L’articolo propone una rilettura della produzione saggistica e, nella parte finale, di quella romanzesca di James Baldwin utilizzando la chiave dell’esilio, un dato esperienziale che l’autore trasforma in un prisma attraverso cui misurare la tenuta della propria identità di autore e di cittadino afro-americano degli Stati Uniti. La scrittura consente a Baldwin di costruire per sé il destino di “pendolare transatlantico”; ovvero, di chi, rifiutati i vincoli che il colore della pelle imporrebbe al proprio destino, fugge da una società in cui vige la gerarchia del colore, per stabilirsi in Europa ed essere libero di raccontare quel paese a distanza di sicurezza politica ed estetica. Tuttavia, proprio perché il suo interesse di autore continuano a essere gli USA, in Baldwin l’esilio in Francia, un paese che al suo arrivo possiede ancora delle colonie, non può configurasi come un approdo felice bensì come un porto da cui ripartire ripetutamente e nervosamente verso gli USA. Richiamandosi esplicitamente all’esperienza di espatrio e alla narrativa di Henry James, la letteratura di Baldwin rivista il cosiddetto “tema internazionale” dedicandosi al racconto della costruzione di un’identità americana perennemente in bilico sull’Atlantico per ragioni sia storiche, sia “razziali”, sia politiche sia estetiche.

Antonelli, S. (2008). "The Self as a Journey": l'esilio di James Baldwin. In CRISTINA GIOCELLI e CAMILLA CATTARULLA (a cura di), Lo sguardo esiliato. Cultura europea e cultura americana fra delocalizzazione e radicamento (pp. 17-39). NAPOLI : Loffredo Editore.

"The Self as a Journey": l'esilio di James Baldwin

ANTONELLI, SARA
2008-01-01

Abstract

L’articolo propone una rilettura della produzione saggistica e, nella parte finale, di quella romanzesca di James Baldwin utilizzando la chiave dell’esilio, un dato esperienziale che l’autore trasforma in un prisma attraverso cui misurare la tenuta della propria identità di autore e di cittadino afro-americano degli Stati Uniti. La scrittura consente a Baldwin di costruire per sé il destino di “pendolare transatlantico”; ovvero, di chi, rifiutati i vincoli che il colore della pelle imporrebbe al proprio destino, fugge da una società in cui vige la gerarchia del colore, per stabilirsi in Europa ed essere libero di raccontare quel paese a distanza di sicurezza politica ed estetica. Tuttavia, proprio perché il suo interesse di autore continuano a essere gli USA, in Baldwin l’esilio in Francia, un paese che al suo arrivo possiede ancora delle colonie, non può configurasi come un approdo felice bensì come un porto da cui ripartire ripetutamente e nervosamente verso gli USA. Richiamandosi esplicitamente all’esperienza di espatrio e alla narrativa di Henry James, la letteratura di Baldwin rivista il cosiddetto “tema internazionale” dedicandosi al racconto della costruzione di un’identità americana perennemente in bilico sull’Atlantico per ragioni sia storiche, sia “razziali”, sia politiche sia estetiche.
2008
9788875642914
Antonelli, S. (2008). "The Self as a Journey": l'esilio di James Baldwin. In CRISTINA GIOCELLI e CAMILLA CATTARULLA (a cura di), Lo sguardo esiliato. Cultura europea e cultura americana fra delocalizzazione e radicamento (pp. 17-39). NAPOLI : Loffredo Editore.
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