La sicurezza è un’esigenza che nasce prima ancora del diritto. È un valore pregiuridico, un bisogno ancestrale, primario, fisiologico che induce l’uomo a proteggersi dai nemici, dai pericoli, dai rischi. Due e apparentemente antitetiche, le strade tramite le quali l’uomo prova a soddisfare il proprio desiderio di sicurezza: la socialità, ovvero la naturale tendenza ad associarsi, che garantisce quella maggiore forza di resistenza che solo il “gruppo” è in grado di fornire e la asocialità, ovvero quella comune propensione a dissociarsi, che spinge l’uomo a nascondersi, per meglio salvaguardare la propria incolumità, integrità, intimità. Strade diverse, spesso complicate, ma mai conflittuali. Molteplici, perché molteplici ed eterogenee sono le minacce alla sicurezza. Diversa è la natura, l’entità, la forza. Differente è lo sviluppo, nel tempo e nello spazio. Uno spazio reale, interno e sovranazionale. Uno spazio virtuale, immenso e senza confini. In ogni caso, uno spazio in cui il bisogno di sicurezza erompe in ogni ambito della vita di ciascun individuo. È un desiderio cui anela l’uomo di ogni tempo, senza mai realizzarlo compiutamente. Un’alea di rischio esiste sempre perché, come l’eguaglianza presuppone la diversità, la sicurezza postula il rischio. In una condizione di assoluta certezza o prevedibilità, la sicurezza sarebbe inutile. È il rischio e quindi la libertà di scegliere se e come rischiare che riempiono di senso la sicurezza. Nella società del rischio, viviamo in un mondo insicuro. Un mondo fatto di pericoli imprevedibili e inaspettati, ma anche determinati dal progresso, dall’industrializzazione, dalla crescente pervasività delle tecnologie. Gli attacchi terroristici, la criminalità organizzata, le crisi finanziarie derivanti dagli effetti perversi della globalizzazione economica, i reati informatici, le insidie della rete, l’emergenza sanitaria ne sono emblematica conferma e incrementano il bisogno di sicurezza. Anzi, i bisogni. Nascono nuove richieste. Emergono esigenze diverse, più moderne, attuali. Sono necessari, dunque, interventi adatti, adeguati, capaci di attagliarsi alle necessità che mutano e si evolvono nel tempo e nello spazio. Un’ardua sfida, per l’ordinamento giuridico. Una sfida che comporta scelte mirate per incrementare fiducia e affidabilità, per garantire più sicurezza, attraverso il diritto e nel diritto. Due le chiavi di lettura. È il diritto che ha contribuito e deve contribuire, evolvendosi al mutare delle esigenze, alla sicurezza nella società. Una società in cui i diritti devono essere sicuri e la sicurezza necessita dei diritti. Forse, esiste anche un diritto alla sicurezza, ma quel che conta, in ogni caso, è che nel rapporto tra sicurezza e diritti, in situazioni ordinarie, come in situazioni emergenziali, occorre trovare un ragionevole punto di equilibrio. La sicurezza non è, né può essere al di sopra di tutto. Tutt’altro. La garanzia costituzionale della sicurezza è assicurata solo tramite la tutela complessiva, contestuale, armonica dei diversi “beni” costituzionali che si intersecano, si coniugano, si amalgamano in un mirabile gioco di incastri. Fondamentale, nel raggiungimento di siffatto ordine, è il ruolo del legislatore che, in attuazione e sviluppo della Costituzione, deve garantire la “messa in sicurezza delle norme” attraverso il giusto confezionamento dei prodotti normativi. Complementare, se non alle volte sostitutiva rispetto a tale attività, è poi l’applicazione della sicurezza nel diritto. Funzione che il giudice svolge in maniera ineluttabilmente dinamica. Attiva, complessa, finanche creativa, ma circoscritta entro i limiti della cornice testuale, che segnano il confine tra la sicurezza nel diritto e l’arbitrio, l’attività del giudice si rivela vincente se realizza quella ragionevole armonia tra sicurezza e giustizia, tra stabilità e mutamento, tra staticità e dinamicità, contribuendo a realizzare un equilibrato bilanciamento tra diritto e caso, tra diritti e giustizia. La sicurezza, o meglio la tendenza alla sicurezza, in tutte le sue poliedriche declinazioni, è il filo rosso che tiene unite, in nome della leale collaborazione, le diverse istituzioni e cui esse stesse aspirano, quale condiviso e comune obiettivo cui tendere per rafforzare la democraticità dello Stato costituzionale.

Pistorio, G. (2021). La sicurezza giuridica: profili attuali di un problema antico. napoli : editoriale scientifica.

