Il romanesco sarvognuno, letteralmente ‘salvo ognuno (sia)’, ma univerbato già nei Sonetti del Belli (prima metà sec. XIX), è così definito nel Dizionario romanesco di Ravaro (1994): “Formula di invocazione e scongiuro a protezione dei presenti, affinché siano salvaguardati da ogni calamità, e in particolare da quella di cui si sta parlando”, aggiungendo che è “spesso usata come semplice intercalare”. Anche il GRADIT di De Mauro (1999) registra salvognuno come interiezione, con la marca di “centrale”, con la datazione al 1950 (in C. Alvaro) e con la seguente definizione: “Formula di scongiuro o con valore deprecativo, usata per esprimere un timore, una preoccupazione”. Il contributo intende, sulla base di vari corpora testuali, riscostruire, anche nell’ottica della grammaticalizzazione, la storia di sarvognuno nella tradizione dialettale romanesca, sia anteriore sia posteriore al Belli, per coglierne le diverse funzioni pragmatiche che può assumere a seconda dei contesti. Alla fine si cercherà di verificare la vitalità e i valori della formula nell’uso attuale, sia in quello dialettale romano, sia nella varietà locale di italiano, sia nell’italiano neo-standard.

D'Achille, P., Giovanardi, C. (2018). Storia e funzioni pragmatiche della formula romanesca sarvognuno. In R.B. Anne-Kathrin Gärtig (a cura di), Pragmatik – Diskurs – Kommunikation. Festschrift für Gudrun Held zum 65. Geburtstag / Pragmatica – discorso – comunicazione. Saggi in omaggio a Gudrun Held per il suo 65mo compleanno (pp. 37-47). Wien : Praesens.

Storia e funzioni pragmatiche della formula romanesca sarvognuno

Paolo D'Achille
;
Claudio Giovanardi
2018-01-01

Abstract

Il romanesco sarvognuno, letteralmente ‘salvo ognuno (sia)’, ma univerbato già nei Sonetti del Belli (prima metà sec. XIX), è così definito nel Dizionario romanesco di Ravaro (1994): “Formula di invocazione e scongiuro a protezione dei presenti, affinché siano salvaguardati da ogni calamità, e in particolare da quella di cui si sta parlando”, aggiungendo che è “spesso usata come semplice intercalare”. Anche il GRADIT di De Mauro (1999) registra salvognuno come interiezione, con la marca di “centrale”, con la datazione al 1950 (in C. Alvaro) e con la seguente definizione: “Formula di scongiuro o con valore deprecativo, usata per esprimere un timore, una preoccupazione”. Il contributo intende, sulla base di vari corpora testuali, riscostruire, anche nell’ottica della grammaticalizzazione, la storia di sarvognuno nella tradizione dialettale romanesca, sia anteriore sia posteriore al Belli, per coglierne le diverse funzioni pragmatiche che può assumere a seconda dei contesti. Alla fine si cercherà di verificare la vitalità e i valori della formula nell’uso attuale, sia in quello dialettale romano, sia nella varietà locale di italiano, sia nell’italiano neo-standard.
2018
978-3-7069-0979-2
D'Achille, P., Giovanardi, C. (2018). Storia e funzioni pragmatiche della formula romanesca sarvognuno. In R.B. Anne-Kathrin Gärtig (a cura di), Pragmatik – Diskurs – Kommunikation. Festschrift für Gudrun Held zum 65. Geburtstag / Pragmatica – discorso – comunicazione. Saggi in omaggio a Gudrun Held per il suo 65mo compleanno (pp. 37-47). Wien : Praesens.
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