Per l'Argentina, il bianco delle Madri «Le Pazze. Un incontro con le Madri di Plaza di Mayo» di Daniela Padoan. Testimonianze, interviste e racconti per tessere la tela di una storia che non si vuole dimenticareCLAUDIO TOGNONATODifficile dire quando inizia una storia, «la storia». In questo caso diremo che la storia delle Madri di Piazza di Maggio inizia all'alba del 24 marzo 1976 quando la Giunta militare, capeggiata da Jorge Videla, mise in atto ciò che sei mesi prima aveva pubblicamente promesso. Anche per questo il colpo di stato non sorprese nessuno. Anzi, alcuni furono finalmente appagati da una stupida attesa. Non sarebbero stati delusi: si apriva quel giorno la pagina più nera della storia argentina. «Alle due di notte, fecero irruzione nel nostro padiglione le Forze congiunte dell'Esercito, Gendarmeria penitenziaria e Polizia provinciale - racconta Julian Monteros, all'epoca detenuto nel carcere di Tucumán - Quella notte fu la più lunga della mia vita. Ci picchiarono fino all'alba e chi cadeva moriva. Tutta la notte fino alle otto del mattino, continuarono a colpirci dicendo che era finita la democrazia, che eravamo morti (...) quella notte passammo dalla categoria di prigionieri politici a desaparecidos (...) a partire da quel giorno fummo torturati in ogni momento, mattino, giorno, sera e notte». Era quel 24 marzo 1976 e nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto.Le Pazze. Un incontro con le Madri di Plaza di Mayo di Daniela Padoan (Bompiani, pp. 423, € 9,50) dà voce alle Madri e ad alcuni sopravissuti che testimoniano ciò che accade negli anni della dittatura militare argentina (1976-83). Il libro è un insieme di frammenti di vita raccolti in conversazioni tra l'autrice e le Madri, svolte durante un lasso di cinque anni. Tra di loro non poteva mancare Hebe de Bonafini, storica presidente dell'Associazione, che all'epoca era una semplice mamma, donna di casa, senza eccessive preoccupazioni politiche. Ora dopo la scomparsa dei suoi figli descrive con freddezza le ragioni strutturali che hanno scatenato il golpe. L'obiettivo della sistematica repressione era quello di imporre «un piano economico spaventoso, grazie al quale alcune persone sarebbero diventate immensamente ricche, e milioni e milioni enormemente poveri. All'inizio non capivamo cosa c'entrasse questo con la scomparsa dei nostri figli, ma poi abbiamo capito che, per applicare quel piano, era necessario far scomparire tre generazioni». Quel piano economico di cui parla Hebe de Bonafini è quello che, dopo essere collaudato in Cile e in Argentina, sarebbe stato adottato come modello di sviluppo dal Fondo monetario internazionale. Le Madri sanno che i loro figli sono stati fatti scomparire perché il progetto neoliberista fosse messo alla prova.Attorno all'obeliscoSe visitate l'Argentina, a Buenos Aires non vi scordate di andare in Piazza di Maggio, magari un giovedì, magari alle 15.30. Sì, saranno lì. Come sempre sono state da quando i loro figli, mariti, fratelli sono svaniti nel nulla inghiottiti tra le ombre della notte. Sono lì e non le troverete mai ferme, le troverete girando intorno all'obelisco con il loro fazzoletto bianco in testa. Sono anziane, sono diventate anziane su questa piazza. Alcune sono morte, ma non crediate d'incappare in un gruppo penoso di donne invecchiate che si lamentano del loro tragico destino. (...segue)

Tognonato, C.A. (2005). Per l'Argentina il bianco delle Madri.

Per l'Argentina il bianco delle Madri

TOGNONATO, CLAUDIO ALBERTO
2005-01-01

Abstract

Per l'Argentina, il bianco delle Madri «Le Pazze. Un incontro con le Madri di Plaza di Mayo» di Daniela Padoan. Testimonianze, interviste e racconti per tessere la tela di una storia che non si vuole dimenticareCLAUDIO TOGNONATODifficile dire quando inizia una storia, «la storia». In questo caso diremo che la storia delle Madri di Piazza di Maggio inizia all'alba del 24 marzo 1976 quando la Giunta militare, capeggiata da Jorge Videla, mise in atto ciò che sei mesi prima aveva pubblicamente promesso. Anche per questo il colpo di stato non sorprese nessuno. Anzi, alcuni furono finalmente appagati da una stupida attesa. Non sarebbero stati delusi: si apriva quel giorno la pagina più nera della storia argentina. «Alle due di notte, fecero irruzione nel nostro padiglione le Forze congiunte dell'Esercito, Gendarmeria penitenziaria e Polizia provinciale - racconta Julian Monteros, all'epoca detenuto nel carcere di Tucumán - Quella notte fu la più lunga della mia vita. Ci picchiarono fino all'alba e chi cadeva moriva. Tutta la notte fino alle otto del mattino, continuarono a colpirci dicendo che era finita la democrazia, che eravamo morti (...) quella notte passammo dalla categoria di prigionieri politici a desaparecidos (...) a partire da quel giorno fummo torturati in ogni momento, mattino, giorno, sera e notte». Era quel 24 marzo 1976 e nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto.Le Pazze. Un incontro con le Madri di Plaza di Mayo di Daniela Padoan (Bompiani, pp. 423, € 9,50) dà voce alle Madri e ad alcuni sopravissuti che testimoniano ciò che accade negli anni della dittatura militare argentina (1976-83). Il libro è un insieme di frammenti di vita raccolti in conversazioni tra l'autrice e le Madri, svolte durante un lasso di cinque anni. Tra di loro non poteva mancare Hebe de Bonafini, storica presidente dell'Associazione, che all'epoca era una semplice mamma, donna di casa, senza eccessive preoccupazioni politiche. Ora dopo la scomparsa dei suoi figli descrive con freddezza le ragioni strutturali che hanno scatenato il golpe. L'obiettivo della sistematica repressione era quello di imporre «un piano economico spaventoso, grazie al quale alcune persone sarebbero diventate immensamente ricche, e milioni e milioni enormemente poveri. All'inizio non capivamo cosa c'entrasse questo con la scomparsa dei nostri figli, ma poi abbiamo capito che, per applicare quel piano, era necessario far scomparire tre generazioni». Quel piano economico di cui parla Hebe de Bonafini è quello che, dopo essere collaudato in Cile e in Argentina, sarebbe stato adottato come modello di sviluppo dal Fondo monetario internazionale. Le Madri sanno che i loro figli sono stati fatti scomparire perché il progetto neoliberista fosse messo alla prova.Attorno all'obeliscoSe visitate l'Argentina, a Buenos Aires non vi scordate di andare in Piazza di Maggio, magari un giovedì, magari alle 15.30. Sì, saranno lì. Come sempre sono state da quando i loro figli, mariti, fratelli sono svaniti nel nulla inghiottiti tra le ombre della notte. Sono lì e non le troverete mai ferme, le troverete girando intorno all'obelisco con il loro fazzoletto bianco in testa. Sono anziane, sono diventate anziane su questa piazza. Alcune sono morte, ma non crediate d'incappare in un gruppo penoso di donne invecchiate che si lamentano del loro tragico destino. (...segue)
2005
Tognonato, C.A. (2005). Per l'Argentina il bianco delle Madri.
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