Scopo del contributo è quello di offrire un differente approccio alla lettura degli eventi problematici che possono caratterizzare un particolare aspetto della condizione umana, qual è la disabilità (in modo particolare l'autismo). Si tratta di una riflessione che è condotta mediante alcune sollecitazioni che provengono dal mondo del cinema e che possono avere un’importante ricaduta in ambito formativo. A parere dell'autore, infatti, tale prospettiva è assai feconda e ricca di implicazioni culturali, etiche, sociali, in quanto vi si trovano coinvolte, pariteticamente e sinergicamente, numerose aree di intersezione delle «scienze umane»: la filosofia, l’antropologia, la psicologia, la pedagogia ecc. La visione e l’analisi di un film in cui viene raccontata la storia di un personaggio che presenta una disabilità, un disturbo o una difficoltà, consente, infatti, di rilevare e di indagare come l’immaginario collettivo, mediante l’espressione cinematografica, sia in grado di raccogliere, immagazzinare e rappresentare i fenomeni con cui si manifesta e si configura l’handicap nella nostra società. Al tempo stesso, assumendo questo punto di vista, è possibile interrogarsi anche sui limiti oggettivi di questa possibilità rappresentativa del complesso universo delle disabilità psicofisiche. Come cercha di dimostrare l'autore, la valenza formativa di questo approccio risiede proprio nella capacità di riconoscere come tali i suddetti limiti, e nella disponibilità a porsi di fronte a ciò che non si riusce a ricondurre all’interno di categorie interpretative già acquisite e sperimentate con un atteggiamento di apertura, di ascolto attivo, di sincero rispetto.

Bocci, F. (2004). Cinema e autismo. Una breve riflessione sulla rappresentazione mediata del sé e dell'altro. In Pensare la differenza. Incontri (pp. 243-255). CANTALUPA (TO) : Effatà Ed..

Cinema e autismo. Una breve riflessione sulla rappresentazione mediata del sé e dell'altro

BOCCI, FABIO
2004-01-01

Abstract

Scopo del contributo è quello di offrire un differente approccio alla lettura degli eventi problematici che possono caratterizzare un particolare aspetto della condizione umana, qual è la disabilità (in modo particolare l'autismo). Si tratta di una riflessione che è condotta mediante alcune sollecitazioni che provengono dal mondo del cinema e che possono avere un’importante ricaduta in ambito formativo. A parere dell'autore, infatti, tale prospettiva è assai feconda e ricca di implicazioni culturali, etiche, sociali, in quanto vi si trovano coinvolte, pariteticamente e sinergicamente, numerose aree di intersezione delle «scienze umane»: la filosofia, l’antropologia, la psicologia, la pedagogia ecc. La visione e l’analisi di un film in cui viene raccontata la storia di un personaggio che presenta una disabilità, un disturbo o una difficoltà, consente, infatti, di rilevare e di indagare come l’immaginario collettivo, mediante l’espressione cinematografica, sia in grado di raccogliere, immagazzinare e rappresentare i fenomeni con cui si manifesta e si configura l’handicap nella nostra società. Al tempo stesso, assumendo questo punto di vista, è possibile interrogarsi anche sui limiti oggettivi di questa possibilità rappresentativa del complesso universo delle disabilità psicofisiche. Come cercha di dimostrare l'autore, la valenza formativa di questo approccio risiede proprio nella capacità di riconoscere come tali i suddetti limiti, e nella disponibilità a porsi di fronte a ciò che non si riusce a ricondurre all’interno di categorie interpretative già acquisite e sperimentate con un atteggiamento di apertura, di ascolto attivo, di sincero rispetto.
2004
88-7402-195-X
Bocci, F. (2004). Cinema e autismo. Una breve riflessione sulla rappresentazione mediata del sé e dell'altro. In Pensare la differenza. Incontri (pp. 243-255). CANTALUPA (TO) : Effatà Ed..
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