Le competenze relazionali rappresentano un aspetto determinante, nella definizione del ruolo e nella funzione professionale dell’educatrice. Si può, anzi, affermare che l’essenza del compito educativo può essere concepita come manifestazione di un insieme di relazioni, espresse a vari livelli. La capacità relazionale non può essere considerata spontanea né automatica; essa necessita, al contrario, di un’attenta ed accurata formazione che si esplica in un processo di sensibilizzazione, interiorizzazione e affinamento nel tempo . Le competenze relazionali riguardano le seguenti abilità: ascoltare e farsi ascoltare; esplicitare le proprie perplessità; richiedere chiarimenti e spiegazioni; rivedere le proprie posizioni; progettare e lavorare insieme . Queste abilità più specifiche sono, tuttavia, ricondotte a quelle capacità più generali che possiamo definire di conoscenza dell’altro, adulto o bambino che sia. Principalmente l’educatrice è chiamata a relazionarsi con il bambino, il quale necessita di un rapporto di qualità e di tempo fatto di molte cose: contatto fisico, sorrisi, parole, movimenti, gesti, posture, prossemica... Questo repertorio comunicativo-relazionale rassicura il bambino e gli consente di affidarsi all’operatrice ritrovando, seppur nella diversità di funzione, il contesto familiare. Questa esperienza positiva, che assicura al piccolo la continuità della presa in carico relazionale, lo spinge anche ad esplorare con maggior senso di sicurezza l’ambiente circostante. Ritenendo significative tali riflessioni nel capitolo si prenderà in considerazione la relazione: educatrice-coordinatrice, educatrice/educatrice, educatrice/bambino, bambino/bambino, educatrice/famiglia. -
Favorini, A.M. (2005). LE COMPETENZE RELAZIONALI DELL'EDUCATRICE. In ANNA MARIA FAVORINI (a cura di), UNA IDEA DI NIDO.UN MODELLO EDUCATIVO-DIDATTICO INTEGRATO E INCLUSIVO (pp. 44-57). MILANO : FrancoAngeli.
LE COMPETENZE RELAZIONALI DELL'EDUCATRICE
FAVORINI, Anna Maria
2005-01-01
Abstract
Le competenze relazionali rappresentano un aspetto determinante, nella definizione del ruolo e nella funzione professionale dell’educatrice. Si può, anzi, affermare che l’essenza del compito educativo può essere concepita come manifestazione di un insieme di relazioni, espresse a vari livelli. La capacità relazionale non può essere considerata spontanea né automatica; essa necessita, al contrario, di un’attenta ed accurata formazione che si esplica in un processo di sensibilizzazione, interiorizzazione e affinamento nel tempo . Le competenze relazionali riguardano le seguenti abilità: ascoltare e farsi ascoltare; esplicitare le proprie perplessità; richiedere chiarimenti e spiegazioni; rivedere le proprie posizioni; progettare e lavorare insieme . Queste abilità più specifiche sono, tuttavia, ricondotte a quelle capacità più generali che possiamo definire di conoscenza dell’altro, adulto o bambino che sia. Principalmente l’educatrice è chiamata a relazionarsi con il bambino, il quale necessita di un rapporto di qualità e di tempo fatto di molte cose: contatto fisico, sorrisi, parole, movimenti, gesti, posture, prossemica... Questo repertorio comunicativo-relazionale rassicura il bambino e gli consente di affidarsi all’operatrice ritrovando, seppur nella diversità di funzione, il contesto familiare. Questa esperienza positiva, che assicura al piccolo la continuità della presa in carico relazionale, lo spinge anche ad esplorare con maggior senso di sicurezza l’ambiente circostante. Ritenendo significative tali riflessioni nel capitolo si prenderà in considerazione la relazione: educatrice-coordinatrice, educatrice/educatrice, educatrice/bambino, bambino/bambino, educatrice/famiglia. -I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.