This volume offers the first critical edition of the vast Commentary on the Pentecostal iambic canon (traditionally ascribed to St. John the Damascene) composed by Eustathius, Archbishop of Thessalonica. The attribution of the hymn to the Damascene was, in principle, called into question by Eustathius himself who eventually suggested that Damascene’s paternity be accepted only out of ecclesiastical obedience. The Commentary is probably the last text Eustathius wrote. It can be regarded as the summa of his working method, style of exposition, scholarly interests and literary tastes. Moreover, it can be read as the first Byzantine attempt to create a fusion between a working method originating in the exegesis of classical texts and modes of theological interpretation connected in turn to liturgical experience and pastoral practice. The edition of the text is accompanied by three apparatuses, a complete range of indices and exhaustive Prolegomena where the editors shed light on the Commentary as such – its genesis and date, audience, discussion of traditional attribution, and sources – and the history of its manuscript tradition, with a special focus on the Constantinopolitan didaskaleion of Prodromos-Petra.

Si offre qui la prima edizione critica dell’ampio commentario di Eustazio di Tessalonica al Canone Giambico Pentecostale, tradizionalmente attribuito a Giovanni Damasceno. L’attribuzione dell’inno al Damasceno è disconosciuta da Eustazio stesso nella lunga e complessa argomentazione, a tratti volutamente ambigua, che si snoda lungo il Proemio dell’opera (edito criticamente e analizzato in studi antecedenti da Silvia Ronchey), destinata all’insegnamento superiore costantinopolitano e pertanto rivolta ai futuri quadri di un clero colto dalle alte competenze e responsabilità. Pur rivelando che l’autore dell’inno è un altro Giovanni, denominato Arklas, con epiteto che giudica irriverente se non scoptico, ma illustre e ben noto intellettuale (forse caduto in disgrazia per motivi politici: in studi precedenti Ronchey ne ha ipotizzato l’appartenenza alla corte del secondo iconoclasmo e congetturato l’identificazione con Giovanni il Grammatico), Eustazio al termine del Proemio suggerisce ai destinatari dell’opera di attenersi all’attribuzione tradizionale solo formalmente e per obbedienza ecclesiastica. Il Commentario al Canone Giambico Pentecostale è con ogni probabilità l’ultima opera di Eustazio. Può essere considerato la summa del suo metodo di lavoro, del suo stile espositivo, dei suoi interessi eruditi e dei suoi gusti letterari. Inoltre, può essere letto come il primo tentativo bizantino di creare una fusione tra la prassi esegetica nata dallo studio e dall’insegnamento dei testi classici e le istanze dell’interpretazione teologica, connesse a loro volta all’esperienza liturgica e alla pratica pastorale, che caratterizzano, in particolare, l’ultima fase della biografia eustaziana nella carica arciepiscopale di Tessalonica. L’edizione del testo è accompagnata da tre apparati (delle varianti, delle fonti, dei marginalia), da una serie completa di indici e da Prolegomena esaustivi, suddivisi tra gli editori in una Introduzione storico-letteraria, in cui Paolo Cesaretti, oltre a trattare brevemente la questione attributiva, approfondisce la genesi, la datazione, il pubblico e le fonti del Commentario; e in una Introduzione storico-filologica, in cui Silvia Ronchey, descritti i codici e le loro vicissitudini, indaga la storia della tradizione manoscritta con particolare attenzione al suo rapporto con il didaskaleion costantinopolitano di Prodromos Petra, ricostruisce la parentela tra i testimoni con completa dimostrazione dello stemma ed esamina la storia del testo dal Seicento all’Ottocento.

Ronchey, S. (2014). Eustathii Thessalonicensis Exegesis in Canonem Iambicum Pentecostalem. Prooemium, Acrostichis, Odae I et III, in Silvia Ronchey - Paolo Cesaretti (edd.), Eustathii Thessalonicensis. Exegesis in Canonem Iambicum Pentecostalem, (Supplementa Byzantina, 10). Berlin-München-Boston : Walter de Gruyter.

