This essay analyses a group of works created by Tano Festa between 1963 and 1967 and investigates the possible sources for the artist’s working on Michelangelo Buonarroti’s iconographies. The stylistic analysis of Festa’s works is based on his own correspondence and on his well known statements, here newly reconsidered. It helps to clarify that Festa’s thinking on Michelangelo is contemporary to his experimenting with mechanical techniques of image production. Tano Festa’s choice of subjects reflects a series of figurative and literary references, which allow to highlight the role played in his imagination by the celebrations for the IV Centenary of Michelangelo’s death (1964). On that occasion, Michelangelo’s work was subjected to a critical process which took advantage of media such as photography and cinema. This critical interpretation focused on the investigation of the process of vision, a central concern in contemporary art, and was explored by Tano Festa through the suggestions he elicited from “Art and Visual Perception a psychology of the creative eye” by Rudolf Arnheim.

Il saggio esamina un nucleo di opere di Tano Festa realizzate tra il 1963 e il 1967, indagando con metodo filologico il ventaglio delle possibili fonti attraverso cui l’artista elabora alcune iconografie michelangiolesche. L’analisi stilistica delle opere, guidata dagli scritti privati di Festa e da una rilettura delle sue note dichiarazioni, permette di accertare come la meditazione su Michelangelo sia contemporanea a una intensa fase di sperimentazione sulle tecniche meccaniche della produzione dell’immagine. Le scelte di Tano Festa si precisano in una serie di riferimenti figurativi e letterari, che evidenziano il ruolo esercitato nell’immaginario dell’artista dalle celebrazioni promosse per la ricorrenza del IV Centenario della Morte di Michelangelo (1964). In quell’occasione, attraverso il ricorso a mezzi fotografici e cinematografici, l’opera di Buonarroti fu oggetto di una insolita interpretazione critica che convergeva sulle indagini dei meccanismi della visione, centrali nella ricerca linguistica dell’arte coeva ed esplorate da Tano Festa attraverso la mediazione di “Arte e Percezione visiva”  di Rudolf Arnheim.

Francesconi, E. (2012). Tano Festa e Michelangelo: un episodio di fortuna visiva a Roma negli anni Sessanta. STUDI DI MEMOFONTE, 9, 91-120.

Tano Festa e Michelangelo: un episodio di fortuna visiva a Roma negli anni Sessanta

FRANCESCONI, ELISA
2012-01-01

Abstract

This essay analyses a group of works created by Tano Festa between 1963 and 1967 and investigates the possible sources for the artist’s working on Michelangelo Buonarroti’s iconographies. The stylistic analysis of Festa’s works is based on his own correspondence and on his well known statements, here newly reconsidered. It helps to clarify that Festa’s thinking on Michelangelo is contemporary to his experimenting with mechanical techniques of image production. Tano Festa’s choice of subjects reflects a series of figurative and literary references, which allow to highlight the role played in his imagination by the celebrations for the IV Centenary of Michelangelo’s death (1964). On that occasion, Michelangelo’s work was subjected to a critical process which took advantage of media such as photography and cinema. This critical interpretation focused on the investigation of the process of vision, a central concern in contemporary art, and was explored by Tano Festa through the suggestions he elicited from “Art and Visual Perception a psychology of the creative eye” by Rudolf Arnheim.
2012
Il saggio esamina un nucleo di opere di Tano Festa realizzate tra il 1963 e il 1967, indagando con metodo filologico il ventaglio delle possibili fonti attraverso cui l’artista elabora alcune iconografie michelangiolesche. L’analisi stilistica delle opere, guidata dagli scritti privati di Festa e da una rilettura delle sue note dichiarazioni, permette di accertare come la meditazione su Michelangelo sia contemporanea a una intensa fase di sperimentazione sulle tecniche meccaniche della produzione dell’immagine. Le scelte di Tano Festa si precisano in una serie di riferimenti figurativi e letterari, che evidenziano il ruolo esercitato nell’immaginario dell’artista dalle celebrazioni promosse per la ricorrenza del IV Centenario della Morte di Michelangelo (1964). In quell’occasione, attraverso il ricorso a mezzi fotografici e cinematografici, l’opera di Buonarroti fu oggetto di una insolita interpretazione critica che convergeva sulle indagini dei meccanismi della visione, centrali nella ricerca linguistica dell’arte coeva ed esplorate da Tano Festa attraverso la mediazione di “Arte e Percezione visiva”  di Rudolf Arnheim.
Francesconi, E. (2012). Tano Festa e Michelangelo: un episodio di fortuna visiva a Roma negli anni Sessanta. STUDI DI MEMOFONTE, 9, 91-120.
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