Pochi giorni prima dell'anniversario del trentennale del colpo di Stato in Argentina la città di Faenza ha dato una dimostrazione di grande sensibilità. Il 21 marzo la Giunta comunale, su proposta di Renzo Bertaccini, ha aggiudicato l'onorificenza del «Faentino lontano» alla signora Elda Casadio nata a Faenza nel 1926 e residente in Argentina.Disgraziatamente Elda Casadio, Madre di Piazza di Maggio, è morta qualche settimana dopo aver saputo dell'onorificenza in seguito ad una rapina subita preso la sua abitazione di Buenos Aires. Una faentina lontana e profondamente vicina, una compaesana del tristemente celebre cardinale Pio Laghi, quel Nunzio Apostolico che nell'Argentina della dittatura militare - con 30.000 oppositori o presunti tali sequestrati, torturati e gettati ancora vivi in mezzo al mare - sceglieva il silenzio. Perché il cardinale Laghi, come Elda Casadio, è di Faenza. Laghi nacque nel 1922 a Castiglione di Forlì, piccolo paese vicino a Faenza, da una famiglia di contadini. Il padre lo iscrisse alla scuola ginnasiale dell'Istituto Salesiano di Faenza e vista la dedizione del bambino, alcuni benestanti della città hanno contribuito a fargli continuare gli studi, andati poi avanti con successo nella carriera ecclesiastica.Quanto a Elda Casadio, nel 1944 conosce un giovane soldato polacco, Stanislao Koval, in Italia per liberarla dall'occupazione tedesca. Finita la guerra decidono di sposarsi e nel 1945 nasce il loro figlio, anche lui Stanislao. Senza lavoro e con un bimbo a carico, nel 1946 decidono di tentare fortuna in Argentina. «Siamo partiti con un baule», raccontava Elda. «Ci siamo sistemati in una piccola casa di legno e lamiera». Quando tutto sembrava procedere per il meglio, un giorno sono arrivati i militari: «pensavo di essere tornata al clima della guerra qui in Italia, ma nemmeno i tedeschi hanno fatto quello che è successo in Argentina. Stanislao aveva 31 anni, è stato portato via il 28 maggio 1976». Quel 28 maggio Elda vide per l'ultima volta Stanislao: «Il mio ragazzo era dentro un'auto, con un bavaglio sulla bocca e un uomo che gli teneva una pistola puntata alla tempia». «Un paio di mesi dopo il sequestro di mio figlio andai da Monsignor Laghi, nella sede della Nunziatura apostolica. Appena entrata gli dissi: Monsignore, io sono di Faenza, ho un figlio desaparecido. Mi guardò e mi chiese: Suo figlio era un comunista? Non era un comunista ma anche se lo fosse stato, si deve uccidere per una idea?» Pio Laghi non ha fatto nulla per Stanislao, diceva di avere le mani legate.Anche per questo venerdì 12 maggio a Faenza, alla presenza dell'autore, è stato presentato l'ultimo libro di Horacio Verbitsky, L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, un'indagine sulle connivenze tra la Chiesa cattolica e dittatura. Domenica scorsa, in occasione della Solennità della Beata Vergine delle Grazie, patrona della città di Faenza, la Chiesa diocesana ha festeggiato i 60 anni di sacerdozio dei cardinali Pio Laghi e Achille Silvestrini. Un gruppo di giovani ha distribuito un volantino che, dopo aver ricordato i silenzi del cardinale, chiede «Chi è il cardinale Laghi e cosa ha da festeggiare oggi la Chiesa?».La notte precedente, qualcuno aveva incollato due scarpe di donna sul gradino del Duomo, a ricordare le tante madri di desaparecidos che ancora aspettano giustizia. Inutile dirlo ma le scarpe, al mattino, sono state rimosse.

Tognonato, C.A. (2006). "Argentina, a Faenza le orme della dittatura".

