This essay basically aims at focusing on themes and subjects concerning the roman area deepened in the book Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell’area romana (ed. A.L. Palazzo, Gangemi, Roma, 2005). The research, stemming from the collaboration between different disciplines, tackles the City of Rome and its outskirts, stressing its transformations for over a century (from 1870 onwards). Within the Roman metropolitan area, the logic of development - the point of view of the city - has generally prevailed, providing standardized interpretations of the sprawl, in continuity or discontinuity to urban areas. Urban development is here considered under a neglected point of view, that of the “countryside”, tied with the destiny of the city under conditions of absolute dependence (with rural areas being seen as sacrifice areas devoted to urban uses). Empirical evidence shows that these transformations can less and less be read as transitions from low-density towards an overall urban condition. "Urban countryside" are at high risk: risk of obsolescence of settlement patterns hardly amendable, and definitely less sound than the compact city.

Il saggio, di apertura alla ricerca Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell'area romana, indaga la condizione di campagna urbana nel territorio di Roma e dei comuni contermini le cui sorti appaiono fortemente determinate dalla presenza della metropoli. La ricerca, che si è avvalsa di contributi di differenti ambiti disciplinari, ripercorre per periodizzazioni, dominanti tematiche ed episodi significativi le fasi della progressiva smaterializzazione del margine tra città e campagna, anche con l’impiego di strumenti analitici che fanno uso di immagini satellitari a media risoluzione, del tutto inediti nell’area romana. Sono inoltre evidenziati, con riferimento a casi di studio rilevanti, i meccanismi di inglobamento e cancellazione dei pattern rurali, e segnalate varie forme di discontinuità urbana, in una lettura per “generazioni” delle dinamiche di espansione, entro e tra le maglie del costruito, che invita a riformulare l’opposizione chiuso-aperto nei termini di compatto-disperso. Questo saggio si è in particolare cimentato con le diverse percezioni del territorio aperto nell’arco del secolo appena trascorso, soffermandosi su alcuni passaggi dell’evoluzione urbana e sulle retoriche che di volta in volta ne hanno sostenuto principi e modelli insediativi. L’excursus storico evidenzia il progressivo incrinarsi delle prospettive istituzionali e disciplinari di un univoco limite tra città e campagna affidato a una possente cerchiatura infrastrutturale, limite peraltro negato ab origine da dispositivi di regolazione degli incrementi edilizi fuori piano a vario titolo emanati. La prospettiva da cui indagare la campagna urbana viene successivamente ricondotta ai riferimenti istituzionali e ai dispositivi tecnico-disciplinari che fanno da sfondo ad esperienze mature di trattamento del territorio aperto, comunali e di area vasta, che pongono in chiave problematica la risignificazione dello spazio periurbano e ed extraurbano di fronte a diversificate domande di paesaggio. Infine, con riferimento alle politiche e pratiche in corso, si tenta di riposizionare i principali interrogativi legati ai temi della sostenibilità. L’economia dell’Agro deve dimostrare una capacità competitiva con altre destinazioni dei suoli e con le rendite di attesa generate dalla macchina urbana che pongono a dura prova le forme tradizionali di regolamentazione. Si tratta di far sì che lo spazio agricolo e forestale, da sempre trascurato nelle politiche pubbliche, entri realmente nella categoria delle “infrastrutture pubbliche di natura”. Tali differenti implicazioni trovano in luoghi emblematici dell’area romana un’eco particolare: qui le interferenze tra diversi “progetti di territorio”, siano essi impliciti o espliciti, hanno conseguenze spesso imponenti sul sistema insediativo e ambientale, e in definitiva sul paesaggio. Si intende dimostrare che attraverso il filtro del paesaggio, nelle dimensioni del piano, del progetto, della regolazione, la condizione di “campagna urbana” riserva spazi di manovra di grande innovatività.

Palazzo, A.L. (2005). Urbano e rurale. Dominanti tematiche. In PALAZZO A.L. (a cura di), Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell'area romana (pp. 17-32). ROMA : Gangemi.

