Perché, prima di tutti e più di tutti, è riuscito a superare il dualismo che oppone il soggetto all’oggetto – la società, il contesto politico, le relazioni tra individui, il ruolo dei media, i simboli – e, come intellettuale, ha vissuto e interpretato il carattere circolare della conoscenza, rinunciando a definire una verità oggettiva e individuando in ogni tappa della sua riflessione l’immagine del reale. L’intellettuale che ha compiuto per tutti noi il passaggio dalla cultura moderna delle grandi ideologie, quella che non aveva dubbi, che rispondeva in molti modi all’alterazione degli ordini conoscitivi proponendo sempre un concetto di separatezza tra la realtà e il suo doppio, a quella postmoderna. Gli intellettuali della “modernità” erano convinti che la voce vera fosse altra cosa dalla sua eco, mai vera quanto la prima. La loro visione, saldata ad una costruzione ideologica, manteneva vivo lo spazio di distanza tra verità e rappresentazione e consentiva il margine per un intervento, una scelta, una presa di posizione. Umberto Eco è riuscito, nel suo percorso cronologico, dalla modernità alla postmodernità, a comprendere per primo l’onnipresenza dei media e la loro capacità di “produrre esperienza”, scavalcando così il limite oggettivo tra l’evento e il suo racconto; ponendo così, non solo, nuovi interrogativi alla questione della conoscenza, ma soprattutto, mettendo in questione la possibilità stessa di analisi della realtà, se non considerata anche nel suo “doppio”. E’ intervenuto, per primo, in questo frangente cogliendo la dinamica fondamentale che si attiva nel mondo dei media, individuando i fatti e le loro rappresentazioni come due aspetti inscindibili. Il filo rosso, che a mio parere, lega le analisi sui mass media, gli studi di semiotica, i numerosissimi articoli sulla stampa, la partecipazione ai dibattiti di tutta la vita, ma anche le traduzioni delle opere che ha compiuto, mettono in evidenza il dato che i fenomeni accadono soprattutto nella loro eco ed è quest’ultima a contare e a valere nella formazione della conoscenza, delle opinioni e, in ultima analisi, nelle scelte degli individui.

D'Amato, M. (2016). L'immaginario di Umberto Eco. PROMETEO.

L'immaginario di Umberto Eco

marina d'amato
2016-01-01

Abstract

Perché, prima di tutti e più di tutti, è riuscito a superare il dualismo che oppone il soggetto all’oggetto – la società, il contesto politico, le relazioni tra individui, il ruolo dei media, i simboli – e, come intellettuale, ha vissuto e interpretato il carattere circolare della conoscenza, rinunciando a definire una verità oggettiva e individuando in ogni tappa della sua riflessione l’immagine del reale. L’intellettuale che ha compiuto per tutti noi il passaggio dalla cultura moderna delle grandi ideologie, quella che non aveva dubbi, che rispondeva in molti modi all’alterazione degli ordini conoscitivi proponendo sempre un concetto di separatezza tra la realtà e il suo doppio, a quella postmoderna. Gli intellettuali della “modernità” erano convinti che la voce vera fosse altra cosa dalla sua eco, mai vera quanto la prima. La loro visione, saldata ad una costruzione ideologica, manteneva vivo lo spazio di distanza tra verità e rappresentazione e consentiva il margine per un intervento, una scelta, una presa di posizione. Umberto Eco è riuscito, nel suo percorso cronologico, dalla modernità alla postmodernità, a comprendere per primo l’onnipresenza dei media e la loro capacità di “produrre esperienza”, scavalcando così il limite oggettivo tra l’evento e il suo racconto; ponendo così, non solo, nuovi interrogativi alla questione della conoscenza, ma soprattutto, mettendo in questione la possibilità stessa di analisi della realtà, se non considerata anche nel suo “doppio”. E’ intervenuto, per primo, in questo frangente cogliendo la dinamica fondamentale che si attiva nel mondo dei media, individuando i fatti e le loro rappresentazioni come due aspetti inscindibili. Il filo rosso, che a mio parere, lega le analisi sui mass media, gli studi di semiotica, i numerosissimi articoli sulla stampa, la partecipazione ai dibattiti di tutta la vita, ma anche le traduzioni delle opere che ha compiuto, mettono in evidenza il dato che i fenomeni accadono soprattutto nella loro eco ed è quest’ultima a contare e a valere nella formazione della conoscenza, delle opinioni e, in ultima analisi, nelle scelte degli individui.
2016
D'Amato, M. (2016). L'immaginario di Umberto Eco. PROMETEO.
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