Il saggio si occupa della concezione benjaminiana del tempo messianico e in particolare dell'interpretazione di Jacob Taubes del rapporto tra teologia e politica in Walter Benjamin e in Carl Schmitt . Benjamin, al contrario di Schimitt, che nell'interpretazione di Taubes cerca - e ciò sarà a fondamento della sua concezione totalitaria del potere - la ricostituzione dell'identità di mondano e spirituale, tiene distinti gli ambiti del profano e del teologico: nell'"effettivo stato d'eccezione" nega ogni presenza immediata e concreta del teologico nel mondano, e afferma la provvisorietà di ogni potere politico nella caducità propria della storia. La teologia benjaminiana è il messianismo, preso a servizio dal materialismo storico perché si produca, nel tempo messianico e nel ricordo come "Jetztzeit" e "stato d'eccezione" (sospensione dell'ordine politico-giuridico vigente) - e nell'azione che da esso può conseguire - la relazione tra il materialismo storico stesso (il politico) e la teologia come redenzione. Nel "Frammento teologico-politico" del 1920 Benjamin si occupa del problema di una teologia politica e di una politica come nichilismo: in esso il rapporto tra il messianismo (il teologico) e l'accadere storico (l'ordine del profano) è determinato dal loro porsi come direzioni contrarie ma complementari. L'ordine del profano è l'ordine dell'umanità libera che aspira alla felicità come passare e tramonto, "ritmo della natura messianica": proprio nel ribadire la centralità dell'immanenza e della caducità e nel non porsi come momento totale della verità teologica e dell'etica, l'ordine del profano che tende alla felicità (legata al ricordo) rivela la sua natura messianica, e in esso la natura si definisce messianica. Nel nichilismo di Benjamin la caducità, come caducità eterna, è il fondamento non ontologico della storia profana. Esso non è però tanto vicino all'"os mé" paolino come negazione del mondo terreno e antinomismo distruttivo che può compierlo, quanto a una visione anarchica e rivoluzionaria positiva e materialistica, cioè a un'affermazione della natura e dei bisogni dell'uomo. Natura che, pur aspettando la redenzione, la ottiene nel restare "natura [...] messianica per la sua eterna e totale caducità", nella felicità e nel ricordo.

Tagliacozzo, T. (2009). Messianismo e teologia politica in Walter Benjamin. In D.G. ILANA BAHBOUT (a cura di), Il messianismo ebraico (pp. 93-105). FIRENZE : La Giuntina [10.1400/176559].

Messianismo e teologia politica in Walter Benjamin

TAGLIACOZZO, Tamara
2009-01-01

Abstract

Il saggio si occupa della concezione benjaminiana del tempo messianico e in particolare dell'interpretazione di Jacob Taubes del rapporto tra teologia e politica in Walter Benjamin e in Carl Schmitt . Benjamin, al contrario di Schimitt, che nell'interpretazione di Taubes cerca - e ciò sarà a fondamento della sua concezione totalitaria del potere - la ricostituzione dell'identità di mondano e spirituale, tiene distinti gli ambiti del profano e del teologico: nell'"effettivo stato d'eccezione" nega ogni presenza immediata e concreta del teologico nel mondano, e afferma la provvisorietà di ogni potere politico nella caducità propria della storia. La teologia benjaminiana è il messianismo, preso a servizio dal materialismo storico perché si produca, nel tempo messianico e nel ricordo come "Jetztzeit" e "stato d'eccezione" (sospensione dell'ordine politico-giuridico vigente) - e nell'azione che da esso può conseguire - la relazione tra il materialismo storico stesso (il politico) e la teologia come redenzione. Nel "Frammento teologico-politico" del 1920 Benjamin si occupa del problema di una teologia politica e di una politica come nichilismo: in esso il rapporto tra il messianismo (il teologico) e l'accadere storico (l'ordine del profano) è determinato dal loro porsi come direzioni contrarie ma complementari. L'ordine del profano è l'ordine dell'umanità libera che aspira alla felicità come passare e tramonto, "ritmo della natura messianica": proprio nel ribadire la centralità dell'immanenza e della caducità e nel non porsi come momento totale della verità teologica e dell'etica, l'ordine del profano che tende alla felicità (legata al ricordo) rivela la sua natura messianica, e in esso la natura si definisce messianica. Nel nichilismo di Benjamin la caducità, come caducità eterna, è il fondamento non ontologico della storia profana. Esso non è però tanto vicino all'"os mé" paolino come negazione del mondo terreno e antinomismo distruttivo che può compierlo, quanto a una visione anarchica e rivoluzionaria positiva e materialistica, cioè a un'affermazione della natura e dei bisogni dell'uomo. Natura che, pur aspettando la redenzione, la ottiene nel restare "natura [...] messianica per la sua eterna e totale caducità", nella felicità e nel ricordo.
2009
978-88-8057-346-3
Tagliacozzo, T. (2009). Messianismo e teologia politica in Walter Benjamin. In D.G. ILANA BAHBOUT (a cura di), Il messianismo ebraico (pp. 93-105). FIRENZE : La Giuntina [10.1400/176559].
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