Il saggio di Donatello Santarone sostiene che il campo della pedagogia interculturale si caratterizza sempre più per il suo accentuato impianto interdisciplinare. Al fine di contribuire a rileggere i saperi insegnati nelle istituzioni educative e promuovere un inserimento attivo degli allievi stranieri nella scuola in un contesto di relazioni dinamiche con gli allievi italiani, la pedagogia interculturale deve obbligatoriamente confrontarsi con altri settori scientifico-disciplinari, dalla storia alla sociologia, dalla letteratura agli studi culturali e religiosi. Tutte le discipline dovrebbero essere considerate in una prospettiva educativa, nel quadro di un paradigma pedagogico che si propone di definire un corredo concettuale ed una base cognitiva a misura della dimensione internazionale che caratterizza la vicenda umana nella nostra epoca. L’educazione interculturale può essere definita una prospettiva pedagogica che assume la dimensione internazionale del sapere come asse centrale della teoria e della prassi formative: includere la storia e la cultura del mondo nei curricoli scolastici in un’ottica “contrappuntistica”, quindi non esotica né eurocentrica, ma relazionale e dinamica. Si tratta, in altre parole, di studiare gli “altri” nelle relazioni, fatte di scambi pacifici e di sanguinosi conflitti, che essi hanno intrattenuto con “noi”. La presenza nel nostro Paese di immigrati e dei loro figli nelle scuole e, più in generale, i rapporti fra italiani e stranieri, costituiscono dati di fatto che sono all’origine dell’educazione interculturale e della sua intenzione di costruire relazioni più civili tra autoctoni e immigrati.
Santarone, D. (2006). La pedagogia interculturale: contenuti e proposte. In SANTARONE D (a cura di), Educare diversamente. Migrazioni differenze intercultura (pp. 11-39). ROMA : Armando Editore.
La pedagogia interculturale: contenuti e proposte
SANTARONE, DONATO
2006-01-01
Abstract
Il saggio di Donatello Santarone sostiene che il campo della pedagogia interculturale si caratterizza sempre più per il suo accentuato impianto interdisciplinare. Al fine di contribuire a rileggere i saperi insegnati nelle istituzioni educative e promuovere un inserimento attivo degli allievi stranieri nella scuola in un contesto di relazioni dinamiche con gli allievi italiani, la pedagogia interculturale deve obbligatoriamente confrontarsi con altri settori scientifico-disciplinari, dalla storia alla sociologia, dalla letteratura agli studi culturali e religiosi. Tutte le discipline dovrebbero essere considerate in una prospettiva educativa, nel quadro di un paradigma pedagogico che si propone di definire un corredo concettuale ed una base cognitiva a misura della dimensione internazionale che caratterizza la vicenda umana nella nostra epoca. L’educazione interculturale può essere definita una prospettiva pedagogica che assume la dimensione internazionale del sapere come asse centrale della teoria e della prassi formative: includere la storia e la cultura del mondo nei curricoli scolastici in un’ottica “contrappuntistica”, quindi non esotica né eurocentrica, ma relazionale e dinamica. Si tratta, in altre parole, di studiare gli “altri” nelle relazioni, fatte di scambi pacifici e di sanguinosi conflitti, che essi hanno intrattenuto con “noi”. La presenza nel nostro Paese di immigrati e dei loro figli nelle scuole e, più in generale, i rapporti fra italiani e stranieri, costituiscono dati di fatto che sono all’origine dell’educazione interculturale e della sua intenzione di costruire relazioni più civili tra autoctoni e immigrati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.