The open space system is put forward again in recent master-planning schemes, whose strategic framework is characterised by continuity and chain paradigm. This has become a crucial component for the regeneration and integration of the inner and modern city. This essay hinges on the most recent ecological theories as well as on the European cities design tradition, that goes from the XVIII Century to the rationalist period. The research focuses on: - the new significance of the urban open space, which uses the chain/network concept design of continuity/integration; - the role it can play as an urban regeneration and integration instrument, starting from the re-use of abandoned and left over space; - the real feasibility and efficacy, combined with its limits, of the general thesis and the first design experimentation on these themes. The investigation field is supplied by Rogers’ theories of urban regeneration and by the academic and political debate that, together with the reform, have shaped the framework of the new London Plan and the first design experimentation for the regeneration of the inner city. A key contribution of the present work is to analyse, also by using different speakers’ opinions, these ideas’ applicability to other European city. The importance of this research field stems from the great availability in contemporary cities, coupled with the abandoned land, left over space remaining from the settlement process. The questions addressed in this work deals with a number of issues. These are: first, the way these areas are associated to very different typologies and factors (real estate residues, minor roads, old railway routes disused, old valley lines broken, green rural residues, left over space after planning); second, how these are subject to improper use (warehouses, temporary vegetable gardens, improvised play areas, unauthorised parking lots, etc.) or inadequate use (green public spaces divided into town districts). Finally, how design tend to ignore these residual spaces or to use them in a fragmented vision of public and green spaces. The presence of these residual spaces depends on two factors: - the transformation of the manufacturing process, which has released the spaces of industrial dismantling (very large, often contaminated, inner city areas, connected to the road and railway network by the dedicated rail lines for manufactured material); - the recent contemporary cities building method founded on separated stages, not interconnected and auto-conclusive fragmented settlements, and the source of large residual “in between” spaces, with no purpose. Generally, the re-use of these spaces has been episodic. Its motivations were mostly connected to the centrality land values, as well as to the agents’ contingent intentions, purely for densification purposes (“to fill in gaps”) or to protect the empty space. Recent projects have shown how these residual spaces can be re-organized in a more comprehensive strategy for the contemporary city’s regeneration. The hypothesis is to re-use these areas (left over space, brownfield site, abandoned land) to built green chains viewed not only as an ecological recuperation of the city’s environment quality but also as an occasion to find space for the social aggregation and as an opportunity to give a unitary design and formal quality for the whole city and its parts. The debate on this matter has often charged these hypotheses as abstracted and impracticable. In reality, these already existed in the history and the recent projects demonstrate their feasibility even if this would involve different paths and purposes. The research must therefore verify these hypotheses by reconstructing and evaluating, from this point of view, the most recent projects, and the associated debate, that are taking place in London and the United Kingdom and try to understand if extent these paths are feasible for other European cities. This work is quite innovative for three raisons: - this book analyses the policies and their realization at local level; - contains huge quantity of unpublished documents and images; - identifies composite, spatial and functional roules to integrate and shape the open space system with the urban system Moreover, the assessment of whether and to what extent these paths are feasible for other European cities is also at the core of our investigation.

