Detailed documentary inquiries, particularly in Vatican sources, further then French and Swedish ones (Musée des Arts Decoratifs in Paris; National Museum and Royal Academy of Fine Arts in Stockholm), in addition to new confrontations with the legacy of eighteenth-century school of Fontana, let read in a new light the process of reconfiguration of the small building of medieval origin, the modest growth in size, but by the great significance in its results as crucial episode of the disclosure of “borrominismo” from Roman environment towards a European-wide scope. Located on the border between the sacral area of the Forum and the dense settlement of Suburra in Rome, grafted along a processional route of vital importance in pontifical cerimonies, the church was completely rebuilt around 1706-1708, according to language codes deriving from the great legacy of the Roman Baroque and urban scale scenic sensitivity. The building, the last work of Francesco Fontana, predestined to take up the heritage of father workshop, but died before going to site, thereby reveals significant relationships with contemporary designs of his friend and pupil Juvarra, emerging on the European stage, and the influences that the Roman school, thanks to reports by Juvarra, such as those with Giorgio Giosuè Törnquist, architect of the king of Sweden, exercises in new capital from Turin to Paris to Stockholm, till to the outset of neoclassical Berlin.

Approfondite indagini documentarie, in particolare presso fonti vaticane, francesi (Musée des Arts Décoratifs a Parigi) e svedesi (Museo Nazionale e Accademia Reale di Belle Arti di Stoccolma), accanto a nuovi confronti con l’eredità settecentesca della scuola dei Fontana, consentono di leggere sotto nuova luce il processo di riconfigurazione del piccolo edificio di origine medievale, dal modesto sviluppo dimensionale, ma dal grande significato nei suoi esiti barocchi, quale cruciale episodio di divulgazione del borromismo dall’ambiente romano verso un campo di applicazione di respiro europeo. Sorto sul confine tra l’area sacrale dei Fori e il denso abitato della Suburra, innestato lungo un percorso processionale di vitale importanza nel cerimonale pontificio, trae dai suoi connotati originari lo spunto per una completa ricostruzione intorno al 1706 secondo i codici linguistici e la sensibilità scenografica a scala urbana della grande eredità del Barocco romano. L’edificio, ultima opera di Francesco Fontana, erede predestinato a raccogliere il testimone di Carlo, ma scomparso prematuramente a cantiere in corso, svela così significativi apparentamenti con coevi progetti dell’amico e allievo Juvarra, emergente sulla scena europea, e con le influenze che la scuola romana, anche grazie al tramite di relazioni juvarriane, come quelle con, architetto del re di Svezia, esercita nelle nuove capitali, da Torino, a Parigi a Stoccolma, fino alle soglie della Berlino neoclassica.

Sturm, S. (2008). Il rapporto tra Francesco Fontana e Filippo Juvarra e la genesi del progetto per S. Maria della Neve. In Studi sui Fontana: una dinastia di architetti ticinesi a Roma tra Manierismo e Barocco (pp. 289-318). ROMA : Gangemi.

Il rapporto tra Francesco Fontana e Filippo Juvarra e la genesi del progetto per S. Maria della Neve

STURM, SAVERIO
2008-01-01

Abstract

Detailed documentary inquiries, particularly in Vatican sources, further then French and Swedish ones (Musée des Arts Decoratifs in Paris; National Museum and Royal Academy of Fine Arts in Stockholm), in addition to new confrontations with the legacy of eighteenth-century school of Fontana, let read in a new light the process of reconfiguration of the small building of medieval origin, the modest growth in size, but by the great significance in its results as crucial episode of the disclosure of “borrominismo” from Roman environment towards a European-wide scope. Located on the border between the sacral area of the Forum and the dense settlement of Suburra in Rome, grafted along a processional route of vital importance in pontifical cerimonies, the church was completely rebuilt around 1706-1708, according to language codes deriving from the great legacy of the Roman Baroque and urban scale scenic sensitivity. The building, the last work of Francesco Fontana, predestined to take up the heritage of father workshop, but died before going to site, thereby reveals significant relationships with contemporary designs of his friend and pupil Juvarra, emerging on the European stage, and the influences that the Roman school, thanks to reports by Juvarra, such as those with Giorgio Giosuè Törnquist, architect of the king of Sweden, exercises in new capital from Turin to Paris to Stockholm, till to the outset of neoclassical Berlin.
2008
978-88-492-1663-9
Approfondite indagini documentarie, in particolare presso fonti vaticane, francesi (Musée des Arts Décoratifs a Parigi) e svedesi (Museo Nazionale e Accademia Reale di Belle Arti di Stoccolma), accanto a nuovi confronti con l’eredità settecentesca della scuola dei Fontana, consentono di leggere sotto nuova luce il processo di riconfigurazione del piccolo edificio di origine medievale, dal modesto sviluppo dimensionale, ma dal grande significato nei suoi esiti barocchi, quale cruciale episodio di divulgazione del borromismo dall’ambiente romano verso un campo di applicazione di respiro europeo. Sorto sul confine tra l’area sacrale dei Fori e il denso abitato della Suburra, innestato lungo un percorso processionale di vitale importanza nel cerimonale pontificio, trae dai suoi connotati originari lo spunto per una completa ricostruzione intorno al 1706 secondo i codici linguistici e la sensibilità scenografica a scala urbana della grande eredità del Barocco romano. L’edificio, ultima opera di Francesco Fontana, erede predestinato a raccogliere il testimone di Carlo, ma scomparso prematuramente a cantiere in corso, svela così significativi apparentamenti con coevi progetti dell’amico e allievo Juvarra, emergente sulla scena europea, e con le influenze che la scuola romana, anche grazie al tramite di relazioni juvarriane, come quelle con, architetto del re di Svezia, esercita nelle nuove capitali, da Torino, a Parigi a Stoccolma, fino alle soglie della Berlino neoclassica.
Sturm, S. (2008). Il rapporto tra Francesco Fontana e Filippo Juvarra e la genesi del progetto per S. Maria della Neve. In Studi sui Fontana: una dinastia di architetti ticinesi a Roma tra Manierismo e Barocco (pp. 289-318). ROMA : Gangemi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/162323
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