La giustizia costituzionale si è affermata con sempre maggior forza come uno dei punti qualificanti delle moderne democrazie tutte dotate ormai di specifici organi volti a verificare la legittimità costituzionale non più solo delle leggi ma, in generale, dell’azione dei pubblici poteri. Dopo un breve excursus storico a carattere introduttivo sulla nascita e l’affermarsi del controllo di costituzionalità delle leggi in diritto comparato il contributo si è soffermato specificamente sull’organizzazione ed il funzionamento della giustizia costituzionale negli ordinamenti di Austria, Belgio Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna Polonia Ungheria con particolare attenzione alle modalità di composizione delle Corti, alle loro competenze, alle funzioni ed alle modalità decisionali. Il saggio evidenzia come negli ordinamenti contemporanei la giustizia costituzionale sia ormai un’acquisizione consolidata, comune a tutti i sistemi democratici, dato confermato dalla esplicita previsione di istituti di giustizia costituzionale in tutte le carte costituzionali, soprattutto se di recente approvazione, come quelle dei paesi dell’ex blocco sovietico o di paesi extra europei come gli ordinamenti dell’America Latina. I sistemi esaminati nel contributo presentano elementi “convergenti” come il carattere “rigido” delle costituzioni, principio che cominci a farsi strada anche nell’ordinamento del Regno Unito, tradizionalmente considerato il prototipo degli ordinamenti “flessibili”, un sistema di controllo “accentrato”, il conferimento alle Corti costituzionali una pluralità di funzioni che vanno dalla risoluzione dei conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato a quelli di competenza tra Stato centrale e autonomie locali, oltre che di garanzia dei diritti di libertà e di giudizio sulle accuse mosse contro organi politici. Le considerazioni di cui sopra portano a ritenere che esista una “comunicazione” crescente tra i diversi modelli di giustizia costituzionale da ascrivere al più generale fenomeno della “circolazione dei modelli giuridici”. Il saggio non manca di segnalare anche gli aspetti di carattere più problematico concernenti il rapporto tra le Corti costituzionali e le Corti sovranazionali da un lato e quello con il potere politico dall’altro. In sintesi la giustizia costituzionale, pur nella varietà dei modelli rinvenibili nei diversi ordinamenti, è un sicuro indice, quantomeno, della democraticità della forma di Stato, anche qualora non si voglia ascrivere l’attività svolta dalle Corti ad elemento qualificante della stessa forma di governo.
Aliberti, C. (2005). L’organizzazione ed il funzionamento della giustizia costituzionale. In Istituzioni, politica e amministrazione. Otto paesi europei a confronto (pp. 64-104). TORINO : Giappichelli.
L’organizzazione ed il funzionamento della giustizia costituzionale
ALIBERTI, Cristiano
2005-01-01
Abstract
La giustizia costituzionale si è affermata con sempre maggior forza come uno dei punti qualificanti delle moderne democrazie tutte dotate ormai di specifici organi volti a verificare la legittimità costituzionale non più solo delle leggi ma, in generale, dell’azione dei pubblici poteri. Dopo un breve excursus storico a carattere introduttivo sulla nascita e l’affermarsi del controllo di costituzionalità delle leggi in diritto comparato il contributo si è soffermato specificamente sull’organizzazione ed il funzionamento della giustizia costituzionale negli ordinamenti di Austria, Belgio Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna Polonia Ungheria con particolare attenzione alle modalità di composizione delle Corti, alle loro competenze, alle funzioni ed alle modalità decisionali. Il saggio evidenzia come negli ordinamenti contemporanei la giustizia costituzionale sia ormai un’acquisizione consolidata, comune a tutti i sistemi democratici, dato confermato dalla esplicita previsione di istituti di giustizia costituzionale in tutte le carte costituzionali, soprattutto se di recente approvazione, come quelle dei paesi dell’ex blocco sovietico o di paesi extra europei come gli ordinamenti dell’America Latina. I sistemi esaminati nel contributo presentano elementi “convergenti” come il carattere “rigido” delle costituzioni, principio che cominci a farsi strada anche nell’ordinamento del Regno Unito, tradizionalmente considerato il prototipo degli ordinamenti “flessibili”, un sistema di controllo “accentrato”, il conferimento alle Corti costituzionali una pluralità di funzioni che vanno dalla risoluzione dei conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato a quelli di competenza tra Stato centrale e autonomie locali, oltre che di garanzia dei diritti di libertà e di giudizio sulle accuse mosse contro organi politici. Le considerazioni di cui sopra portano a ritenere che esista una “comunicazione” crescente tra i diversi modelli di giustizia costituzionale da ascrivere al più generale fenomeno della “circolazione dei modelli giuridici”. Il saggio non manca di segnalare anche gli aspetti di carattere più problematico concernenti il rapporto tra le Corti costituzionali e le Corti sovranazionali da un lato e quello con il potere politico dall’altro. In sintesi la giustizia costituzionale, pur nella varietà dei modelli rinvenibili nei diversi ordinamenti, è un sicuro indice, quantomeno, della democraticità della forma di Stato, anche qualora non si voglia ascrivere l’attività svolta dalle Corti ad elemento qualificante della stessa forma di governo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.