Il sistema del verde viene oggi riproposto in alcuni piani urbanistici più recenti secondo un disegno di struttura caratterizzato dalla continuità e dal paradigma reticolare; esso è utilizzato come componente primaria di un’operazione di riqualificazione ed integrazione della città consolidata, costruita negli anni del boom edilizio, e della città contemporanea caratterizzata dalla diffusione insediativa. Questa tesi è frutto del pensiero ecologico più recente ma trova in parte riferimenti nella tradizione del disegno della città europea, dal ‘700 al razionalismo. La ricerca indaga su:  i nuovi significati attribuiti al verde urbano con l’impiego del paradigma reticolare continuità/integrazione;  il ruolo che questo può assumere quale strumento di riqualificazione ed integrazione urbana, a partire dal riutilizzo degli open space in dismissione e degli spazi residuali;  la reale fattibilità ed efficacia, insieme ai limiti, delle tesi generali e delle sperimentazioni progettuali proposte o avviate su questi temi. Il campo di approfondimento è offerto dalle tesi sulla riqualificazione urbana di Rogers e dal dibattito e le riforme da queste suscitato che hanno determinato l’impostazione del nuovo piano di Londra e delle prime sperimentazioni progettuali avviate per la riqualificazione di parti della città. Il percorso consente infine, anche utilizzando opinioni di diversi interlocutori, di verificare l’applicabilità di queste tesi alla riqualificazione della città europea. Alcuni concetti generali ed un glossario con i termini significativi più in uso sulle reti urbane sono riportati in allegato. Le motivazioni ed il campo problematico della ricerca prendono le mosse dal considerare: la larga disponibilità nella città contemporanea, insieme alle grandi aree di dismissione, di aree e spazi minori residuali del processo insediativo; come queste aree siano riconducibili a tipologie e fattori assai diversi (residui fondiari, viabilità minori, percorsi tranviari dismessi, residui verdi agricoli, o spazi pubblici poco utilizzati o superflui, ecc.); come esse siano oggetto di usi impropri (depositi, orti provvisori, campi gioco improvvisati, parcheggi abusivi, ecc.) o inadeguati (verdi pubblici frammentati dei quartieri); infine come i comportamenti ricorrenti nella progettazione tendano a trascurare o ignorare questi residui o ad utilizzarli in una visione frammentata dello spazio pubblico e del verde. La presenza di questi spazi residuali è dovuta a due diversi fattori:  le trasformazioni del ciclo produttivo che hanno reso disponibili gli spazi della dismissione industriale (aree molto grandi, interne alla città, spesso contaminate, ben collegate alla rete della mobilità e del trasporto su ferro per la presenza di linee ferroviarie specializzate per il trasporto dei materiali prodotti);  le recenti modalità di costruzione della città contemporanea per episodi staccati, frammenti insediativi non interconnessi ed autoconclusi, che lasciano larghi spazi residuali interposti, privi di destinazione. In generale, la riutilizzazione di questi spazi è stata affrontata in modo episodico, con motivazioni perlopiù legate al recupero economico dei valori fondiari della centralità ed alla intenzioni contingenti degli operatori, con modalità di pura densificazione (“il riempire i buchi”) o con motivazioni di pura tutela del vuoto (il vincolo al quale segue spesso l’abbandono). Recenti esperienze hanno dimostrato come questi spazi ed aree residue possano essere oggetto di una strategia più complessiva per la riqualificazione della città contemporanea. In particolare, l’attenzione si è posta sulle ipotesi di riutilizzare queste aree per costituire delle reti verdi, proposte sia nell’ottica ecologica di un recupero della qualità ambientale nella città sia nell’ottica dell’offerta di occasioni di riaggregazione sociale e ancor più, secondo alcuni autori, come occasione di ridare disegno unitario, quindi qualità formale, all’intera città ed alle parti componenti. Queste ipotesi, nel dibattito in corso, sono state spesso accusate di astrattezza e non praticabilità. In realtà si può riscontrare sia che esse erano in qualche modo già presenti nella storia e nelle vicende della città del passato sia che oggi si dispone di linee di sperimentazione e di esempi e realizzazioni che ne dimostrano la fattibilità pur seguendo percorsi e finalità diversi. La ricerca intende quindi verificare le ipotesi sopradette ricostruendo e valutando in questa ottica il dibattito e le esperienze più recenti in corso in Gran Bretagna e per la città di Londra.

Nucci, L. (2004). Reti verdi e disegno della città contemporanea: la costruzione del nuovo piano di Londra. ROMA : Gangemi.

