The co-translator’s and co-editor’s introductory essay (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traces in one hundred pages the first, albeit concise, historical-philological evaluation of the issue of the Barlaam and Ioasaph compiled in mind with the new critical edition by Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, which only now replaces the nineteenth century editio princeps by Jean François Boissonade) and, in particular, his monumental prolegomena (Einführung, ivi, vol. II). The introduction takes into account the crucial new research results present in the latter and, in general, which have emerged from the more than thirty years of research separating this new Italian edition from the first published by the two editors in 1980 (S. Ronchey and P. Cesaretti, eds., Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Introduction, Notes, Biblical Repertory, Italian translation. Milan: Rusconi, 1980, 317 pp.). The essay sheds light on the evolution of the narrative nucleus from Eastern versions of the life of Buddha to the Georgian Christianisation, as well as to the formalisation, and authorial attribution of the Greek Byzantine narrative (for which Volk’s results are decisive), up until the success of the History of Barlaam and Ioasaph and its apologists in the modern age. All of the philological aspects touched on by Volk are analysed concisely and clarified as much as possible, with the addition of elements intentionally bypassed by Volk, such as those relating to Buddhist or Manichaean studies or the reception of the text in the history of Medieval and modern literature or, eventually, the more general cultural and literary meaning of the work in the world of Byzantine civilisation and, more tangentially, in the context of post-iconoclast speculation and the so-called encyclopaedism of the 10th and 11th centuries. Therefore, the essay represents an overall introduction to the Barlaam and Ioasaph and its various aspects and the history of the scholarship surrounding it, as well as the enormous circumstances of its influence. What emerges is a “philological novel” that reveals how the study of textual tradition can touch the heart of cultural exchange and, in this case, the intricate relations between East and West.

Il saggio introduttivo della co-traduttrice e co-curatrice (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traccia in cento pagine il primo ancorché sintetico bilancio storico-filologico sulla questione del Barlaam e Ioasaf stilato tenendo presente la nuova edizione critica di Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, che solo oggi di fatto ha rimpiazzato l’editio princeps ottocentesca di Jean François Boissonade) e in particolare i suoi monumentali prolegomeni (Einführung, ivi, vol. II). Dà anzitutto conto delle nuove e cruciali acquisizioni scientifiche presenti in questi ultimi, e in generale emerse dalla comunità degli studiosi nei più di trent’anni che separano questa nuova edizione italiana dalla prima pubblicata dai due curatori nel 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, introd., trad. it., note e repertorio biblico di S. Ronchey e P. Cesaretti, Milano, Rusconi, 1980, 317 pp.). Delucida quindi l’evoluzione del nucleo narrativo, dalle versioni orientali della vita del Buddha alla cristianizzazione georgiana alla formalizzazione e all’attribuzione autoriale della narrazione greco-bizantina (per cui sono dirimenti le acquisizioni di Volk), sino alla fortuna del Barlaam e Ioasaf e dei suoi apologhi in età moderna. Tutti gli aspetti filologici toccati da Volk sono analizzati in termini sintetici e quanto meglio possibile chiariti, ma sono integrati nel quadro anche gli elementi da Volk volutamente tralasciati, come quelli legati agli studi orientalistici, in particolare sul buddhismo e sul manicheismo, o la fortuna del testo nella storia della letteratura medievale e moderna, o in generale il senso culturale e letterario dell’opera nell’ambito della civiltà bizantina e più circostanziatamente nel contesto della speculazione post-iconoclasta e del cosiddetto enciclopedismo del X-XI sec. Il saggio si presenta dunque come un'introduzione globale al Barlaam e Ioasaf e ai suoi vari aspetti, alla storia degli studi intorno ad esso e all’immensa vicenda della sua fortuna. Ne emerge un “romanzo di filologia” che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra Occidente e Oriente.

Ronchey, S. (2012). Introduzione. Il Buddha bizantino. In Storia di Barlaam e Ioasaf. La vita bizantina del Buddha (pp. VII-CVII). TORINO : Einaudi.

Introduzione. Il Buddha bizantino

RONCHEY, SILVIA
2012-01-01

Abstract

The co-translator’s and co-editor’s introductory essay (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traces in one hundred pages the first, albeit concise, historical-philological evaluation of the issue of the Barlaam and Ioasaph compiled in mind with the new critical edition by Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, which only now replaces the nineteenth century editio princeps by Jean François Boissonade) and, in particular, his monumental prolegomena (Einführung, ivi, vol. II). The introduction takes into account the crucial new research results present in the latter and, in general, which have emerged from the more than thirty years of research separating this new Italian edition from the first published by the two editors in 1980 (S. Ronchey and P. Cesaretti, eds., Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, Introduction, Notes, Biblical Repertory, Italian translation. Milan: Rusconi, 1980, 317 pp.). The essay sheds light on the evolution of the narrative nucleus from Eastern versions of the life of Buddha to the Georgian Christianisation, as well as to the formalisation, and authorial attribution of the Greek Byzantine narrative (for which Volk’s results are decisive), up until the success of the History of Barlaam and Ioasaph and its apologists in the modern age. All of the philological aspects touched on by Volk are analysed concisely and clarified as much as possible, with the addition of elements intentionally bypassed by Volk, such as those relating to Buddhist or Manichaean studies or the reception of the text in the history of Medieval and modern literature or, eventually, the more general cultural and literary meaning of the work in the world of Byzantine civilisation and, more tangentially, in the context of post-iconoclast speculation and the so-called encyclopaedism of the 10th and 11th centuries. Therefore, the essay represents an overall introduction to the Barlaam and Ioasaph and its various aspects and the history of the scholarship surrounding it, as well as the enormous circumstances of its influence. What emerges is a “philological novel” that reveals how the study of textual tradition can touch the heart of cultural exchange and, in this case, the intricate relations between East and West.
2012
9788806203955
Il saggio introduttivo della co-traduttrice e co-curatrice (Il Buddha bizantino, pp. vii-cvii) traccia in cento pagine il primo ancorché sintetico bilancio storico-filologico sulla questione del Barlaam e Ioasaf stilato tenendo presente la nuova edizione critica di Robert Volk (Historia animae utilis de Barlaam et Ioasaph, I-II, Berlin – New York 2006-2009, che solo oggi di fatto ha rimpiazzato l’editio princeps ottocentesca di Jean François Boissonade) e in particolare i suoi monumentali prolegomeni (Einführung, ivi, vol. II). Dà anzitutto conto delle nuove e cruciali acquisizioni scientifiche presenti in questi ultimi, e in generale emerse dalla comunità degli studiosi nei più di trent’anni che separano questa nuova edizione italiana dalla prima pubblicata dai due curatori nel 1980 (Vita bizantina di Barlaam e Ioasaf, introd., trad. it., note e repertorio biblico di S. Ronchey e P. Cesaretti, Milano, Rusconi, 1980, 317 pp.). Delucida quindi l’evoluzione del nucleo narrativo, dalle versioni orientali della vita del Buddha alla cristianizzazione georgiana alla formalizzazione e all’attribuzione autoriale della narrazione greco-bizantina (per cui sono dirimenti le acquisizioni di Volk), sino alla fortuna del Barlaam e Ioasaf e dei suoi apologhi in età moderna. Tutti gli aspetti filologici toccati da Volk sono analizzati in termini sintetici e quanto meglio possibile chiariti, ma sono integrati nel quadro anche gli elementi da Volk volutamente tralasciati, come quelli legati agli studi orientalistici, in particolare sul buddhismo e sul manicheismo, o la fortuna del testo nella storia della letteratura medievale e moderna, o in generale il senso culturale e letterario dell’opera nell’ambito della civiltà bizantina e più circostanziatamente nel contesto della speculazione post-iconoclasta e del cosiddetto enciclopedismo del X-XI sec. Il saggio si presenta dunque come un'introduzione globale al Barlaam e Ioasaf e ai suoi vari aspetti, alla storia degli studi intorno ad esso e all’immensa vicenda della sua fortuna. Ne emerge un “romanzo di filologia” che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra Occidente e Oriente.
Ronchey, S. (2012). Introduzione. Il Buddha bizantino. In Storia di Barlaam e Ioasaf. La vita bizantina del Buddha (pp. VII-CVII). TORINO : Einaudi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/160721
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