L’Autore propone un’indagine diacronica della creazione e delle trasformazioni dell’amministrazione tardoromana (fine III-VI sec. d.C.). La crisi dell’Impero romano nel III secolo ha costretto gli imperatori illirici (soprattutto Diocleziano, i Tetrarchi e Costantino) a ristrutturare la gestione dell’Impero, omogeneizzando le procedure fiscali e giudiziarie, e potenziando la presenza di un’amministrazione pesante e pervasiva. A questo fine già ai primi del IV secolo d.C. apparvero la divisione delle carriere civili e militari, l’ampliamento dell’ordine senatorio destinato a contenere tutti i funzionari tardoromani, la moltiplicazione delle province e l’istituzione delle diocesi e delle così dette prefetture del pretorio, l’abbandono di Roma come sede imperiale a vantaggio di residenze periferiche, e di Costantinopoli. La carriera amministrativa civile fu nettamente bipartita in alcune centinaia di funzioni superiori (dignitates), temporanee, e in migliaia di posti inferiori riservati a impiegati a tempo pieno e continuato (officiales in matricula). L’amministrazione centrale, nel palazzo imperiale, fu suddivisa in numerose sezioni civili (scrinia e officia) guidate da dignitari indipendenti, i più importanti dei quali formavano un organo di consulenza (consistorium). Anche la gestione degli appartamenti, della logistica e della difesa dell’imperatore furono divisi tra più responsabili. Un sistema di controllo incrociato tra più dignitari in carica per periodi limitati impedì l’egemonia di una certa funzione sulle altre e sull’imperatore. Questa complessa architettura centrale e periferica subì un’evoluzione differente in Occidente e in Oriente dai primi del V secolo d.C. La crisi bellica dell’Occidente nel V secolo d.C. favorì il potenziamento delle alte dignità civili e militari, a scapito dei gradini intermedi e inferiori della burocrazia, con un monopolio delle cariche superiori da parte dell’alta aristocrazia senatoria. La formazione dei regni romano-barbarici portò precocemente alla frammentazione dell’originaria unità amministrativa tardoromana, con fenomeni irreversibili di semplificazione locale delle dinamiche amministrative e di riduzione dei costi di mantenimento di una burocrazia pesante, e con l’inserimento di una ufficialità barbarica che eliminò la divisione romana tra funzioni civili e funzioni militari. La parte Orientale dell’Impero mantenne fino alla metà del VI secolo d.C. un apparato amministrativo aderente al modello tardoromano impostato a cavallo tra III e IV secolo d.C., pur con intervenenti mirati a rifunzionalizzare alcuni incarichi e a fluidificare alcune dinamiche. Solo le crisi militari del tardo VI secolo avviarono in Oriente alla semplificazione amministrativa che perverrà al sistema tematico della Bisanzio medievale.
Porena, P. (2010). L'amministrazione tardoantica. In Storia d’Europa e del Mediterraneo. I. Il mondo antico. Sez. III. L'ecumene romana, vol. VII. L’impero tardoantico (pp. 525-600). Roma : SALERNO.
L'amministrazione tardoantica
PORENA, PIERFRANCESCO
2010-01-01
Abstract
L’Autore propone un’indagine diacronica della creazione e delle trasformazioni dell’amministrazione tardoromana (fine III-VI sec. d.C.). La crisi dell’Impero romano nel III secolo ha costretto gli imperatori illirici (soprattutto Diocleziano, i Tetrarchi e Costantino) a ristrutturare la gestione dell’Impero, omogeneizzando le procedure fiscali e giudiziarie, e potenziando la presenza di un’amministrazione pesante e pervasiva. A questo fine già ai primi del IV secolo d.C. apparvero la divisione delle carriere civili e militari, l’ampliamento dell’ordine senatorio destinato a contenere tutti i funzionari tardoromani, la moltiplicazione delle province e l’istituzione delle diocesi e delle così dette prefetture del pretorio, l’abbandono di Roma come sede imperiale a vantaggio di residenze periferiche, e di Costantinopoli. La carriera amministrativa civile fu nettamente bipartita in alcune centinaia di funzioni superiori (dignitates), temporanee, e in migliaia di posti inferiori riservati a impiegati a tempo pieno e continuato (officiales in matricula). L’amministrazione centrale, nel palazzo imperiale, fu suddivisa in numerose sezioni civili (scrinia e officia) guidate da dignitari indipendenti, i più importanti dei quali formavano un organo di consulenza (consistorium). Anche la gestione degli appartamenti, della logistica e della difesa dell’imperatore furono divisi tra più responsabili. Un sistema di controllo incrociato tra più dignitari in carica per periodi limitati impedì l’egemonia di una certa funzione sulle altre e sull’imperatore. Questa complessa architettura centrale e periferica subì un’evoluzione differente in Occidente e in Oriente dai primi del V secolo d.C. La crisi bellica dell’Occidente nel V secolo d.C. favorì il potenziamento delle alte dignità civili e militari, a scapito dei gradini intermedi e inferiori della burocrazia, con un monopolio delle cariche superiori da parte dell’alta aristocrazia senatoria. La formazione dei regni romano-barbarici portò precocemente alla frammentazione dell’originaria unità amministrativa tardoromana, con fenomeni irreversibili di semplificazione locale delle dinamiche amministrative e di riduzione dei costi di mantenimento di una burocrazia pesante, e con l’inserimento di una ufficialità barbarica che eliminò la divisione romana tra funzioni civili e funzioni militari. La parte Orientale dell’Impero mantenne fino alla metà del VI secolo d.C. un apparato amministrativo aderente al modello tardoromano impostato a cavallo tra III e IV secolo d.C., pur con intervenenti mirati a rifunzionalizzare alcuni incarichi e a fluidificare alcune dinamiche. Solo le crisi militari del tardo VI secolo avviarono in Oriente alla semplificazione amministrativa che perverrà al sistema tematico della Bisanzio medievale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.