Reti verdi e disegno della città contemporanea: la costruzione del nuovo piano di Londra

NUCCI, LUCIA
2004-01-01

Abstract

The open space system is put forward again in recent master-planning schemes, whose strategic framework is characterised by continuity and chain paradigm. This has become a crucial component for the regeneration and integration of the inner and modern city. This essay hinges on the most recent ecological theories as well as on the European cities design tradition, that goes from the XVIII Century to the rationalist period. The research focuses on: - the new significance of the urban open space, which uses the chain/network concept design of continuity/integration; - the role it can play as an urban regeneration and integration instrument, starting from the re-use of abandoned and left over space; - the real feasibility and efficacy, combined with its limits, of the general thesis and the first design experimentation on these themes. The investigation field is supplied by Rogers’ theories of urban regeneration and by the academic and political debate that, together with the reform, have shaped the framework of the new London Plan and the first design experimentation for the regeneration of the inner city. A key contribution of the present work is to analyse, also by using different speakers’ opinions, these ideas’ applicability to other European city. The importance of this research field stems from the great availability in contemporary cities, coupled with the abandoned land, left over space remaining from the settlement process. The questions addressed in this work deals with a number of issues. These are: first, the way these areas are associated to very different typologies and factors (real estate residues, minor roads, old railway routes disused, old valley lines broken, green rural residues, left over space after planning); second, how these are subject to improper use (warehouses, temporary vegetable gardens, improvised play areas, unauthorised parking lots, etc.) or inadequate use (green public spaces divided into town districts). Finally, how design tend to ignore these residual spaces or to use them in a fragmented vision of public and green spaces. The presence of these residual spaces depends on two factors: - the transformation of the manufacturing process, which has released the spaces of industrial dismantling (very large, often contaminated, inner city areas, connected to the road and railway network by the dedicated rail lines for manufactured material); - the recent contemporary cities building method founded on separated stages, not interconnected and auto-conclusive fragmented settlements, and the source of large residual “in between” spaces, with no purpose. Generally, the re-use of these spaces has been episodic. Its motivations were mostly connected to the centrality land values, as well as to the agents’ contingent intentions, purely for densification purposes (“to fill in gaps”) or to protect the empty space. Recent projects have shown how these residual spaces can be re-organized in a more comprehensive strategy for the contemporary city’s regeneration. The hypothesis is to re-use these areas (left over space, brownfield site, abandoned land) to built green chains viewed not only as an ecological recuperation of the city’s environment quality but also as an occasion to find space for the social aggregation and as an opportunity to give a unitary design and formal quality for the whole city and its parts. The debate on this matter has often charged these hypotheses as abstracted and impracticable. In reality, these already existed in the history and the recent projects demonstrate their feasibility even if this would involve different paths and purposes. The research must therefore verify these hypotheses by reconstructing and evaluating, from this point of view, the most recent projects, and the associated debate, that are taking place in London and the United Kingdom and try to understand if extent these paths are feasible for other European cities. This work is quite innovative for three raisons: - this book analyses the policies and their realization at local level; - contains huge quantity of unpublished documents and images; - identifies composite, spatial and functional roules to integrate and shape the open space system with the urban system Moreover, the assessment of whether and to what extent these paths are feasible for other European cities is also at the core of our investigation.