"Argentina, a Faenza le orme della dittatura"

TOGNONATO, CLAUDIO ALBERTO
2006-01-01

Abstract

Pochi giorni prima dell'anniversario del trentennale del colpo di Stato in Argentina la città di Faenza ha dato una dimostrazione di grande sensibilità. Il 21 marzo la Giunta comunale, su proposta di Renzo Bertaccini, ha aggiudicato l'onorificenza del «Faentino lontano» alla signora Elda Casadio nata a Faenza nel 1926 e residente in Argentina.Disgraziatamente Elda Casadio, Madre di Piazza di Maggio, è morta qualche settimana dopo aver saputo dell'onorificenza in seguito ad una rapina subita preso la sua abitazione di Buenos Aires. Una faentina lontana e profondamente vicina, una compaesana del tristemente celebre cardinale Pio Laghi, quel Nunzio Apostolico che nell'Argentina della dittatura militare - con 30.000 oppositori o presunti tali sequestrati, torturati e gettati ancora vivi in mezzo al mare - sceglieva il silenzio. Perché il cardinale Laghi, come Elda Casadio, è di Faenza. Laghi nacque nel 1922 a Castiglione di Forlì, piccolo paese vicino a Faenza, da una famiglia di contadini. Il padre lo iscrisse alla scuola ginnasiale dell'Istituto Salesiano di Faenza e vista la dedizione del bambino, alcuni benestanti della città hanno contribuito a fargli continuare gli studi, andati poi avanti con successo nella carriera ecclesiastica.Quanto a Elda Casadio, nel 1944 conosce un giovane soldato polacco, Stanislao Koval, in Italia per liberarla dall'occupazione tedesca. Finita la guerra decidono di sposarsi e nel 1945 nasce il loro figlio, anche lui Stanislao. Senza lavoro e con un bimbo a carico, nel 1946 decidono di tentare fortuna in Argentina. «Siamo partiti con un baule», raccontava Elda. «Ci siamo sistemati in una piccola casa di legno e lamiera». Quando tutto sembrava procedere per il meglio, un giorno sono arrivati i militari: «pensavo di essere tornata al clima della guerra qui in Italia, ma nemmeno i tedeschi hanno fatto quello che è successo in Argentina. Stanislao aveva 31 anni, è stato portato via il 28 maggio 1976». Quel 28 maggio Elda vide per l'ultima volta Stanislao: «Il mio ragazzo era dentro un'auto, con un bavaglio sulla bocca e un uomo che gli teneva una pistola puntata alla tempia». «Un paio di mesi dopo il sequestro di mio figlio andai da Monsignor Laghi, nella sede della Nunziatura apostolica. Appena entrata gli dissi: Monsignore, io sono di Faenza, ho un figlio desaparecido. Mi guardò e mi chiese: Suo figlio era un comunista? Non era un comunista ma anche se lo fosse stato, si deve uccidere per una idea?» Pio Laghi non ha fatto nulla per Stanislao, diceva di avere le mani legate.Anche per questo venerdì 12 maggio a Faenza, alla presenza dell'autore, è stato presentato l'ultimo libro di Horacio Verbitsky, L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, un'indagine sulle connivenze tra la Chiesa cattolica e dittatura. Domenica scorsa, in occasione della Solennità della Beata Vergine delle Grazie, patrona della città di Faenza, la Chiesa diocesana ha festeggiato i 60 anni di sacerdozio dei cardinali Pio Laghi e Achille Silvestrini. Un gruppo di giovani ha distribuito un volantino che, dopo aver ricordato i silenzi del cardinale, chiede «Chi è il cardinale Laghi e cosa ha da festeggiare oggi la Chiesa?».La notte precedente, qualcuno aveva incollato due scarpe di donna sul gradino del Duomo, a ricordare le tante madri di desaparecidos che ancora aspettano giustizia. Inutile dirlo ma le scarpe, al mattino, sono state rimosse.
2006
Tognonato, C.A. (2006). "Argentina, a Faenza le orme della dittatura".
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/271963
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact