At the beginning of the fifth century AD, in a period between Paganism and Christianity, Antiquity and the Middle Ages, the philosopher-bishop Synesius wrote to his old teacher Hypatia revealing that in his unpublished treatise about dreams he had put forward doctrines entirely new to Hellenic philosophy. In 1951 Christian Lacombrade discerned this most profound philosophical proposal of Synesius in the ninth chapter of that work. In contrast to most Neoplatonic authors, who conceived the immortal soul as being impersonal and separate from the material realm, Lacombrade read Synesius as suggesting here the preservation of the individuality of the soul in the afterlife, in order to reconcile Neoplatonism with the Christian doctrine of the resurrection of the body. However, reading Nicephorus Gregoras’ XIVth century commentary on Synesius’ On Dreams, a very different possibility emerges. The scholar’s explanation is the starting point for the present exploration of the real meaning of the enigmatic ninth chapter, which still remains, as Lacombrade claimed, crucial to an understanding of the deeper philosophical message of Synesius’ On Dreams.

Al principio del V secolo d. C., in un periodo magmatico tra paganesimo e cristianesimo, tarda antichità e primo medioevo, il filosofo-vescovo Sinesio scrisse una lettera alla sua maestra alessandrina Ipazia, rivelando di aver riposto in un suo inedito trattato dedicato ai sogni delle dottrine mai affrontate in precedenza dalla filosofia degli Elleni. Nel 1951 Christian Lacombrade propose di riconoscere queste ultime nel nono capitolo del De insomniis. Secondo lo studioso francese, Sinesio – in contrasto con la maggior parte dei filosofi neoplatonici precedenti – avrebbe suggerito in quelle righe una forma di sopravvivenza dell’individualità dell’anima nell’aldilà, nell’intento di conciliare il pensiero neoplatonico con la dottrina cristiana dei corpi gloriosi. D’altronde, la lettura del commento al De insomniis redatto a Costantinopoli nella prima età paleologa da Niceforo Gregora permette di avanzare delle ipotesi molto differenti. L’erudito bizantino, infatti, non esita a suggerire per le dottrine proposte da Sinesio l’esistenza di influenze ben alternative al cristianesimo. L’analisi di Niceforo Gregora è soltanto il punto di partenza per un attento studio mirato a cogliere il profondo significato dell’enigmatico nono capitolo, che ad ogni modo rimane – come affermato a suo tempo da Lacombrade – cruciale per la comprensione del più profondo messaggio filosofico riposto da Sinesio nel De insomniis.

Monticini, F. (2013). Una rilettura del capitolo IX del De insomniis di Sinesio attraverso il commento di Niceforo Gregora. PORPHYRA, 20, 72-90.

Una rilettura del capitolo IX del De insomniis di Sinesio attraverso il commento di Niceforo Gregora

Francesco Monticini
2013-01-01

Abstract

At the beginning of the fifth century AD, in a period between Paganism and Christianity, Antiquity and the Middle Ages, the philosopher-bishop Synesius wrote to his old teacher Hypatia revealing that in his unpublished treatise about dreams he had put forward doctrines entirely new to Hellenic philosophy. In 1951 Christian Lacombrade discerned this most profound philosophical proposal of Synesius in the ninth chapter of that work. In contrast to most Neoplatonic authors, who conceived the immortal soul as being impersonal and separate from the material realm, Lacombrade read Synesius as suggesting here the preservation of the individuality of the soul in the afterlife, in order to reconcile Neoplatonism with the Christian doctrine of the resurrection of the body. However, reading Nicephorus Gregoras’ XIVth century commentary on Synesius’ On Dreams, a very different possibility emerges. The scholar’s explanation is the starting point for the present exploration of the real meaning of the enigmatic ninth chapter, which still remains, as Lacombrade claimed, crucial to an understanding of the deeper philosophical message of Synesius’ On Dreams.
2013
Al principio del V secolo d. C., in un periodo magmatico tra paganesimo e cristianesimo, tarda antichità e primo medioevo, il filosofo-vescovo Sinesio scrisse una lettera alla sua maestra alessandrina Ipazia, rivelando di aver riposto in un suo inedito trattato dedicato ai sogni delle dottrine mai affrontate in precedenza dalla filosofia degli Elleni. Nel 1951 Christian Lacombrade propose di riconoscere queste ultime nel nono capitolo del De insomniis. Secondo lo studioso francese, Sinesio – in contrasto con la maggior parte dei filosofi neoplatonici precedenti – avrebbe suggerito in quelle righe una forma di sopravvivenza dell’individualità dell’anima nell’aldilà, nell’intento di conciliare il pensiero neoplatonico con la dottrina cristiana dei corpi gloriosi. D’altronde, la lettura del commento al De insomniis redatto a Costantinopoli nella prima età paleologa da Niceforo Gregora permette di avanzare delle ipotesi molto differenti. L’erudito bizantino, infatti, non esita a suggerire per le dottrine proposte da Sinesio l’esistenza di influenze ben alternative al cristianesimo. L’analisi di Niceforo Gregora è soltanto il punto di partenza per un attento studio mirato a cogliere il profondo significato dell’enigmatico nono capitolo, che ad ogni modo rimane – come affermato a suo tempo da Lacombrade – cruciale per la comprensione del più profondo messaggio filosofico riposto da Sinesio nel De insomniis.
Monticini, F. (2013). Una rilettura del capitolo IX del De insomniis di Sinesio attraverso il commento di Niceforo Gregora. PORPHYRA, 20, 72-90.
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