2004
88-492-0523-6
Il sistema del verde viene oggi riproposto in alcuni piani urbanistici più recenti secondo un disegno di struttura caratterizzato dalla continuità e dal paradigma reticolare; esso è utilizzato come componente primaria di un’operazione di riqualificazione ed integrazione della città consolidata, costruita negli anni del boom edilizio, e della città contemporanea caratterizzata dalla diffusione insediativa. Questa tesi è frutto del pensiero ecologico più recente ma trova in parte riferimenti nella tradizione del disegno della città europea, dal ‘700 al razionalismo. La ricerca indaga su:  i nuovi significati attribuiti al verde urbano con l’impiego del paradigma reticolare continuità/integrazione;  il ruolo che questo può assumere quale strumento di riqualificazione ed integrazione urbana, a partire dal riutilizzo degli open space in dismissione e degli spazi residuali;  la reale fattibilità ed efficacia, insieme ai limiti, delle tesi generali e delle sperimentazioni progettuali proposte o avviate su questi temi. Il campo di approfondimento è offerto dalle tesi sulla riqualificazione urbana di Rogers e dal dibattito e le riforme da queste suscitato che hanno determinato l’impostazione del nuovo piano di Londra e delle prime sperimentazioni progettuali avviate per la riqualificazione di parti della città. Il percorso consente infine, anche utilizzando opinioni di diversi interlocutori, di verificare l’applicabilità di queste tesi alla riqualificazione della città europea. Alcuni concetti generali ed un glossario con i termini significativi più in uso sulle reti urbane sono riportati in allegato. Le motivazioni ed il campo problematico della ricerca prendono le mosse dal considerare: la larga disponibilità nella città contemporanea, insieme alle grandi aree di dismissione, di aree e spazi minori residuali del processo insediativo; come queste aree siano riconducibili a tipologie e fattori assai diversi (residui fondiari, viabilità minori, percorsi tranviari dismessi, residui verdi agricoli, o spazi pubblici poco utilizzati o superflui, ecc.); come esse siano oggetto di usi impropri (depositi, orti provvisori, campi gioco improvvisati, parcheggi abusivi, ecc.) o inadeguati (verdi pubblici frammentati dei quartieri); infine come i comportamenti ricorrenti nella progettazione tendano a trascurare o ignorare questi residui o ad utilizzarli in una visione frammentata dello spazio pubblico e del verde. La presenza di questi spazi residuali è dovuta a due diversi fattori:  le trasformazioni del ciclo produttivo che hanno reso disponibili gli spazi della dismissione industriale (aree molto grandi, interne alla città, spesso contaminate, ben collegate alla rete della mobilità e del trasporto su ferro per la presenza di linee ferroviarie specializzate per il trasporto dei materiali prodotti);  le recenti modalità di costruzione della città contemporanea per episodi staccati, frammenti insediativi non interconnessi ed autoconclusi, che lasciano larghi spazi residuali interposti, privi di destinazione. In generale, la riutilizzazione di questi spazi è stata affrontata in modo episodico, con motivazioni perlopiù legate al recupero economico dei valori fondiari della centralità ed alla intenzioni contingenti degli operatori, con modalità di pura densificazione (“il riempire i buchi”) o con motivazioni di pura tutela del vuoto (il vincolo al quale segue spesso l’abbandono). Recenti esperienze hanno dimostrato come questi spazi ed aree residue possano essere oggetto di una strategia più complessiva per la riqualificazione della città contemporanea. In particolare, l’attenzione si è posta sulle ipotesi di riutilizzare queste aree per costituire delle reti verdi, proposte sia nell’ottica ecologica di un recupero della qualità ambientale nella città sia nell’ottica dell’offerta di occasioni di riaggregazione sociale e ancor più, secondo alcuni autori, come occasione di ridare disegno unitario, quindi qualità formale, all’intera città ed alle parti componenti. Queste ipotesi, nel dibattito in corso, sono state spesso accusate di astrattezza e non praticabilità. In realtà si può riscontrare sia che esse erano in qualche modo già presenti nella storia e nelle vicende della città del passato sia che oggi si dispone di linee di sperimentazione e di esempi e realizzazioni che ne dimostrano la fattibilità pur seguendo percorsi e finalità diversi. La ricerca intende quindi verificare le ipotesi sopradette ricostruendo e valutando in questa ottica il dibattito e le esperienze più recenti in corso in Gran Bretagna e per la città di Londra.
Le système vert est aujourd'hui reproposée dans certains plus récents urbanisme selon une conception de structure caractérisée par la continuité et le paradigme de réseau ; Il est utilisé comme la principale composante d'un recyclage et l'intégration de la ville consolidée, construit pendant les années du boom et la ville contemporaine, caractérisée par la propagation du développement. Cette thèse est le résultat de la pensée écologique plus récente mais est dans les références dans la tradition de la ville européenne, dessin de 700 au rationalisme. La recherche porte sur:-nouvelles significations attribuées à urbain vert avec l'utilisation du paradigme de continuité réseau/intégration ; -le rôle qu'il peut jouer comme un outil pour le réaménagement et l'intégration urbaine, depuis la ré-utilisation de l'espace ouvert d'immersion et des espaces résiduels ; -la faisabilité réelle et l'efficacité, ainsi que les politiques et thèses de conception proposée, des limites ou des essais réalisés sur ces questions. Le domaine d'études est offert par les thèses sur la régénération urbaine de Rogers et de débat et de ces suscitées des réformes qui ont abouti en définissant le nouveau Londres plan et la conception des essais entrepris le réaménagement des quartiers de la ville. L'emplacement permet également à l'aide des opinions des différentes parties prenantes, afin de vérifier l'applicabilité de ces thèses au réaménagement de la ville. Certains concepts généraux et un glossaire contenant les termes importants plus en cours d'utilisation sur le réseau local sont énumérés à l'annexe. Les motivations et le domaine problématique de recherche proviennent de grande disponibilité : envisager la ville contemporaine, ainsi que de grandes zones de dessaisissement et mineure de processus de versement résiduel ; comme ces zones sont causés par des facteurs très différents et les types (terre, débris mineure de la route, voies de tramway désaffectée, résidus agricoles vertes ou espaces publics peu utilisés ou redondantes, etc..) ; comme ils sont soumis à une mauvaise utilisation (entrepôts, Jardins éphémères, jouant des champs, stationnement beaucoup improvisé abusif, etc.) ou insuffisants (fragmentés espaces verts publics) ; Enfin étant donné que les déposants dans la conception des comportements ont tendance à négliger ou à ignorer ces composés ou de les utiliser dans une vision fragmentée des espaces publics et verts. La présence de ces espaces résiduels est due à deux facteurs différents:-la transformation du cycle de production qui fait disposition disponible des espaces industriels (très grandes surfaces, au sein de la ville, souvent contaminés, bien connectés au réseau de mobilité et de transport sur le fer par la présence de lignes ferroviaires spécialisés pour le transport de matières produites) ; -la méthode récente de construction de la ville contemporaine pour les épisodes, ne pas se contenter de fragments reliés entre eux et autoconclusi, qui laissent les grands espaces résiduels n'interposé, aucune destination. En général, la réutilisation de ces espaces a été abordée dans sporadiquement, avec raisons principalement liées à la reprise économique de la valeur des terres des travailleurs de centralité et contingent, intentions avec mode de densification pure ("combler les trous") ou avec des motifs de pure protection sous vide (la contrainte qui suit souvent l'abandon). Des expériences récentes ont montré comment ces espaces et zones résiduelles peuvent être soumis à une stratégie globale pour le réaménagement de la ville contemporaine. En particulier, accent a été mis sur l'idée de réutiliser ces zones pour former des réseaux verts, les deux propositions dans le cadre d'une restauration écologique de qualité de l'environnement dans les villes à la fois en termes de possibilités sociales et reconnexion du même plus, selon certains auteurs, comme une occasion de redonner une conception unitaire et la qualité formelle, toute la ville et de ses composants. Ces hypothèses, dans le débat en cours, ont souvent été accusés de caractère abstrait et pas pratique. En fait, vous pouvez trouver est qu'ils en quelque sorte déjà présent dans l'histoire et dans les affaires de la ville du passé est que vous avez aujourd'hui lignes d'expérimentation et des exemples et des réalisations qui démontrent la faisabilité et les chemins d'accès tout en suivants des objectifs différents. La recherche a donc l'intention de vérifier les hypothèses ci-dessus reconstruction et considérant à cet égard et de débattre des expériences d'en cours en Grande-Bretagne et pour la ville de Londres.
