizzazione del piano è affidata nel 1934 da Italo Balbo, nuovo governatore della Libia , a Florestano di Fausto che aveva lavorato per moltissimi anni a Rodi e a Tirana. Da allora in poi Di fausto progetta tutte le pi importanti opere pubbliche della città proponendo un eclettismo ricco di elementi folcloristici e influenze tardo- romane che ben si adattarono alle nuove esigenze monumentali e di rappresentanza dell’Impero fascista.
Talamona, M.I. (2005). Piani e progetti per Tripoli italiana: 1912-1940. In Architetture italiane in colonia. Quattro conferenze di Eugenio Lo Sardo, Pier Giorgio Massaretti, Sandro Raffone e Marida Talamona (pp. 39-61). Roma : Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/162428
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact