The experience of the so-called “fragile areas” receives a considerable boost with the redemption of the protagonists of “fragility” when education is consciously aware of emancipation and new citizenship. Throughout the world, we find signs that decades ago were connoted as the movements of man’s liberation. Today the concept of liberation becomes sophisticated and competences of innovation. The obvious risk is to forget the political, cultural, social discourse that pedagogy considers central to its being a conscious and responsible reflection. However, there is also the courage to accept the challenge by thinking of fundamental testimonies as part of the common educational heritage (Jardim-Escola João de Deus and Forest School). After fifty years (1967-2017) from the reporting of illiteracy procured by sectors of the formal education system and described by the School of Barbiana in Letter to a teacher, the gap between social classes remains and means presence of the fragility new phenomena. Migration and unaccompanied children are destined to play a crucial role in a sort of metaphysics of rights that affirms the distance between experience and norm.

L’esperienza delle cosiddette “aree fragili” riceve una spinta considerevole con il riscatto dei soggetti protagonisti della “fragilità” nel momento in cui l’istruzione è consapevolizzata come emancipazione e nuova cittadinanza. In tutto il mondo troviamo segnali che, decenni fa, si connotavano quali movimenti di liberazione dell’uomo e che oggi, in forma sofisticata e talvolta subdola, si incanalano nella mitologia delle competenze e dell’innovazione didattica. Il rischio evidente è quello di dimenticare il discorso politico, culturale, sociale che la pedagogia considera centrale nel suo porsi quale riflessione cosciente e responsabile. Emerge, tuttavia, anche il coraggio di accettare la sfida ripensando ad alcune testimonianze fondamentali che contrassegnano la vicenda educativa comune (Scuola-giardino João de Deus e Scuola nel bosco). Dopo cinquant’anni (1967-2017) dalla rendicontazione dell’analfabetismo sommerso, procurato da una parte del sistema educativo ufficiale e descritto dalla Scuola di Barbiana, pluriclasse per eccellenza, in Lettera a una professoressa, il divario tra classi sociali significa presenza di fenomeni dirompenti come quelli migratori che generano i nuovi ultimi, i minori stranieri non accompagnati, destinati a diventare sale della terra e luce del mondo in società aggrovigliate nella metafisica dei diritti.

Chistolini, S. (2017). Il sapore dell’innovazione tra mitologia delle competenze e metafisica dei diritti. La lettura pedagogica della fragilità in quattro testimonianze: la Scuola-giardino João de Deus, la Scuola di Barbiana, i minori stranieri non accompagnati, la Scuola nel bosco. CULTURE DELLA SOSTENIBILITÀ, X(19), 16-28.

Il sapore dell’innovazione tra mitologia delle competenze e metafisica dei diritti. La lettura pedagogica della fragilità in quattro testimonianze: la Scuola-giardino João de Deus, la Scuola di Barbiana, i minori stranieri non accompagnati, la Scuola nel bosco

Sandra Chistolini
Conceptualization
2017-01-01

Abstract

The experience of the so-called “fragile areas” receives a considerable boost with the redemption of the protagonists of “fragility” when education is consciously aware of emancipation and new citizenship. Throughout the world, we find signs that decades ago were connoted as the movements of man’s liberation. Today the concept of liberation becomes sophisticated and competences of innovation. The obvious risk is to forget the political, cultural, social discourse that pedagogy considers central to its being a conscious and responsible reflection. However, there is also the courage to accept the challenge by thinking of fundamental testimonies as part of the common educational heritage (Jardim-Escola João de Deus and Forest School). After fifty years (1967-2017) from the reporting of illiteracy procured by sectors of the formal education system and described by the School of Barbiana in Letter to a teacher, the gap between social classes remains and means presence of the fragility new phenomena. Migration and unaccompanied children are destined to play a crucial role in a sort of metaphysics of rights that affirms the distance between experience and norm.
2017
L’esperienza delle cosiddette “aree fragili” riceve una spinta considerevole con il riscatto dei soggetti protagonisti della “fragilità” nel momento in cui l’istruzione è consapevolizzata come emancipazione e nuova cittadinanza. In tutto il mondo troviamo segnali che, decenni fa, si connotavano quali movimenti di liberazione dell’uomo e che oggi, in forma sofisticata e talvolta subdola, si incanalano nella mitologia delle competenze e dell’innovazione didattica. Il rischio evidente è quello di dimenticare il discorso politico, culturale, sociale che la pedagogia considera centrale nel suo porsi quale riflessione cosciente e responsabile. Emerge, tuttavia, anche il coraggio di accettare la sfida ripensando ad alcune testimonianze fondamentali che contrassegnano la vicenda educativa comune (Scuola-giardino João de Deus e Scuola nel bosco). Dopo cinquant’anni (1967-2017) dalla rendicontazione dell’analfabetismo sommerso, procurato da una parte del sistema educativo ufficiale e descritto dalla Scuola di Barbiana, pluriclasse per eccellenza, in Lettera a una professoressa, il divario tra classi sociali significa presenza di fenomeni dirompenti come quelli migratori che generano i nuovi ultimi, i minori stranieri non accompagnati, destinati a diventare sale della terra e luce del mondo in società aggrovigliate nella metafisica dei diritti.
Chistolini, S. (2017). Il sapore dell’innovazione tra mitologia delle competenze e metafisica dei diritti. La lettura pedagogica della fragilità in quattro testimonianze: la Scuola-giardino João de Deus, la Scuola di Barbiana, i minori stranieri non accompagnati, la Scuola nel bosco. CULTURE DELLA SOSTENIBILITÀ, X(19), 16-28.
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