El sistema verde es hoy ornan algunos urbanísticas más reciente según un diseño de estructura que se caracteriza por la continuidad y el paradigma de la celosía; Se utiliza como el principal componente de una readaptación e integración de la ciudad consolidada, construido durante los años del boom y la ciudad contemporánea, caracterizada por la expansión del desarrollo. Esta tesis es el resultado del pensamiento ecológico más reciente pero en las referencias en la tradición de la ciudad europea, dibujo de 700 al racionalismo. La investigación investiga:-nuevos significados atribuidos a urbano verde con el uso de paradigma de continuidad de red e integración; -el papel que puede desempeñar como una herramienta para la rehabilitación y la integración urbana, desde la reutilización de espacio abierto en desecho y espacios residuales; -la viabilidad real y eficacia, junto con los límites, políticas y tesis diseño propuesto o ensayos realizados sobre estos temas. El campo de estudio es ofrecido por tesis sobre regeneración urbana de Rogers y de debate y de estas reformas despierta que resultó en la creación de la nueva Londres ensayos plan y diseño iniciaron la reconstrucción de partes de la ciudad. La ubicación también permite utilizar comentarios de diferentes actores, para verificar la aplicabilidad de estas tesis para la reurbanización de la ciudad. Algunos conceptos generales y un glosario con los términos importantes ya en usan en la red local se enumeran en el anexo. Las motivaciones y el campo problemático de la investigación provienen de amplia disponibilidad: considerar la ciudad contemporánea, junto con grandes zonas de desinversión y menor de proceso de solución residual; como estas áreas están causadas por factores muy diferentes y tipos (tierra, desechos de la carretera menor, rutas de tranvía en desuso, verdes residuos agrícolas o espacios públicos poco utilizado o redundantes, etc..); como están sujetos a un uso inadecuado (almacenes, temporales jardines, campos de juego, estacionamiento lotes improvisados abusiva, etc.) o insuficientes (fragmentadas zonas verdes públicas); Por último, como los solicitantes en el diseño de comportamientos tienden a pasar por alto o ignorar estos compuestos o utilizarlos en una visión fragmentada del espacio público y verde. La presencia de estos espacios residuales es debido a dos factores:-la transformación del ciclo de producción que hizo disponible disposición espacios industriales (áreas muy grandes, dentro de la ciudad, a menudo contaminados, bien conectadas a la red de movilidad y transporte de hierro por la presencia de líneas de ferrocarril especializados para el transporte de materiales producidos); -el reciente método de construcción de la ciudad contemporánea de episodios, no resolver fragmentos interconectados y autoconclusi, que deja grandes espacios residuales no interpuesto, destino. En general, la reutilización de estos espacios ha sido abordada en forma esporádica, con motivos relacionados principalmente con la recuperación económica de los valores de la tierra de los trabajadores de centralidad y contingente, intenciones con modo de densificación puro ("tapar los agujeros") o con motivos de protección de vacío puro (la restricción que a menudo sigue el abandono). Experiencias recientes han demostrado cómo estos espacios y áreas residuales pueden sufrir una estrategia global para la reurbanización de la ciudad contemporánea. En particular, se hace hincapié en la idea de volver a utilizar estas áreas para formar redes verdes, ambas propuestas como parte de una restauración ecológica de calidad ambiental en las ciudades en términos de oportunidades sociales y re-Association de más, según algunos autores, como una oportunidad para restaurar un diseño y calidad formal, a toda la ciudad y sus componentes. Estas hipótesis, en el debate, han sido acusadas a menudo de abstracto y no práctico. Realmente puede encontrar es que de alguna manera ya presentan en historia y en los asuntos de la ciudad del pasado es que hoy hay líneas de experimentación y ejemplos y logros que demuestran la viabilidad y caminos mientras siguientes propósitos diferentes. La investigación por lo tanto, tiene la intención de verificar los supuestos sobre la reconstrucción y teniendo en cuenta en este contexto y debatir las últimas experiencias curso en Gran Bretaña y de la ciudad de Londres.
Nucci, L. (2004). Reti verdi e disegno della città contemporanea: la costruzione del nuovo piano di Londra. ROMA : Gangemi.
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