Questo studio ha ad oggetto le utilizzazioni di parti del testo del Digesto, estrapolate dal loro contesto originale, da parte della cultura medievale nel XII secolo. Un primo approfondimento è dedicato al contesto ecclesiastico che Calasso aveva designato con l'espressione "utraque lex": inclusi in sillogi, compendi e florilegi, frammenti del Digesto circolano e sono utilizzati al pari con altre autorità canoniche o religiose. Si tratta di un atteggiamento diverso da quello tipico della nascente scuola di Bologna, che prevede uno studio integrale dei libri giustinianei ricostruiti nella loro interezza. Il particolare rapporto fra Bulgaro e Aimerico, cancelliere di Santa Romana Chiesa durante il grande scisma del 1130, illumina anche il rapporto della cultura ecclesiastica con il diritto romano, specialmente in tema di procedura e di elaborazione delle "regulae iuris". Oltre a redigere il famoso trattato sull'"ordo" processuale per il cancelliere, Bulgaro si dedicò anche a illustrare il titolo 50.17, partendo da un travisamento del senso della "regula" romana provocato da un errore presente nella tradizione della Vulgata, che ha indotto i giuristi medievali a intendere la regola come la "coniunctio" (non "coniectio", come legge l'originale) di "rationes". Le regole medievali sono dunque esercizi dialettici, vicini a quelli che si compiono con i brocardi. Il trattato di Bulgaro, con le aggiunte di Piacentino e di altri, circolano al di fuori del Digesto, nei manoscritti miscellanei di ecclesiastici interessati al diritto e alla teologia.
Conte, E. (2014). Il Digesto fuori dal Digesto. In A.P.S. Dario Mantovani (a cura di), Interpretare il Digesto. Storia e metodi (pp. 277-298). PAVIA : Iuss Press.
Il Digesto fuori dal Digesto
CONTE, Emanuele
2014-01-01
Abstract
Questo studio ha ad oggetto le utilizzazioni di parti del testo del Digesto, estrapolate dal loro contesto originale, da parte della cultura medievale nel XII secolo. Un primo approfondimento è dedicato al contesto ecclesiastico che Calasso aveva designato con l'espressione "utraque lex": inclusi in sillogi, compendi e florilegi, frammenti del Digesto circolano e sono utilizzati al pari con altre autorità canoniche o religiose. Si tratta di un atteggiamento diverso da quello tipico della nascente scuola di Bologna, che prevede uno studio integrale dei libri giustinianei ricostruiti nella loro interezza. Il particolare rapporto fra Bulgaro e Aimerico, cancelliere di Santa Romana Chiesa durante il grande scisma del 1130, illumina anche il rapporto della cultura ecclesiastica con il diritto romano, specialmente in tema di procedura e di elaborazione delle "regulae iuris". Oltre a redigere il famoso trattato sull'"ordo" processuale per il cancelliere, Bulgaro si dedicò anche a illustrare il titolo 50.17, partendo da un travisamento del senso della "regula" romana provocato da un errore presente nella tradizione della Vulgata, che ha indotto i giuristi medievali a intendere la regola come la "coniunctio" (non "coniectio", come legge l'originale) di "rationes". Le regole medievali sono dunque esercizi dialettici, vicini a quelli che si compiono con i brocardi. Il trattato di Bulgaro, con le aggiunte di Piacentino e di altri, circolano al di fuori del Digesto, nei manoscritti miscellanei di ecclesiastici interessati al diritto e alla teologia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.