Lo scritto propone una riflessione sul contratto nella filigrana della disciplina concorrenziale. Se il contratto è la regola volontariamente scelta dalle parti, ordinata a dare disciplina a interessi di natura patrimoniale, e la concorrenza è lo statuto normativo dell'iniziativa economica e del mercato che quel contratto è destinato ad accogliere, appare evidente il rapporto circolare che si determina tra il contratto, l'iniziativa economica, il mercato, la concorrenza. In quest’ottica, vagliare in che modo il contratto è toccato dalle norme a tutela della concorrenza e dalla regolazione del mercato significa, anche e prima, chiedersi cosa sottenda, oggi, la libertà dei privati di disciplinare i propri interessi. Questi interrogativi sono affrontati in una prospettiva diacronica, attraverso la ricostruzione di tre possibili paradigmi concettuali di riferimento: lo Stato liberale, che lascia i rapporti contrattuali in misura tendenzialmente esclusiva al libero gioco delle forze economiche; lo Stato dirigista, che interviene nei rapporti economici dettando norme imperative a tutela dell'interesse pubblico; lo Stato regolatore, che pone riparo ai fallimenti del mercato e mira a garantire coll’eteronomia il mercato concorrenziale.
Zoppini, A. (2008). Autonomia contrattuale, regolazione del mercato, diritto della concorrenza. In Contratto e antitrust (pp. 3-25). BARI : Laterza.
Autonomia contrattuale, regolazione del mercato, diritto della concorrenza
ZOPPINI, Andrea
2008-01-01
Abstract
Lo scritto propone una riflessione sul contratto nella filigrana della disciplina concorrenziale. Se il contratto è la regola volontariamente scelta dalle parti, ordinata a dare disciplina a interessi di natura patrimoniale, e la concorrenza è lo statuto normativo dell'iniziativa economica e del mercato che quel contratto è destinato ad accogliere, appare evidente il rapporto circolare che si determina tra il contratto, l'iniziativa economica, il mercato, la concorrenza. In quest’ottica, vagliare in che modo il contratto è toccato dalle norme a tutela della concorrenza e dalla regolazione del mercato significa, anche e prima, chiedersi cosa sottenda, oggi, la libertà dei privati di disciplinare i propri interessi. Questi interrogativi sono affrontati in una prospettiva diacronica, attraverso la ricostruzione di tre possibili paradigmi concettuali di riferimento: lo Stato liberale, che lascia i rapporti contrattuali in misura tendenzialmente esclusiva al libero gioco delle forze economiche; lo Stato dirigista, che interviene nei rapporti economici dettando norme imperative a tutela dell'interesse pubblico; lo Stato regolatore, che pone riparo ai fallimenti del mercato e mira a garantire coll’eteronomia il mercato concorrenziale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.