Nel 1881 Antonio Favaro pubblicava un breve saggio intitolato Galileo astrologo, in cui, con encomiabile probità intellettuale e superando pregiudizi e imbarazzi relativi all’argomento, dava conto negli interessi astrologici dello scienziato, e nell’Edizione Nazionale delle Opere pubblicava, anche se non integralmente, buona parte dei materiali relativi all’attività e alle competenze galileiane in questo settore. Per molti decenni l’argomento non è stato più affrontato, fino a quando, fra i tardi anni ’70 e i primi ’80 del secolo passato, il discorso si è riaperto grazie a talune indicazioni di Guglielmo Righini (1976) relative alle suggestione astrologiche contenute nella dedica a Cosimo II del Sidereus Nuncius e a un contributo di chi scrive (1983), che, mettendo a confronto gli interessi astrologici e profetici di Galileo e di Campanella, rintracciava nei testi galileiani spunti di rilievo su tali tematiche. In anni recenti gli interessi e le ricerche su tale aspetto dell’attività intellettuale dello scienziato si sono moltiplicati, in virtù sia di una sempre più attenta conoscenza del suo pensiero che di un nuovo atteggiamento storiografico nei confronti dello studio dell’astrologia e dal ruolo da essa giocato all’interno della cultura e del sapere rinascimentali. Entro tale contesto hanno visto la luce numerosi contributi che hanno apportato chiarimenti su molteplici punti connessi a tali temi, riguardanti l’insegnamento di Galileo a Padova, la sua stessa data di nascita, le pericolose attenzioni da parte dell’Inquisizione rispetto a tali problemi, le vicende infine relative al soggiorno romano nel 1630 e ai rapporti con don Orazio Morandi, l’abate di Santa Prassede, morto in carcere con sospetto di veleno, che fu al centro di intrighi astrologici e politici. Nella conferenza mi propongo di dare conto delle competenze e degli scritti astrologici di Galileo, in relazione ai contesti e agli ambienti in cui furono elaborati, e di valutare la letteratura critica sull’agomento.
Ernst, E.G. (2010). Galileo, Campanella le dottrine celesti. In Il processo a Galileo Galilei e la questione galileiana (pp. 157-182). ROMA : Edizioni di Storia e Letteratura.
Galileo, Campanella le dottrine celesti
ERNST, Elisa Germana
2010-01-01
Abstract
Nel 1881 Antonio Favaro pubblicava un breve saggio intitolato Galileo astrologo, in cui, con encomiabile probità intellettuale e superando pregiudizi e imbarazzi relativi all’argomento, dava conto negli interessi astrologici dello scienziato, e nell’Edizione Nazionale delle Opere pubblicava, anche se non integralmente, buona parte dei materiali relativi all’attività e alle competenze galileiane in questo settore. Per molti decenni l’argomento non è stato più affrontato, fino a quando, fra i tardi anni ’70 e i primi ’80 del secolo passato, il discorso si è riaperto grazie a talune indicazioni di Guglielmo Righini (1976) relative alle suggestione astrologiche contenute nella dedica a Cosimo II del Sidereus Nuncius e a un contributo di chi scrive (1983), che, mettendo a confronto gli interessi astrologici e profetici di Galileo e di Campanella, rintracciava nei testi galileiani spunti di rilievo su tali tematiche. In anni recenti gli interessi e le ricerche su tale aspetto dell’attività intellettuale dello scienziato si sono moltiplicati, in virtù sia di una sempre più attenta conoscenza del suo pensiero che di un nuovo atteggiamento storiografico nei confronti dello studio dell’astrologia e dal ruolo da essa giocato all’interno della cultura e del sapere rinascimentali. Entro tale contesto hanno visto la luce numerosi contributi che hanno apportato chiarimenti su molteplici punti connessi a tali temi, riguardanti l’insegnamento di Galileo a Padova, la sua stessa data di nascita, le pericolose attenzioni da parte dell’Inquisizione rispetto a tali problemi, le vicende infine relative al soggiorno romano nel 1630 e ai rapporti con don Orazio Morandi, l’abate di Santa Prassede, morto in carcere con sospetto di veleno, che fu al centro di intrighi astrologici e politici. Nella conferenza mi propongo di dare conto delle competenze e degli scritti astrologici di Galileo, in relazione ai contesti e agli ambienti in cui furono elaborati, e di valutare la letteratura critica sull’agomento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.