La sicurezza giuridica: profili attuali di un problema antico

Giovanna Pistorio
2021-01-01

Abstract

La sicurezza è un’esigenza che nasce prima ancora del diritto. È un valore pregiuridico, un bisogno ancestrale, primario, fisiologico che induce l’uomo a proteggersi dai nemici, dai pericoli, dai rischi. Due e apparentemente antitetiche, le strade tramite le quali l’uomo prova a soddisfare il proprio desiderio di sicurezza: la socialità, ovvero la naturale tendenza ad associarsi, che garantisce quella maggiore forza di resistenza che solo il “gruppo” è in grado di fornire e la asocialità, ovvero quella comune propensione a dissociarsi, che spinge l’uomo a nascondersi, per meglio salvaguardare la propria incolumità, integrità, intimità. Strade diverse, spesso complicate, ma mai conflittuali. Molteplici, perché molteplici ed eterogenee sono le minacce alla sicurezza. Diversa è la natura, l’entità, la forza. Differente è lo sviluppo, nel tempo e nello spazio. Uno spazio reale, interno e sovranazionale. Uno spazio virtuale, immenso e senza confini. In ogni caso, uno spazio in cui il bisogno di sicurezza erompe in ogni ambito della vita di ciascun individuo. È un desiderio cui anela l’uomo di ogni tempo, senza mai realizzarlo compiutamente. Un’alea di rischio esiste sempre perché, come l’eguaglianza presuppone la diversità, la sicurezza postula il rischio. In una condizione di assoluta certezza o prevedibilità, la sicurezza sarebbe inutile. È il rischio e quindi la libertà di scegliere se e come rischiare che riempiono di senso la sicurezza. Nella società del rischio, viviamo in un mondo insicuro. Un mondo fatto di pericoli imprevedibili e inaspettati, ma anche determinati dal progresso, dall’industrializzazione, dalla crescente pervasività delle tecnologie. Gli attacchi terroristici, la criminalità organizzata, le crisi finanziarie derivanti dagli effetti perversi della globalizzazione economica, i reati informatici, le insidie della rete, l’emergenza sanitaria ne sono emblematica conferma e incrementano il bisogno di sicurezza. Anzi, i bisogni. Nascono nuove richieste. Emergono esigenze diverse, più moderne, attuali. Sono necessari, dunque, interventi adatti, adeguati, capaci di attagliarsi alle necessità che mutano e si evolvono nel tempo e nello spazio. Un’ardua sfida, per l’ordinamento giuridico. Una sfida che comporta scelte mirate per incrementare fiducia e affidabilità, per garantire più sicurezza, attraverso il diritto e nel diritto. Due le chiavi di lettura. È il diritto che ha contribuito e deve contribuire, evolvendosi al mutare delle esigenze, alla sicurezza nella società. Una società in cui i diritti devono essere sicuri e la sicurezza necessita dei diritti. Forse, esiste anche un diritto alla sicurezza, ma quel che conta, in ogni caso, è che nel rapporto tra sicurezza e diritti, in situazioni ordinarie, come in situazioni emergenziali, occorre trovare un ragionevole punto di equilibrio. La sicurezza non è, né può essere al di sopra di tutto. Tutt’altro. La garanzia costituzionale della sicurezza è assicurata solo tramite la tutela complessiva, contestuale, armonica dei diversi “beni” costituzionali che si intersecano, si coniugano, si amalgamano in un mirabile gioco di incastri. Fondamentale, nel raggiungimento di siffatto ordine, è il ruolo del legislatore che, in attuazione e sviluppo della Costituzione, deve garantire la “messa in sicurezza delle norme” attraverso il giusto confezionamento dei prodotti normativi. Complementare, se non alle volte sostitutiva rispetto a tale attività, è poi l’applicazione della sicurezza nel diritto. Funzione che il giudice svolge in maniera ineluttabilmente dinamica. Attiva, complessa, finanche creativa, ma circoscritta entro i limiti della cornice testuale, che segnano il confine tra la sicurezza nel diritto e l’arbitrio, l’attività del giudice si rivela vincente se realizza quella ragionevole armonia tra sicurezza e giustizia, tra stabilità e mutamento, tra staticità e dinamicità, contribuendo a realizzare un equilibrato bilanciamento tra diritto e caso, tra diritti e giustizia. La sicurezza, o meglio la tendenza alla sicurezza, in tutte le sue poliedriche declinazioni, è il filo rosso che tiene unite, in nome della leale collaborazione, le diverse istituzioni e cui esse stesse aspirano, quale condiviso e comune obiettivo cui tendere per rafforzare la democraticità dello Stato costituzionale.
2021
979-12-5976-175-0
Pistorio, G. (2021). La sicurezza giuridica: profili attuali di un problema antico. napoli : editoriale scientifica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/395761
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