La fine della Galassia Gutenberg ha trasformato profondamente lo status della letteratura e quindi anche gli studi letterari. La globalizzazione ha reso obsoleta ogni organizzazione territoriale dei saperi in campi contigui e separati, mostrando invece le conoscenze annodate in una pluralità di reti connettive. E con la rivoluzione digitale riconosciamo con più chiarezza i limiti della scrittura quale medium di elaborazione, memorizzazione e trasmissione di sapere sull’uomo e sul mondo. Ma è stata la letteratura stessa a ricordarci ripetutamente i limiti della scrittura, a concepirsi in concorrenza con altri media, a pensare le connessioni che a essi la legano, a smentire la credenza – costitutiva per la tradizione umanistica – che la cultura di una società sia accessibile tutta attraverso il medium della testualità. E gli studi letterari non possono non seguirla su questa strada “al di là del testo”. A partire da queste riflessioni, il saggio analizza criticamente l’epistemologia del testo che ha sorretto l’episteme della modernità e poi il passaggio a una epistemologia dell’ipertesto plurimediale indotto dalla rivoluzione digitale. Analizza inoltre il passaggio dal modello di rappresentazione territoriale, specifica della modernità, a quello della rete, specifico di una condizione del sapere in cui si impone una riconcettualizzazione dei saperi e delle pratiche tradizionali. Affidandosi tra l’altro alla teoria delle reti, il saggio propone infine una tale riconcettualizzazione del sapere letterario e della pratica della letteratura. La fine della Galassia Gutenberg ha trasformato profondamente lo status della letteratura e quindi anche gli studi letterari. La globalizzazione ha reso obsoleta ogni organizzazione territoriale dei saperi in campi contigui e separati, mostrando invece le conoscenze annodate in una pluralità di reti connettive. E con la rivoluzione digitale riconosciamo con più chiarezza i limiti della scrittura quale medium di elaborazione, memorizzazione e trasmissione di sapere sull’uomo e sul mondo. Ma è stata la letteratura stessa a ricordarci ripetutamente i limiti della scrittura, a concepirsi in concorrenza con altri media, a pensare le connessioni che a essi la legano, a smentire la credenza – costitutiva per la tradizione umanistica – che la cultura di una società sia accessibile tutta attraverso il medium della testualità. E gli studi letterari non possono non seguirla su questa strada “al di là del testo”. A partire da queste riflessioni, il saggio analizza criticamente l’epistemologia del testo che ha sorretto l’episteme della modernità e poi il passaggio a una epistemologia dell’ipertesto plurimediale indotto dalla rivoluzione digitale. Analizza inoltre il passaggio dal modello di rappresentazione territoriale, specifica della modernità, a quello della rete, specifico di una condizione del sapere in cui si impone una riconcettualizzazione dei saperi e delle pratiche tradizionali. Affidandosi tra l’altro alla teoria delle reti, il saggio propone infine una tale riconcettualizzazione del sapere letterario e della pratica della letteratura.
Fiorentino, F. (2011). Infinite reti: la letteratura nell’ipertesto della cultura. In FIORENTINO F (a cura di), Al di là del testo (pp. 9-59). MACERATA : Quodlibet.
Infinite reti: la letteratura nell’ipertesto della cultura
FIORENTINO, Francesco
2011-01-01
Abstract
La fine della Galassia Gutenberg ha trasformato profondamente lo status della letteratura e quindi anche gli studi letterari. La globalizzazione ha reso obsoleta ogni organizzazione territoriale dei saperi in campi contigui e separati, mostrando invece le conoscenze annodate in una pluralità di reti connettive. E con la rivoluzione digitale riconosciamo con più chiarezza i limiti della scrittura quale medium di elaborazione, memorizzazione e trasmissione di sapere sull’uomo e sul mondo. Ma è stata la letteratura stessa a ricordarci ripetutamente i limiti della scrittura, a concepirsi in concorrenza con altri media, a pensare le connessioni che a essi la legano, a smentire la credenza – costitutiva per la tradizione umanistica – che la cultura di una società sia accessibile tutta attraverso il medium della testualità. E gli studi letterari non possono non seguirla su questa strada “al di là del testo”. A partire da queste riflessioni, il saggio analizza criticamente l’epistemologia del testo che ha sorretto l’episteme della modernità e poi il passaggio a una epistemologia dell’ipertesto plurimediale indotto dalla rivoluzione digitale. Analizza inoltre il passaggio dal modello di rappresentazione territoriale, specifica della modernità, a quello della rete, specifico di una condizione del sapere in cui si impone una riconcettualizzazione dei saperi e delle pratiche tradizionali. Affidandosi tra l’altro alla teoria delle reti, il saggio propone infine una tale riconcettualizzazione del sapere letterario e della pratica della letteratura. La fine della Galassia Gutenberg ha trasformato profondamente lo status della letteratura e quindi anche gli studi letterari. La globalizzazione ha reso obsoleta ogni organizzazione territoriale dei saperi in campi contigui e separati, mostrando invece le conoscenze annodate in una pluralità di reti connettive. E con la rivoluzione digitale riconosciamo con più chiarezza i limiti della scrittura quale medium di elaborazione, memorizzazione e trasmissione di sapere sull’uomo e sul mondo. Ma è stata la letteratura stessa a ricordarci ripetutamente i limiti della scrittura, a concepirsi in concorrenza con altri media, a pensare le connessioni che a essi la legano, a smentire la credenza – costitutiva per la tradizione umanistica – che la cultura di una società sia accessibile tutta attraverso il medium della testualità. E gli studi letterari non possono non seguirla su questa strada “al di là del testo”. A partire da queste riflessioni, il saggio analizza criticamente l’epistemologia del testo che ha sorretto l’episteme della modernità e poi il passaggio a una epistemologia dell’ipertesto plurimediale indotto dalla rivoluzione digitale. Analizza inoltre il passaggio dal modello di rappresentazione territoriale, specifica della modernità, a quello della rete, specifico di una condizione del sapere in cui si impone una riconcettualizzazione dei saperi e delle pratiche tradizionali. Affidandosi tra l’altro alla teoria delle reti, il saggio propone infine una tale riconcettualizzazione del sapere letterario e della pratica della letteratura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.