Il saggio si colloca nella linea di ricerca sulla funzione delle pratiche discorsive e della narrazione, in particolare, nella costruzione del sé e dell’identità e nel quadro teorico più ampio del costruttivismo sociale, quadro in cui convergono filoni delle scienze sociali postrutturaliste, quali l’etnometodologia e l’analisi conversazionale, le ricerche sociolinguistiche ed antropolinguistiche sull’identità, le teorie femministe sulla costruzione di genere. Obiettivo del lavoro è l’analisi della rappresentazione del sé da parte del narratore all’interno di storie orali sulla seconda guerra mondiale, raccolte attraverso interviste non strutturate rivolte a testimoni che hanno avuto l’esperienza diretta della seconda guerra mondiale a Roma. Vengono analizzate le scelte linguistiche del narratore per rappresentare il sé o i molteplici sé. In particolare: - l’uso dei pronomi personali e delle espressioni di riferimento - il tipo di azioni di cui il narratore viene ritenuto agente e il grado di agentività espresso - l’uso del discorso riportato - la scelta di varietà linguistiche substandard e il loro uso nel discorso narrativo. Dall’analisi emergono diversi sé rappresentati, il sé di testimone, largamente predominante, il sé di maestro, il sé morale, con una limitata presenza di sé agente nelle storie che parlano di fatti della vita quotidiana.
Orletti, F. (2009). Il ritratto di molteplici sé: la definizione dell'identità nella narrazione di storie della seconda guerra mondiale. In Tra pragmatica e linguistica testuale. Ricordando Maria-Elisabeth Conte (pp. 91-112). ALESSANDRIA : Edizioni dell'Orso.
Il ritratto di molteplici sé: la definizione dell'identità nella narrazione di storie della seconda guerra mondiale
ORLETTI, Franca
2009-01-01
Abstract
Il saggio si colloca nella linea di ricerca sulla funzione delle pratiche discorsive e della narrazione, in particolare, nella costruzione del sé e dell’identità e nel quadro teorico più ampio del costruttivismo sociale, quadro in cui convergono filoni delle scienze sociali postrutturaliste, quali l’etnometodologia e l’analisi conversazionale, le ricerche sociolinguistiche ed antropolinguistiche sull’identità, le teorie femministe sulla costruzione di genere. Obiettivo del lavoro è l’analisi della rappresentazione del sé da parte del narratore all’interno di storie orali sulla seconda guerra mondiale, raccolte attraverso interviste non strutturate rivolte a testimoni che hanno avuto l’esperienza diretta della seconda guerra mondiale a Roma. Vengono analizzate le scelte linguistiche del narratore per rappresentare il sé o i molteplici sé. In particolare: - l’uso dei pronomi personali e delle espressioni di riferimento - il tipo di azioni di cui il narratore viene ritenuto agente e il grado di agentività espresso - l’uso del discorso riportato - la scelta di varietà linguistiche substandard e il loro uso nel discorso narrativo. Dall’analisi emergono diversi sé rappresentati, il sé di testimone, largamente predominante, il sé di maestro, il sé morale, con una limitata presenza di sé agente nelle storie che parlano di fatti della vita quotidiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.