Il contributo esamina la crescente rilevanza dell’informazione in materia ambientale nell’ordinamento comunitario con specifica attenzione al diritto di accesso alle informazioni attribuito ai cittadini, considerato funzionale ad una maggiore partecipazione dei cittadini stessi alla gestione dell’interesse ambientale. La ricerca evidenzia come l’informazione ambientale sia lentamente passata da indicazioni di soft law comunitaria fino ad essere inserita tra gli obiettivi fondanti l’Unione europea la cui politica ambientale si è evoluta sempre più in senso preventivo piuttosto che ripristinatorio e sanzionatorio. Al fine di valorizzare questi profili le istituzioni comunitarie hanno approvato specifiche direttive come la 313/90/CEE sostituita dalla successiva direttiva 2003/4/CE prima attuazione della Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, che rendono sempre più necessario l’intervento e la collaborazione dei soggetti privati. In particolare, con la ratifica della Convenzione di Aarhus, avvenuta con decisione del Consiglio 2005/370/CE, le istituzioni comunitarie intendono rafforzare la tutela dell’ambiente per mezzo della trasparenza e della collaborazione tra autorità e cittadini, ottenuta con l’ampliamento degli strumenti procedurali a disposizione dei cittadini, consistenti nel libero accesso generalizzato alle informazioni ambientali, nel diritto di partecipare ai processi decisionali ambientali e di ricorrere, in via amministrativa o giurisdizionale, contro gli atti o le omissioni dei privati e delle pubbliche autorità che violano le norme di diritto ambientale. Con le previsioni contenute nelle direttive 2003/4/CE, sull’accesso alle informazioni, e 2003/35/CE, sulla partecipazione ai processi decisionali ambientali, attuative dei primi due “pilastri” della Convenzione di Aarhus, si è creato una sorta di “controllo democratico” sull’operato dei poteri pubblici in materia di ambiente - volto alla costruzione di una nuova governance ambientale ispirata alla trasparenza ed alla compartecipazione dei cittadini e basata sulla sostanziale co-regolamentazione dell’interesse ambientale - primo passo verso la costruzione di una autentica “democrazia ambientale” che rappresenta una manifestazione della tendenza verso un più ampio riconoscimento dei diritti fondamentali e una maggiore democratizzazione della struttura istituzionale della Comunità.

Aliberti, C. (2007). Diritto di accesso e divulgazione dell’informazione ambientale nell’ordinamento comunitario. In Informazione ambientale e diritto di accesso (pp. 93-174). PADOVA : Roma.

Diritto di accesso e divulgazione dell’informazione ambientale nell’ordinamento comunitario

ALIBERTI, Cristiano
2007-01-01

Abstract

Il contributo esamina la crescente rilevanza dell’informazione in materia ambientale nell’ordinamento comunitario con specifica attenzione al diritto di accesso alle informazioni attribuito ai cittadini, considerato funzionale ad una maggiore partecipazione dei cittadini stessi alla gestione dell’interesse ambientale. La ricerca evidenzia come l’informazione ambientale sia lentamente passata da indicazioni di soft law comunitaria fino ad essere inserita tra gli obiettivi fondanti l’Unione europea la cui politica ambientale si è evoluta sempre più in senso preventivo piuttosto che ripristinatorio e sanzionatorio. Al fine di valorizzare questi profili le istituzioni comunitarie hanno approvato specifiche direttive come la 313/90/CEE sostituita dalla successiva direttiva 2003/4/CE prima attuazione della Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, che rendono sempre più necessario l’intervento e la collaborazione dei soggetti privati. In particolare, con la ratifica della Convenzione di Aarhus, avvenuta con decisione del Consiglio 2005/370/CE, le istituzioni comunitarie intendono rafforzare la tutela dell’ambiente per mezzo della trasparenza e della collaborazione tra autorità e cittadini, ottenuta con l’ampliamento degli strumenti procedurali a disposizione dei cittadini, consistenti nel libero accesso generalizzato alle informazioni ambientali, nel diritto di partecipare ai processi decisionali ambientali e di ricorrere, in via amministrativa o giurisdizionale, contro gli atti o le omissioni dei privati e delle pubbliche autorità che violano le norme di diritto ambientale. Con le previsioni contenute nelle direttive 2003/4/CE, sull’accesso alle informazioni, e 2003/35/CE, sulla partecipazione ai processi decisionali ambientali, attuative dei primi due “pilastri” della Convenzione di Aarhus, si è creato una sorta di “controllo democratico” sull’operato dei poteri pubblici in materia di ambiente - volto alla costruzione di una nuova governance ambientale ispirata alla trasparenza ed alla compartecipazione dei cittadini e basata sulla sostanziale co-regolamentazione dell’interesse ambientale - primo passo verso la costruzione di una autentica “democrazia ambientale” che rappresenta una manifestazione della tendenza verso un più ampio riconoscimento dei diritti fondamentali e una maggiore democratizzazione della struttura istituzionale della Comunità.
2007
88-13-27560-9
Aliberti, C. (2007). Diritto di accesso e divulgazione dell’informazione ambientale nell’ordinamento comunitario. In Informazione ambientale e diritto di accesso (pp. 93-174). PADOVA : Roma.
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