Alla luce della natura multiforme dei principi ricavabili dall’art. 3 della nostra Carta costituzionale, il saggio indaga sulla concezione, già propria dello Stato liberale, formale o parificatrice dell’eguaglianza dettata dal 1° comma (intesa come eguaglianza davanti alla legge, ma anche nella legge) e nei sei specifici e tassativi divieti di discriminazione che ne costituisco il c.d. “nucleo forte”, nonché sulla concezione sostanziale o distributiva dell’eguaglianza di cui al 2° comma, propria invece del moderno Stato sociale, che va necessariamente raccordata con quella del 1° comma, per giungere ad un’interpretazione unitaria dell’articolo nel suo complesso, come testimonia proprio il giudizio di ragionevolezza, il risultato più evi¬dente della “contaminazione” tra i due commi, ovvero di una oggettiva in¬fluenza sul primo del secondo comma. Infatti, proprio in ragione della sua “multiformità”, la giurisprudenza costituzionale ha ritenuto che l’art. 3 Cost. presenti anche un ulteriore contenuto, qualificato dalla Corte come criterio di ragionevolezza, inteso come divieto sia di arbitrarie distinzioni normative tra situazione omogenee sia di arbitrarie parificazioni tra situazioni eterogenee, ed espressione di un più generale canone di coerenza dell’intero ordinamento. In particolare, lo sforzo teso all’eliminazione delle disuguaglianze in fatto, attraverso la rimozione di quegli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono ai cittadini di essere sostanzialmente uguali tra loro, e volto a riequilibrare le posizioni di svantaggio per edificare una società più giusta e più libera, è espressione di quel principio solidaristico che è alla base del moderno Stato costituzionale ad orientamento sociale, di quel valore costituzionale della solidarietà che rappresenta uno dei valori unificanti che costituiscono il nucleo della prima parte della nostra Costituzione, e che richiede, prima di tutto, di ripartire dagli ultimi, di garantire i non garantiti, i più deboli, quei soggetti la cui situazione di “debolezza” deriva dal fatto di non poter esercitare i diritti fondamentali in condizioni di eguaglianza con tutti gli altri soggetti dell’ordinamento

Colapietro, C. (2009). Il contenuto multiforme del principio di eguaglianza nella Costituzione italiana. In Giovanni Dalla Torre e Cesare Mirabelli (a cura di), Le sfide del diritto, a cura di Giovanni Dalla Torre e Cesare Mirabelli (pp. 11-30). SOVERIA MANNELLI : Rubbettino.

Il contenuto multiforme del principio di eguaglianza nella Costituzione italiana

COLAPIETRO, CARLO
2009-01-01

Abstract

Alla luce della natura multiforme dei principi ricavabili dall’art. 3 della nostra Carta costituzionale, il saggio indaga sulla concezione, già propria dello Stato liberale, formale o parificatrice dell’eguaglianza dettata dal 1° comma (intesa come eguaglianza davanti alla legge, ma anche nella legge) e nei sei specifici e tassativi divieti di discriminazione che ne costituisco il c.d. “nucleo forte”, nonché sulla concezione sostanziale o distributiva dell’eguaglianza di cui al 2° comma, propria invece del moderno Stato sociale, che va necessariamente raccordata con quella del 1° comma, per giungere ad un’interpretazione unitaria dell’articolo nel suo complesso, come testimonia proprio il giudizio di ragionevolezza, il risultato più evi¬dente della “contaminazione” tra i due commi, ovvero di una oggettiva in¬fluenza sul primo del secondo comma. Infatti, proprio in ragione della sua “multiformità”, la giurisprudenza costituzionale ha ritenuto che l’art. 3 Cost. presenti anche un ulteriore contenuto, qualificato dalla Corte come criterio di ragionevolezza, inteso come divieto sia di arbitrarie distinzioni normative tra situazione omogenee sia di arbitrarie parificazioni tra situazioni eterogenee, ed espressione di un più generale canone di coerenza dell’intero ordinamento. In particolare, lo sforzo teso all’eliminazione delle disuguaglianze in fatto, attraverso la rimozione di quegli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono ai cittadini di essere sostanzialmente uguali tra loro, e volto a riequilibrare le posizioni di svantaggio per edificare una società più giusta e più libera, è espressione di quel principio solidaristico che è alla base del moderno Stato costituzionale ad orientamento sociale, di quel valore costituzionale della solidarietà che rappresenta uno dei valori unificanti che costituiscono il nucleo della prima parte della nostra Costituzione, e che richiede, prima di tutto, di ripartire dagli ultimi, di garantire i non garantiti, i più deboli, quei soggetti la cui situazione di “debolezza” deriva dal fatto di non poter esercitare i diritti fondamentali in condizioni di eguaglianza con tutti gli altri soggetti dell’ordinamento
2009
9-788849-824537
Colapietro, C. (2009). Il contenuto multiforme del principio di eguaglianza nella Costituzione italiana. In Giovanni Dalla Torre e Cesare Mirabelli (a cura di), Le sfide del diritto, a cura di Giovanni Dalla Torre e Cesare Mirabelli (pp. 11-30). SOVERIA MANNELLI : Rubbettino.
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