This essay is part of the volume Campagne romane (Roman countryside) (edited by Giovanni Longobardi, Giorgio Piccinato e Vieri Quilici), which is a balance and (at the same time) an autonomous development of the PRIN 2006 national research on the subject “urban design and ancient city”, aimed at finding possible interferences and convergences between urban design and research on (the) (existent) archaeological heritage, in a sample area in the eastern part of Rome between the Appian way and the Aniene river. The following people took part in the research: Roma Tre university professors (Prof. Vieri Quilici, head of the Unità di ricerca del Dipartimento di Studi Urbani - DiPSU/ research unit of the Department of Urban Studies), who presented the proposal, for the spatial and landscape aspects; Prof. Clementina Panella, professor at the Roma La Sapienza university and Prof. Andreina Ricci, professor at the Roma Tor Vergata university for archaeological studies. Today, raising the Campagna Romana issue, if considering its residual fragmentation and loss of identity condition, may appear paradoxical. Actually, it’s just because of this condition that, first of all, it is necessary to know more deeply what, nevertheless, is still an extraordinary open spaces and territorial goods heritage. It is necessary, above all, to change the usual way of looking at agricultural, natural and residual spaces, which are no more conceivable as a “vacuum” destined, sooner or later, to be taken up by buildings, but as irreplaceable spaces full of historic, natural and social information ready to play a role of reference point and provider of services to the built environment, almost as a support (o nourishment) for the urban culture. This consideration concerns all aspects: the traditionally landscape value of vast agricultural spaces interspersed with archaeological elements, the alternation between scattered built-up areas – the islands of the so called “archipelago” – and empty (o open) natural, productive, cultivated or destined to public services spaces – the so called “amniotic fluid” of the urban organism. “Voyage pittoresque” pins down a peculiar vision procedure of the thousand places of this archipelago to be discovered, followed thanks to the camera decisive contribution and with an explicit reference to travels which between the 19th and 20th centuries created the “Roman Campagna” figurative myth. The essay is constituted also by a photographic atlas, result of a selection from thousands of photos taken by the author during his research, and divided into areas and subjects, whose commentaries summarize the sense of discovery, wonder, and often dismay in recognizing the metropolitan places.

Il saggio fa parte del volume “Campagne romane”, che costituisce un bilancio e insieme un autonomo sviluppo della ricerca nazionale PRIN 2006 sul tema “Progetto urbano e città antica”, finalizzata all’individuazione di possibili interferenze e convergenze tra progettazione urbana e indagini sul patrimonio archeologico esistente, in un'area-campione individuata all’interno del territorio di Roma Est, tra l’Appia e l’Aniene. Alla ricerca hanno preso parte: per gli aspetti più generalmente spaziali e paesistici i docenti di Roma Tre presentatori della proposta (responsabile dell’Unità di ricerca del Dipartimento di Studi Urbani – DiPSU, prof. Vieri Quilici); per quanto riguarda il campo degli studi archeologici, hanno collaborato docenti di Roma La Sapienza, prof. Clementina Panella e di Roma Tor Vergata, prof. Andreina Ricci. Porre oggi la questione della Campagna Romana, quando se ne consideri la condizione residuale di frammentazione e perdita di identità, può sembrare paradossale. In realtà è proprio in ragione di tale condizione che, come primo passo, si avverte la necessità di una più approfondita conoscenza di quello che malgrado tutto costituisce ancora uno straordinario patrimonio di spazi aperti e di beni territoriali. Occorre soprattutto invertire l’ottica corrente con cui si guarda alla realtà degli spazi agricoli, naturali e residuali, non più concepibili come un ‘vuoto’ destinato prima o poi ad essere occupato dall’edificazione, ma come un insostituibile ‘pieno’ di informazioni storiche, naturali e sociali, disponibile – quasi a nutrimento della cultura urbana – a svolgere un ruolo di riferimento e di servizio all’edificato. Non v’è aspetto che possa sfuggire a tale considerazione: dal valore tradizionalmente paesistico dei grandi spazi agricoli punteggiati dalle presenze archeologiche, all’alternanza delle sparse parti costruite – le Isole del cosiddetto “arcipelago” – con quelle degli spazi liberi naturali, produttivi, coltivati o destinati a pubblici servizi - il cosiddetto “liquido amniotico” dell’organismo urbano. “Voyage pittoresque” mette a fuoco un peculiare procedimento di visione dei mille luoghi di questo arcipelago da scoprire, condotto con il determinante apporto del mezzo fotografico e con un riferimento esplicito ai viaggi che tra Ottocento e Novecento hanno creato il mito figurativo della “Roman Campagna”. Del saggio è parte integrante l’atlante fotografico, frutto di una selezione tra varie migliaia di scatti eseguiti dall’autore nel corso della ricerca, articolato per aree e per temi, il cui commento riassume il senso della scoperta, lo stupore, e spesso lo sgomento, nel riconoscimento dei luoghi dello spazio metropolitano.

Longobardi, G. (2009). Voyage pittoresque. In P.G. LONGOBARDI G. (a cura di), Campagne romane (pp. 40-55). FIRENZE : Alinea Editrice.

Voyage pittoresque

LONGOBARDI, GIOVANNI
2009-01-01

Abstract

This essay is part of the volume Campagne romane (Roman countryside) (edited by Giovanni Longobardi, Giorgio Piccinato e Vieri Quilici), which is a balance and (at the same time) an autonomous development of the PRIN 2006 national research on the subject “urban design and ancient city”, aimed at finding possible interferences and convergences between urban design and research on (the) (existent) archaeological heritage, in a sample area in the eastern part of Rome between the Appian way and the Aniene river. The following people took part in the research: Roma Tre university professors (Prof. Vieri Quilici, head of the Unità di ricerca del Dipartimento di Studi Urbani - DiPSU/ research unit of the Department of Urban Studies), who presented the proposal, for the spatial and landscape aspects; Prof. Clementina Panella, professor at the Roma La Sapienza university and Prof. Andreina Ricci, professor at the Roma Tor Vergata university for archaeological studies. Today, raising the Campagna Romana issue, if considering its residual fragmentation and loss of identity condition, may appear paradoxical. Actually, it’s just because of this condition that, first of all, it is necessary to know more deeply what, nevertheless, is still an extraordinary open spaces and territorial goods heritage. It is necessary, above all, to change the usual way of looking at agricultural, natural and residual spaces, which are no more conceivable as a “vacuum” destined, sooner or later, to be taken up by buildings, but as irreplaceable spaces full of historic, natural and social information ready to play a role of reference point and provider of services to the built environment, almost as a support (o nourishment) for the urban culture. This consideration concerns all aspects: the traditionally landscape value of vast agricultural spaces interspersed with archaeological elements, the alternation between scattered built-up areas – the islands of the so called “archipelago” – and empty (o open) natural, productive, cultivated or destined to public services spaces – the so called “amniotic fluid” of the urban organism. “Voyage pittoresque” pins down a peculiar vision procedure of the thousand places of this archipelago to be discovered, followed thanks to the camera decisive contribution and with an explicit reference to travels which between the 19th and 20th centuries created the “Roman Campagna” figurative myth. The essay is constituted also by a photographic atlas, result of a selection from thousands of photos taken by the author during his research, and divided into areas and subjects, whose commentaries summarize the sense of discovery, wonder, and often dismay in recognizing the metropolitan places.
2009
978-88-6055-517-5
Il saggio fa parte del volume “Campagne romane”, che costituisce un bilancio e insieme un autonomo sviluppo della ricerca nazionale PRIN 2006 sul tema “Progetto urbano e città antica”, finalizzata all’individuazione di possibili interferenze e convergenze tra progettazione urbana e indagini sul patrimonio archeologico esistente, in un'area-campione individuata all’interno del territorio di Roma Est, tra l’Appia e l’Aniene. Alla ricerca hanno preso parte: per gli aspetti più generalmente spaziali e paesistici i docenti di Roma Tre presentatori della proposta (responsabile dell’Unità di ricerca del Dipartimento di Studi Urbani – DiPSU, prof. Vieri Quilici); per quanto riguarda il campo degli studi archeologici, hanno collaborato docenti di Roma La Sapienza, prof. Clementina Panella e di Roma Tor Vergata, prof. Andreina Ricci. Porre oggi la questione della Campagna Romana, quando se ne consideri la condizione residuale di frammentazione e perdita di identità, può sembrare paradossale. In realtà è proprio in ragione di tale condizione che, come primo passo, si avverte la necessità di una più approfondita conoscenza di quello che malgrado tutto costituisce ancora uno straordinario patrimonio di spazi aperti e di beni territoriali. Occorre soprattutto invertire l’ottica corrente con cui si guarda alla realtà degli spazi agricoli, naturali e residuali, non più concepibili come un ‘vuoto’ destinato prima o poi ad essere occupato dall’edificazione, ma come un insostituibile ‘pieno’ di informazioni storiche, naturali e sociali, disponibile – quasi a nutrimento della cultura urbana – a svolgere un ruolo di riferimento e di servizio all’edificato. Non v’è aspetto che possa sfuggire a tale considerazione: dal valore tradizionalmente paesistico dei grandi spazi agricoli punteggiati dalle presenze archeologiche, all’alternanza delle sparse parti costruite – le Isole del cosiddetto “arcipelago” – con quelle degli spazi liberi naturali, produttivi, coltivati o destinati a pubblici servizi - il cosiddetto “liquido amniotico” dell’organismo urbano. “Voyage pittoresque” mette a fuoco un peculiare procedimento di visione dei mille luoghi di questo arcipelago da scoprire, condotto con il determinante apporto del mezzo fotografico e con un riferimento esplicito ai viaggi che tra Ottocento e Novecento hanno creato il mito figurativo della “Roman Campagna”. Del saggio è parte integrante l’atlante fotografico, frutto di una selezione tra varie migliaia di scatti eseguiti dall’autore nel corso della ricerca, articolato per aree e per temi, il cui commento riassume il senso della scoperta, lo stupore, e spesso lo sgomento, nel riconoscimento dei luoghi dello spazio metropolitano.
Longobardi, G. (2009). Voyage pittoresque. In P.G. LONGOBARDI G. (a cura di), Campagne romane (pp. 40-55). FIRENZE : Alinea Editrice.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/154428
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