Il contributo si inserisce all’interno degli studi sociologici sul capitale sociale che hanno come obiettivo la comprensione del ruolo che questa risorsa svolge nel riprodurre e restituire alla collettività il legame sociale, la reciprocità, l’attenzione e la cura alle persone. Esso, intende, tuttavia, porre in evidenza che se esiste un sostanziale accordo su che cosa sia il capitale sociale (da ora in poi CS), altrettanto non si può affermare in merito al processo di creazione di tale risorsa, tema su cui la riflessione è in corso. Ancora meno approfondito risulta essere sia lo studio della capacità del terzo settore di generare CS sia l’analisi della specificità che la natura e le funzioni di questa risorsa acquistano allorché sono generate al di fuori del mercato e delle istituzioni. All’interno di tale contesto si inscrive lo studio del terzo settore che, in ragione della sua capacità di generare sociale (relazioni), si distingue come ambito specifico tanto dal mercato che dalle istituzioni. Per poter comprendere in profondità i meccanismi generatori del CS e il premium produttivo del terzo settore il seguente contributo ha adottato una prospettiva teorica articolata sulla base di tre importanti categorie concettuali: - la dinamicità del CS; - le forme diverse di CS; - l’interdipendenza/circolarità degli effetti prodotti dal comportamento degli attori sociali, istituzionali e individuali che costituiscono la comunità locale. In merito al primo punto, occorre segnalare che per lungo tempo l’idea prevalente di CS è stata quella di una risorsa statica, rigida e deterministica e che solo recentemente, grazie anche alla svolta relazionale, è stata invece considerata come una qualità sociale dinamica che viene generata, prodotta o consumata. Lo sviluppo della prospettiva relazionale permette, invece, di studiare il CS come una risorsa dinamica che non si riferisce né agli individui né alla comunità ma si trova nella relazione intesa come realtà sui generis che rispecchia un ordine autonomo e proprio. L’adesione a tale prospettiva facilita lo studio del processo dinamico e dei meccanismi generativi e degenerativi intrinsecamente connessa al CS. Le diverse qualità di CS prodotto dai differenti sottosistemi su cui è organizzata la società costituiscono il secondo punto su cui è opportuno riflettere. Al riguardo, seguendo ancora l’impostazione di Donati, si tratta di distinguere tra quattro sottosistemi ognuno dei quali mostra di possedere un proprio specifico processo di formazione di CS: lo Stato crea relazioni giuridiche universalistiche; il mercato genera reti di scambio e servizi e relative norme di funzionamento; la famiglia crea CS primario da intendere sia come risorsa costituita da relazioni affettive sia come primaria fonte generativa di CS secondario; il terzo settore invece produce legami sociali e beni relazionali secondari, potenzialmente universalizzanti, che possono assumere diverse forme e differenti funzioni contribuendo all’unisono allo sviluppo della comunità. La interdipendenza tra gli attori e la circolarità degli effetti prodotti dal CS è il terzo punto su cui è necessario porre una preliminare attenzione. La possibilità di generare o consumare il CS dipende molto dalla qualità delle interconnessioni esistenti, generate e consolidate tra i vari soggetti operanti nella comunità. E’ evidente come la concezione dinamica del CS lega il processo generativo o degenerativo alla qualità delle pratiche dell’azione espletata nella comunità dagli attori (sociali, istituzionali e individuali). Un simile approccio permette in primo luogo di identificare sia i meccanismi delle diverse fonti generative sia il grado di condizionamento (positivo o negativo) che gli altri sottosistemi svolgono nel contesto comunitario. In secondo luogo precisa e chiarisce come «la concezione dinamica delle risorse sociali rimanda ad una visione processuale ed evolutiva del contesto che presuppone un’interrelazione e una interdipendenza tra le dimensioni (con effetto circolare) e una capacità di condizionare, influenzare lo stock di risorse presenti». In sostanza tale modello consente non solo di mostrare il principio dell’interdipendenza