Eustathii Thessalonicensis Exegesis in Canonem Iambicum Pentecostalem. Prooemium, Acrostichis, Odae I et III, in Silvia Ronchey - Paolo Cesaretti (edd.), Eustathii Thessalonicensis. Exegesis in Canonem Iambicum Pentecostalem, (Supplementa Byzantina, 10)

RONCHEY, SILVIA
2014-01-01

Abstract

This volume offers the first critical edition of the vast Commentary on the Pentecostal iambic canon (traditionally ascribed to St. John the Damascene) composed by Eustathius, Archbishop of Thessalonica. The attribution of the hymn to the Damascene was, in principle, called into question by Eustathius himself who eventually suggested that Damascene’s paternity be accepted only out of ecclesiastical obedience. The Commentary is probably the last text Eustathius wrote. It can be regarded as the summa of his working method, style of exposition, scholarly interests and literary tastes. Moreover, it can be read as the first Byzantine attempt to create a fusion between a working method originating in the exegesis of classical texts and modes of theological interpretation connected in turn to liturgical experience and pastoral practice. The edition of the text is accompanied by three apparatuses, a complete range of indices and exhaustive Prolegomena where the editors shed light on the Commentary as such – its genesis and date, audience, discussion of traditional attribution, and sources – and the history of its manuscript tradition, with a special focus on the Constantinopolitan didaskaleion of Prodromos-Petra.
2014
9783110195217
9783110227307
9783111740119
Si offre qui la prima edizione critica dell’ampio commentario di Eustazio di Tessalonica al Canone Giambico Pentecostale, tradizionalmente attribuito a Giovanni Damasceno. L’attribuzione dell’inno al Damasceno è disconosciuta da Eustazio stesso nella lunga e complessa argomentazione, a tratti volutamente ambigua, che si snoda lungo il Proemio dell’opera (edito criticamente e analizzato in studi antecedenti da Silvia Ronchey), destinata all’insegnamento superiore costantinopolitano e pertanto rivolta ai futuri quadri di un clero colto dalle alte competenze e responsabilità. Pur rivelando che l’autore dell’inno è un altro Giovanni, denominato Arklas, con epiteto che giudica irriverente se non scoptico, ma illustre e ben noto intellettuale (forse caduto in disgrazia per motivi politici: in studi precedenti Ronchey ne ha ipotizzato l’appartenenza alla corte del secondo iconoclasmo e congetturato l’identificazione con Giovanni il Grammatico), Eustazio al termine del Proemio suggerisce ai destinatari dell’opera di attenersi all’attribuzione tradizionale solo formalmente e per obbedienza ecclesiastica. Il Commentario al Canone Giambico Pentecostale è con ogni probabilità l’ultima opera di Eustazio. Può essere considerato la summa del suo metodo di lavoro, del suo stile espositivo, dei suoi interessi eruditi e dei suoi gusti letterari. Inoltre, può essere letto come il primo tentativo bizantino di creare una fusione tra la prassi esegetica nata dallo studio e dall’insegnamento dei testi classici e le istanze dell’interpretazione teologica, connesse a loro volta all’esperienza liturgica e alla pratica pastorale, che caratterizzano, in particolare, l’ultima fase della biografia eustaziana nella carica arciepiscopale di Tessalonica. L’edizione del testo è accompagnata da tre apparati (delle varianti, delle fonti, dei marginalia), da una serie completa di indici e da Prolegomena esaustivi, suddivisi tra gli editori in una Introduzione storico-letteraria, in cui Paolo Cesaretti, oltre a trattare brevemente la questione attributiva, approfondisce la genesi, la datazione, il pubblico e le fonti del Commentario; e in una Introduzione storico-filologica, in cui Silvia Ronchey, descritti i codici e le loro vicissitudini, indaga la storia della tradizione manoscritta con particolare attenzione al suo rapporto con il didaskaleion costantinopolitano di Prodromos Petra, ricostruisce la parentela tra i testimoni con completa dimostrazione dello stemma ed esamina la storia del testo dal Seicento all’Ottocento.
Ronchey, S. (2014). Eustathii Thessalonicensis Exegesis in Canonem Iambicum Pentecostalem. Prooemium, Acrostichis, Odae I et III, in Silvia Ronchey - Paolo Cesaretti (edd.), Eustathii Thessalonicensis. Exegesis in Canonem Iambicum Pentecostalem, (Supplementa Byzantina, 10). Berlin-München-Boston : Walter de Gruyter.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/174284
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact