Viene presentato uno schema idrogeologico relativo alla circolazione idrica sotterranea tra le strutture dei Monti Lepini, dei Colli Albani e della Piana Pontina, elaborato grazie a un programma di ricerca patrocinato della Fondazione Roffredo Caetani e finanziato dalla Provincia di Latina e dalla Regione Lazio. In questa analisi viene data grande importanza all’assetto geologico-strutturale che costituisce il supporto insostituibile per la definizione dello schema di circolazione idrica sotterranea tra gli acquiferi appartenenti ai domini geologici di facies carbonatica, vulcanica e fluvio-lacustre. Gli autori, a seguito di rilievi e interpretazioni originali, hanno prodotto una cartografia geologica scala 1:50.000 vettoriale, corredata da numerosi profili e relativa all’intera area di studio. Dalla cartografia risulta un assetto strutturale molto più complesso di quanto evidenziato in passato da altri autori. Lo studio geologico ha permesso di individuare delle zone in cui il deflusso delle acque sotterranee viene ostacolato dalla compartimentazione che si è creata a seguito dei movimenti tettonici di tipo compressivo e distensivo che hanno interessato la catena dei Lepini. La struttura carbonatica si immerge al di sotto della Piana Pontina determinando una circolazione idrica sotterranea, che in parte si manifesta al contatto dei depositi di colmamento della piana stessa ed in parte continua nei depositi calcarei sommersi, confinati superiormente da complessi litologici poco permeabili. I profili riguardanti la Piana Pontina sono stati costruiti sulla base di rilevamenti geofisici , gravimetrici e geoelettrici e di stratigrafie ricavate da sondaggi geomeccanici. Per l’intera area di studio, le cartografie geologiche ed i profili sono stati riletti in chiave idrogeologica definendo dei complessi con analogo comportamento nei confronti dell’acqua. Di particolare interesse è il profilo che ripercorre, con il suo andamento, la Via Appia (SS 7); in esso vengono date importanti informazioni sull’andamento del bedrock carbonatico e sulla prosecuzione verso SE del complesso delle vulcaniti albane, che si vanno ad intercalare con quello delle Sabbie limose di facies fluvio-lacustre. Da quanto esposto deriva una visione in tre dimensioni del modello idrogeologico, che consente di formulare delle fondate ipotesi sulla tipologia dei limiti idrogeologici esistenti al margine delle unità considerate. Dal modello idrogeologico sviluppato sono derivate implementazioni di modello numerico del comportamento degli acquiferi e valutazioni di bilancio idrogeologico con metodo distribuito, non contenuti in questa presentazione.
Capelli, G., DEL MONACO, F., Mazza, R., Tallini, M., Teoli, P. (2011). Assetto geologico e idrogeologico dell’area in studio. In Progetto Monti Lepini. Studi idrogeologici per la tutela e la gestione della risorsa idrica (pp. 13-29). Roma : Gangemi Editore.
Assetto geologico e idrogeologico dell’area in studio
MAZZA, Roberto;
2011-01-01
Abstract
Viene presentato uno schema idrogeologico relativo alla circolazione idrica sotterranea tra le strutture dei Monti Lepini, dei Colli Albani e della Piana Pontina, elaborato grazie a un programma di ricerca patrocinato della Fondazione Roffredo Caetani e finanziato dalla Provincia di Latina e dalla Regione Lazio. In questa analisi viene data grande importanza all’assetto geologico-strutturale che costituisce il supporto insostituibile per la definizione dello schema di circolazione idrica sotterranea tra gli acquiferi appartenenti ai domini geologici di facies carbonatica, vulcanica e fluvio-lacustre. Gli autori, a seguito di rilievi e interpretazioni originali, hanno prodotto una cartografia geologica scala 1:50.000 vettoriale, corredata da numerosi profili e relativa all’intera area di studio. Dalla cartografia risulta un assetto strutturale molto più complesso di quanto evidenziato in passato da altri autori. Lo studio geologico ha permesso di individuare delle zone in cui il deflusso delle acque sotterranee viene ostacolato dalla compartimentazione che si è creata a seguito dei movimenti tettonici di tipo compressivo e distensivo che hanno interessato la catena dei Lepini. La struttura carbonatica si immerge al di sotto della Piana Pontina determinando una circolazione idrica sotterranea, che in parte si manifesta al contatto dei depositi di colmamento della piana stessa ed in parte continua nei depositi calcarei sommersi, confinati superiormente da complessi litologici poco permeabili. I profili riguardanti la Piana Pontina sono stati costruiti sulla base di rilevamenti geofisici , gravimetrici e geoelettrici e di stratigrafie ricavate da sondaggi geomeccanici. Per l’intera area di studio, le cartografie geologiche ed i profili sono stati riletti in chiave idrogeologica definendo dei complessi con analogo comportamento nei confronti dell’acqua. Di particolare interesse è il profilo che ripercorre, con il suo andamento, la Via Appia (SS 7); in esso vengono date importanti informazioni sull’andamento del bedrock carbonatico e sulla prosecuzione verso SE del complesso delle vulcaniti albane, che si vanno ad intercalare con quello delle Sabbie limose di facies fluvio-lacustre. Da quanto esposto deriva una visione in tre dimensioni del modello idrogeologico, che consente di formulare delle fondate ipotesi sulla tipologia dei limiti idrogeologici esistenti al margine delle unità considerate. Dal modello idrogeologico sviluppato sono derivate implementazioni di modello numerico del comportamento degli acquiferi e valutazioni di bilancio idrogeologico con metodo distribuito, non contenuti in questa presentazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.