e circolarità degli effetti, ma anche di spiegare la qualità specifica del CS generata dal terzo settore che si traduce nella realtà sociale attraverso la formazione di diversi CS che concorrono alla ricostruzione del legame sociale, alla formazione di una fiducia diffusa e alla creazione di un capitale sociale comunitario allargato. In questo quadro teorico si inserisce l’analisi dell’azione del Consorzio Nuovo Futuro, finalizzata a studiare la costruzione di relazioni fiduciarie, il processo di produzione di CS e la formazione di benessere sociale nella Bassa Val di Cecina. Attraverso i risultati emersi dalla ricerca è stato possibile offrire un’interpretazione della qualità delle ricadute sociali dell’azione del Consorzio e di delineare i meccanismi generativi da esso implementati che hanno alimentato forme differenti di capitale sociale. In particolare nella prima parte di questo contributo si intende esaminare la natura del radicamento sociale del Consorzio Nuovo Futuro, considerando da una parte il tipo di percezione e rappresentazione sociale che esso ha tra i cittadini, gli utenti e i dipendenti e dall’altra la qualità dell’impatto sociale che la sua azione ha determinato nelle comunità della Bassa Val di Cecina, in termini di costruzione di un modello di sviluppo locale solidale basato sulla valorizzazione della persona. La seconda parte, invece, intende analizzare la capacità del Consorzio di generare CS sia nelle sue diverse forme (da quello come scorta per il futuro a quello primario e secondario) sia individuando le complesse fonti e i meccanismi sociali che sono alla base del processo generativo. Dall’analisi dei dati, infatti, il Consorzio Nuovo Futuro emerge come modello di fiducia mix, alimentatore di CSS e promotore e protagonista di sviluppo solidale che trova la sua fonte primaria nella socialità familiare della comunità.
Giardiello, M. (2008). Processi generativi del capitale sociale comunitario: famiglia, fiducia e partecipazione. In La cooperazione sociale protagonista del Welfare locale. Il caso del Consorzio Nuovo Futuro (pp. 118-143). MILANO : FrancoAngeli.
Processi generativi del capitale sociale comunitario: famiglia, fiducia e partecipazione
GIARDIELLO, MAURO
2008-01-01
Abstract
Il contributo si inserisce all’interno degli studi sociologici sul capitale sociale che hanno come obiettivo la comprensione del ruolo che questa risorsa svolge nel riprodurre e restituire alla collettività il legame sociale, la reciprocità, l’attenzione e la cura alle persone. Esso, intende, tuttavia, porre in evidenza che se esiste un sostanziale accordo su che cosa sia il capitale sociale (da ora in poi CS), altrettanto non si può affermare in merito al processo di creazione di tale risorsa, tema su cui la riflessione è in corso. Ancora meno approfondito risulta essere sia lo studio della capacità del terzo settore di generare CS sia l’analisi della specificità che la natura e le funzioni di questa risorsa acquistano allorché sono generate al di fuori del mercato e delle istituzioni. All’interno di tale contesto si inscrive lo studio del terzo settore che, in ragione della sua capacità di generare sociale (relazioni), si distingue come ambito specifico tanto dal mercato che dalle istituzioni. Per poter comprendere in profondità i meccanismi generatori del CS e il premium produttivo del terzo settore il seguente contributo ha adottato una prospettiva teorica articolata sulla base di tre importanti categorie concettuali: - la dinamicità del CS; - le forme diverse di CS; - l’interdipendenza/circolarità degli effetti prodotti dal comportamento degli attori sociali, istituzionali e individuali che costituiscono la comunità locale. In merito al primo punto, occorre segnalare che per lungo tempo l’idea prevalente di CS è stata quella di una risorsa statica, rigida e deterministica e che solo recentemente, grazie anche alla svolta relazionale, è stata invece considerata come una qualità sociale dinamica che viene generata, prodotta o consumata. Lo sviluppo della prospettiva relazionale permette, invece, di studiare il CS come una risorsa dinamica che non si riferisce né agli individui né alla comunità ma