Urbano e rurale. Dominanti tematiche

PALAZZO, Anna Laura
2005-01-01

Abstract

This essay basically aims at focusing on themes and subjects concerning the roman area deepened in the book Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell’area romana (ed. A.L. Palazzo, Gangemi, Roma, 2005). The research, stemming from the collaboration between different disciplines, tackles the City of Rome and its outskirts, stressing its transformations for over a century (from 1870 onwards). Within the Roman metropolitan area, the logic of development - the point of view of the city - has generally prevailed, providing standardized interpretations of the sprawl, in continuity or discontinuity to urban areas. Urban development is here considered under a neglected point of view, that of the “countryside”, tied with the destiny of the city under conditions of absolute dependence (with rural areas being seen as sacrifice areas devoted to urban uses). Empirical evidence shows that these transformations can less and less be read as transitions from low-density towards an overall urban condition. "Urban countryside" are at high risk: risk of obsolescence of settlement patterns hardly amendable, and definitely less sound than the compact city.
2005
88-492-0264-4
Il saggio, di apertura alla ricerca Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell'area romana, indaga la condizione di campagna urbana nel territorio di Roma e dei comuni contermini le cui sorti appaiono fortemente determinate dalla presenza della metropoli. La ricerca, che si è avvalsa di contributi di differenti ambiti disciplinari, ripercorre per periodizzazioni, dominanti tematiche ed episodi significativi le fasi della progressiva smaterializzazione del margine tra città e campagna, anche con l’impiego di strumenti analitici che fanno uso di immagini satellitari a media risoluzione, del tutto inediti nell’area romana. Sono inoltre evidenziati, con riferimento a casi di studio rilevanti, i meccanismi di inglobamento e cancellazione dei pattern rurali, e segnalate varie forme di discontinuità urbana, in una lettura per “generazioni” delle dinamiche di espansione, entro e tra le maglie del costruito, che invita a riformulare l’opposizione chiuso-aperto nei termini di compatto-disperso. Questo saggio si è in particolare cimentato con le diverse percezioni del territorio aperto nell’arco del secolo appena trascorso, soffermandosi su alcuni passaggi dell’evoluzione urbana e sulle retoriche che di volta in volta ne hanno sostenuto principi e modelli insediativi. L’excursus storico evidenzia il progressivo incrinarsi delle prospettive istituzionali e disciplinari di un univoco limite tra città e campagna affidato a una possente cerchiatura infrastrutturale, limite peraltro negato ab origine da dispositivi di regolazione degli incrementi edilizi fuori piano a vario titolo emanati. La prospettiva da cui indagare la campagna urbana viene successivamente ricondotta ai riferimenti istituzionali e ai dispositivi tecnico-disciplinari che fanno da sfondo ad esperienze mature di trattamento del territorio aperto, comunali e di area vasta, che pongono in chiave problematica la risignificazione dello spazio periurbano e ed extraurbano di fronte a diversificate domande di paesaggio. Infine, con riferimento alle politiche e pratiche in corso, si tenta di riposizionare i principali interrogativi legati ai temi della sostenibilità. L’economia dell’Agro deve dimostrare una capacità competitiva con altre destinazioni dei suoli e con le rendite di attesa generate dalla macchina urbana che pongono a dura prova le forme tradizionali di regolamentazione. Si tratta di far sì che lo spazio agricolo e forestale, da sempre trascurato nelle politiche pubbliche, entri realmente nella categoria delle “infrastrutture pubbliche di natura”. Tali differenti implicazioni trovano in luoghi emblematici dell’area romana un’eco particolare: qui le interferenze tra diversi “progetti di territorio”, siano essi impliciti o espliciti, hanno conseguenze spesso imponenti sul sistema insediativo e ambientale, e in definitiva sul paesaggio. Si intende dimostrare che attraverso il filtro del paesaggio, nelle dimensioni del piano, del progetto, della regolazione, la condizione di “campagna urbana” riserva spazi di manovra di grande innovatività.
Palazzo, A.L. (2005). Urbano e rurale. Dominanti tematiche. In PALAZZO A.L. (a cura di), Campagne urbane. Paesaggi in trasformazione nell'area romana (pp. 17-32). ROMA : Gangemi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/161533
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