Alla fine degli anni Ottanta, tre opere teatrali create da un piccolo, combattivo, ma già famoso centro di ricerca teatrale (Fondazione Pontedera Teatro), hanno attraversato i panorami teatrali sul filo del paradosso. Cinque, sei spettatori-testimoni, come un equipaggio clandestino, percorrevano le vie della cittadina di Pontedera alla caccia delle segrete corrispondenze tra le pagine del Moby Dick di Melville e la realtà circostante (Laggiù soffia), viaggiavano "nella città visibile e invisibile" alla scoperta delle sue storie nascoste (Era) e infine, durante la notte, visitavano le stanze del teatro di Pontedera abitate da una vita sospesa tra veglia e sogno (In carne e ossa). Quelle opere avevano mostrato la possibilità di creare, attraverso un risveglio percettivo, un'imprevedibile sincronicità tra racconto e realtà, coinvolgendo i partecipanti in un alternarsi di intima vicinanza e di struggente lontananza dal gruppo degli attori-guida. L’autore si interroga sugli snodi e le domande aperte allora da quell'esperienza cruciale.

In the late 1980s, three plays created by a small, combative, but already famous theatrical research center (Fondazione Pontedera Teatro), have crossed the theatrical scenery on a paradox. Five, six spectators-witnesses, as a clandestine crew, ran over the streets of the town of Pontedera, hunting secret correspondences between the pages of the Moby Dick of Melville and the surrounding reality, travelling in “the visible and invisible city” to discover its hidden stories and finally, during the night, they visited the theatre of Pontedera inhabited by a life suspended between wakefulness and dream. Those plays had shown the ability to create, through an awakening perceptive, an unpredictable synchronicity between story and reality, involving the participants in an alternation of intimate closeness and moving away from the group of actors. The author is questioned on the consequences inaugurated by that crucial experience.

Geraci, S. (2008). L'arte dello spettatore e lo spettatore fuori posto.Un'introduzione. In Geraci S (a cura di), In cammino con lo spettatore (pp. 9-42). FIRENZE : La Casa Usher.

L'arte dello spettatore e lo spettatore fuori posto.Un'introduzione

GERACI, Stefano
2008-01-01

Abstract

In the late 1980s, three plays created by a small, combative, but already famous theatrical research center (Fondazione Pontedera Teatro), have crossed the theatrical scenery on a paradox. Five, six spectators-witnesses, as a clandestine crew, ran over the streets of the town of Pontedera, hunting secret correspondences between the pages of the Moby Dick of Melville and the surrounding reality, travelling in “the visible and invisible city” to discover its hidden stories and finally, during the night, they visited the theatre of Pontedera inhabited by a life suspended between wakefulness and dream. Those plays had shown the ability to create, through an awakening perceptive, an unpredictable synchronicity between story and reality, involving the participants in an alternation of intimate closeness and moving away from the group of actors. The author is questioned on the consequences inaugurated by that crucial experience.
2008
9788895065328
Alla fine degli anni Ottanta, tre opere teatrali create da un piccolo, combattivo, ma già famoso centro di ricerca teatrale (Fondazione Pontedera Teatro), hanno attraversato i panorami teatrali sul filo del paradosso. Cinque, sei spettatori-testimoni, come un equipaggio clandestino, percorrevano le vie della cittadina di Pontedera alla caccia delle segrete corrispondenze tra le pagine del Moby Dick di Melville e la realtà circostante (Laggiù soffia), viaggiavano "nella città visibile e invisibile" alla scoperta delle sue storie nascoste (Era) e infine, durante la notte, visitavano le stanze del teatro di Pontedera abitate da una vita sospesa tra veglia e sogno (In carne e ossa). Quelle opere avevano mostrato la possibilità di creare, attraverso un risveglio percettivo, un'imprevedibile sincronicità tra racconto e realtà, coinvolgendo i partecipanti in un alternarsi di intima vicinanza e di struggente lontananza dal gruppo degli attori-guida. L’autore si interroga sugli snodi e le domande aperte allora da quell'esperienza cruciale.
Geraci, S. (2008). L'arte dello spettatore e lo spettatore fuori posto.Un'introduzione. In Geraci S (a cura di), In cammino con lo spettatore (pp. 9-42). FIRENZE : La Casa Usher.
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