si trova nella relazione intesa come realtà sui generis che rispecchia un ordine autonomo e proprio. L’adesione a tale prospettiva facilita lo studio del processo dinamico e dei meccanismi generativi e degenerativi intrinsecamente connessa al CS. Le diverse qualità di CS prodotto dai differenti sottosistemi su cui è organizzata la società costituiscono il secondo punto su cui è opportuno riflettere. Al riguardo, seguendo ancora l’impostazione di Donati, si tratta di distinguere tra quattro sottosistemi ognuno dei quali mostra di possedere un proprio specifico processo di formazione di CS: lo Stato crea relazioni giuridiche universalistiche; il mercato genera reti di scambio e servizi e relative norme di funzionamento; la famiglia crea CS primario da intendere sia come risorsa costituita da relazioni affettive sia come primaria fonte generativa di CS secondario; il terzo settore invece produce legami sociali e beni relazionali secondari, potenzialmente universalizzanti, che possono assumere diverse forme e differenti funzioni contribuendo all’unisono allo sviluppo della comunità. La interdipendenza tra gli attori e la circolarità degli effetti prodotti dal CS è il terzo punto su cui è necessario porre una preliminare attenzione. La possibilità di generare o consumare il CS dipende molto dalla qualità delle interconnessioni esistenti, generate e consolidate tra i vari soggetti operanti nella comunità. E’ evidente come la concezione dinamica del CS lega il processo generativo o degenerativo alla qualità delle pratiche dell’azione espletata nella comunità dagli attori (sociali, istituzionali e individuali). Un simile approccio permette in primo luogo di identificare sia i meccanismi delle diverse fonti generative sia il grado di condizionamento (positivo o negativo) che gli altri sottosistemi svolgono nel contesto comunitario. In secondo luogo precisa e chiarisce come «la concezione dinamica delle risorse sociali rimanda ad una visione processuale ed evolutiva del contesto che presuppone un’interrelazione e una interdipendenza tra le dimensioni (con effetto circolare) e una capacità di condizionare, influenzare lo stock di risorse presenti». In sostanza tale modello consente non solo di mostrare il principio dell’interdipendenza e circolarità degli effetti, ma anche di spiegare la qualità specifica del CS generata dal terzo settore che si traduce nella realtà sociale attraverso la formazione di diversi CS che concorrono alla ricostruzione del legame sociale, alla formazione di una fiducia diffusa e alla creazione di un capitale sociale comunitario allargato. In questo quadro teorico si inserisce l’analisi dell’azione del Consorzio Nuovo Futuro, finalizzata a studiare la costruzione di relazioni fiduciarie, il processo di produzione di CS e la formazione di benessere sociale nella Bassa Val di Cecina. Attraverso i risultati emersi dalla ricerca è stato possibile offrire un’interpretazione della qualità delle ricadute sociali dell’azione del Consorzio e di delineare i meccanismi generativi da esso implementati che hanno alimentato forme differenti di capitale sociale. In particolare nella prima parte di questo contributo si intende esaminare la natura del radicamento sociale del Consorzio Nuovo Futuro, considerando da una parte il tipo di percezione e rappresentazione sociale che esso ha tra i cittadini, gli utenti e i dipendenti e dall’altra la qualità dell’impatto sociale che la sua azione ha determinato nelle comunità della Bassa Val di Cecina, in termini di costruzione di un modello di sviluppo locale solidale basato sulla valorizzazione della persona. La seconda parte, invece, intende analizzare la capacità del Consorzio di generare CS sia nelle sue diverse forme (da quello come scorta per il futuro a quello primario e secondario) sia individuando le complesse fonti e i meccanismi sociali che sono alla base del processo generativo. Dall’analisi dei dati, infatti, il Consorzio Nuovo Futuro emerge come modello di fiducia mix, alimentatore di CSS e promotore e protagonista di sviluppo solidale che trova la sua fonte primaria nella socialità familiare della comunità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.