I dispacci inviati dal gennaio 1648 all'agosto 1649 dagli ambasciatori veneti consentono di analizzare le modalità di comunicazione in un periodo di crisi, comunemente indicato come Fronda parlamentare. Si tratta di un contesto esemplare che si sviluppa sotto l'anfibio segno di una sottesa e costante minaccia che si alterna a fasi di conflitto aperto. In un quadro precario e destabilizzato, l'entretien assume dunque caratteri di marcata adattabilità. Nell'occasione, ad una pur verificabile tipologia codificata e sperimentata si sovrappone un'informalità e una diversificazione degli interlocutori a corte (Mazzarino, la regina, il segretario di Stato, il segretario della Regina) con i quali i linguaggi comunicativi divengono più plastici. Così come nella narrazione diplomatica si evidenzia la precarietà, l'importanza dei silenzi, la diversità degli approcci, le fragilità del potere, le qualità decisionali, la crisi istituzionale che finisce per coinvolgere regalità, ministériat ed equlibri cortigiani e cittadini. -
Andretta, S. (2010). Forme della comunicazione diplomatica in un contesto di crisi: gli ambasciatori veneziani durante la Fronda parlamentare a Parigi (1648-49). In Paroles de négociateurs. L'entretien dans la pratique diplomatique de la fin du Moyen Age à la fin du XIXe siècle (pp. 193-211). Rome : Ecole Française de Rome.
Forme della comunicazione diplomatica in un contesto di crisi: gli ambasciatori veneziani durante la Fronda parlamentare a Parigi (1648-49)
ANDRETTA, Stefano
2010-01-01
Abstract
I dispacci inviati dal gennaio 1648 all'agosto 1649 dagli ambasciatori veneti consentono di analizzare le modalità di comunicazione in un periodo di crisi, comunemente indicato come Fronda parlamentare. Si tratta di un contesto esemplare che si sviluppa sotto l'anfibio segno di una sottesa e costante minaccia che si alterna a fasi di conflitto aperto. In un quadro precario e destabilizzato, l'entretien assume dunque caratteri di marcata adattabilità. Nell'occasione, ad una pur verificabile tipologia codificata e sperimentata si sovrappone un'informalità e una diversificazione degli interlocutori a corte (Mazzarino, la regina, il segretario di Stato, il segretario della Regina) con i quali i linguaggi comunicativi divengono più plastici. Così come nella narrazione diplomatica si evidenzia la precarietà, l'importanza dei silenzi, la diversità degli approcci, le fragilità del potere, le qualità decisionali, la crisi istituzionale che finisce per coinvolgere regalità, ministériat ed equlibri cortigiani e cittadini. -I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.