Il saggio è dedicato a misurare l’impatto delle attività produttive e dei consumi delle famiglie sull’emissione di sei inquinanti atmosferici (ossidi di zolfo, ossidi di azoto, metano, biossido di carbonio, protossido di azoto e ammoniaca) nonché sull’assorbimento di quattro risorse naturali, due delle quali sono risorse energetiche (vapore endogeno, legno e combustibili fossili) e le altre due non energetiche (minerali e biomasse). I dati utilizzati sono quelli della prima NAMEA (National Accounting Matrix including Environmental Accounts) italiana, pubblicata dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) nell’anno 2000. La NAMEA integra una matrice di contabilità interindustriale con la contabilità ambientale, cioè con stime degli inquinanti emessi e delle risorse naturali non riproducibili assorbite per effetto delle produzioni e dei consumi.Il modello utilizzato è un modello lineare di produzione e di consumo di tipo leontieviano, mediante il quale in una prima versione si calcolano i moltiplicatori, cioè l’impatto diretto e indiretto, delle produzioni finali e, in una seconda versione, l’impatto dei prodotti netti, dopo aver reso endogene le funzioni di consumo. Si possono così individuare, per ciascuno dei sei inquinanti, le produzioni finali o nette che maggiormente contribuiscono all’emissione sia direttamente sia indirettamente, vale a dire mediante i beni e servizi intermedi acquistati nel resto dell’economia, ovvero che maggiormente assorbono, direttamente e indirettamente, le risorse naturali non riproducibili.Il modello lineare di produzione e di consumo è successivamente modificato assumendone una forma chiusa (con le quantità di lavoro utilizzate dalle attività produttive e i beni finali, resi endogeni), ciò che consente di calcolare i prezzi relativi usando il lavoro come numerario. Sulla base di tali prezzi relativi le emissioni degli inquinanti sono riattribuite alle produzioni e ai consumi risultando così diverse dalle emissioni attribuite in base ai prezzi assoluti in unità monetaria. La differenza tra le due stime (a prezzi relativi e a prezzi assoluti) segnala che le produzioni agricola, di elettricità e dei servizi di trasporto sono meno inquinanti di quanto appaia a prima vista, mentre le attività commerciali, gli altri servizi (diversi dal commercio e dai trasporti) sono più inquinanti. Il risultato così ottenuto può servire a disegnare interventi fiscali più appropriati per contenere l’inquinamento atmosferico.

D'Antonio, M. (2002). Produzione, consumo e inquinamento atmosferico: un?analisi del caso italiano,, 1.

Produzione, consumo e inquinamento atmosferico: un?analisi del caso italiano,

D'ANTONIO, Mario
2002-01-01

Abstract

Il saggio è dedicato a misurare l’impatto delle attività produttive e dei consumi delle famiglie sull’emissione di sei inquinanti atmosferici (ossidi di zolfo, ossidi di azoto, metano, biossido di carbonio, protossido di azoto e ammoniaca) nonché sull’assorbimento di quattro risorse naturali, due delle quali sono risorse energetiche (vapore endogeno, legno e combustibili fossili) e le altre due non energetiche (minerali e biomasse). I dati utilizzati sono quelli della prima NAMEA (National Accounting Matrix including Environmental Accounts) italiana, pubblicata dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) nell’anno 2000. La NAMEA integra una matrice di contabilità interindustriale con la contabilità ambientale, cioè con stime degli inquinanti emessi e delle risorse naturali non riproducibili assorbite per effetto delle produzioni e dei consumi.Il modello utilizzato è un modello lineare di produzione e di consumo di tipo leontieviano, mediante il quale in una prima versione si calcolano i moltiplicatori, cioè l’impatto diretto e indiretto, delle produzioni finali e, in una seconda versione, l’impatto dei prodotti netti, dopo aver reso endogene le funzioni di consumo. Si possono così individuare, per ciascuno dei sei inquinanti, le produzioni finali o nette che maggiormente contribuiscono all’emissione sia direttamente sia indirettamente, vale a dire mediante i beni e servizi intermedi acquistati nel resto dell’economia, ovvero che maggiormente assorbono, direttamente e indirettamente, le risorse naturali non riproducibili.Il modello lineare di produzione e di consumo è successivamente modificato assumendone una forma chiusa (con le quantità di lavoro utilizzate dalle attività produttive e i beni finali, resi endogeni), ciò che consente di calcolare i prezzi relativi usando il lavoro come numerario. Sulla base di tali prezzi relativi le emissioni degli inquinanti sono riattribuite alle produzioni e ai consumi risultando così diverse dalle emissioni attribuite in base ai prezzi assoluti in unità monetaria. La differenza tra le due stime (a prezzi relativi e a prezzi assoluti) segnala che le produzioni agricola, di elettricità e dei servizi di trasporto sono meno inquinanti di quanto appaia a prima vista, mentre le attività commerciali, gli altri servizi (diversi dal commercio e dai trasporti) sono più inquinanti. Il risultato così ottenuto può servire a disegnare interventi fiscali più appropriati per contenere l’inquinamento atmosferico.
2002
D'Antonio, M. (2002). Produzione, consumo e inquinamento atmosferico: un?analisi del caso italiano,, 1.
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