Nel King Lear –si è d’accordo nel dire– , la tempesta è insieme sfida all’autorità regale, e commento al caos provocato da una crisi di autorità. Janet Adelman la assume a scenario di una minacciosa regressione dell’identità verso le viscere di un materno fantasmizzato come caos primigenio; il caos-grembo nel quale si ribalta l’assenza della figura materna e che l’innaturale desiderio di Lear di poter essere padre e figlio delle proprie figlie è costretto a percorrere. L’indicazione critica di Adelman è preziosa ai fini di una esplorazione della figurazione del femminile, e non solo nel King Lear. Ne saggio ne commento le valenze tragiche ricercando nella rinascimentale persistente memoria di una storia cara ai latini – la storia di Cimone e Pero, rimasta nota come Caritas Romana – quello che a me sembra possa essere considerato, come un suo diffuso (europeo) archetipo, se si pensa alla straordinaria fortuna di tale storia nell’arte dei pittori rinascimentali, da Caravaggio, a Rubens, ed altri. A far scattare questa mia associazione con le arti visive è la fantasia consolatoria di una pietas filiale estrema ravvisabile in due scene che Shakespeare colloca in posizioni strutturalmente importanti: nel primo atto, dove essa emerge violentemente come disatteso bisogno infantile di una “kind nursery”, quella che il re si aspetta in particolare da Cordelia: “I lov’d her most, and thought to set my rest / On her kind nursery” (1.1.121-122), confida il re ripudiandola, ricambiando così la contabile sobrietà affettiva di lei, il suo “nor more nor less” (1.1.92); e poi verso la fine del dramma, dove la fantasia di Lear sembra realizzarsi nella recuperata generosa immagine di una Cordelia che quasi culla nel grembo accogliente il vecchio padre in ginocchio, mentre insieme pregano e si raccontano antiche storie e seguono il volo di farfalle.

DEL SAPIO, M. (2013). Caritas Romana: il tragico del femminile nel King Lear. In Simonetta de Filippis (a cura di), William Shakespeare e il senso del tragico (pp. 113-135). NAPOLI : Loffredo Editore.

Caritas Romana: il tragico del femminile nel King Lear

DEL SAPIO, Maria
2013-01-01

Abstract

Nel King Lear –si è d’accordo nel dire– , la tempesta è insieme sfida all’autorità regale, e commento al caos provocato da una crisi di autorità. Janet Adelman la assume a scenario di una minacciosa regressione dell’identità verso le viscere di un materno fantasmizzato come caos primigenio; il caos-grembo nel quale si ribalta l’assenza della figura materna e che l’innaturale desiderio di Lear di poter essere padre e figlio delle proprie figlie è costretto a percorrere. L’indicazione critica di Adelman è preziosa ai fini di una esplorazione della figurazione del femminile, e non solo nel King Lear. Ne saggio ne commento le valenze tragiche ricercando nella rinascimentale persistente memoria di una storia cara ai latini – la storia di Cimone e Pero, rimasta nota come Caritas Romana – quello che a me sembra possa essere considerato, come un suo diffuso (europeo) archetipo, se si pensa alla straordinaria fortuna di tale storia nell’arte dei pittori rinascimentali, da Caravaggio, a Rubens, ed altri. A far scattare questa mia associazione con le arti visive è la fantasia consolatoria di una pietas filiale estrema ravvisabile in due scene che Shakespeare colloca in posizioni strutturalmente importanti: nel primo atto, dove essa emerge violentemente come disatteso bisogno infantile di una “kind nursery”, quella che il re si aspetta in particolare da Cordelia: “I lov’d her most, and thought to set my rest / On her kind nursery” (1.1.121-122), confida il re ripudiandola, ricambiando così la contabile sobrietà affettiva di lei, il suo “nor more nor less” (1.1.92); e poi verso la fine del dramma, dove la fantasia di Lear sembra realizzarsi nella recuperata generosa immagine di una Cordelia che quasi culla nel grembo accogliente il vecchio padre in ginocchio, mentre insieme pregano e si raccontano antiche storie e seguono il volo di farfalle.
2013
978-88-7564-645-5
DEL SAPIO, M. (2013). Caritas Romana: il tragico del femminile nel King Lear. In Simonetta de Filippis (a cura di), William Shakespeare e il senso del tragico (pp. 113-135). NAPOLI : Loffredo Editore.
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