Il saggio si articola dichiaratamente in un processo metaforicamente analogo a quello traduttivo, come suggestivamente lo interpreta Brian Friel nel suo dramma ‘Translations’. Nella storia, il processo traduttivo viene attivandosi, secondo Friel, con Hugh O'Neill, ultimo capoclan gaelico della contea di Tyrone in Irlanda al volgere del secolo sedicesimo in quello successivo. Il personaggio storico si vede tradotto, "traslato" in mito (con il dramma dell'uomo che vede la propria "translation into a star") quando, secondo l'augurio del suo biografo Sean O'Faolain quasi mezzo secolo prima, il drammaturgo Brian Friel incentra, nel 1989, "Making History" sulla sua figura, la quale dialetticamente si traduce nel suo biografo che ne scrive la versione ufficiale della vita terminata in esilio a Roma, dove Paolo V lo ha accolto dopo il fallimento dell'impresa che mirava alla liberazione dell'Irlanda dal Britannico. Un diverso processo traduttivo, quello della back-translation o retrotraduzione, riconduce verso la lingua di origine dalla "target language" il drammaturgo statunitense di origine irlandese, Eugene O'Neill, alla figura dell"antenato esiliato. Con un sottile quanto labile gioco di travestimenti, infatti, O'Neill si fa carico, nella fiction del postumo “A Long Day's Journey into Night”, della propria complessa eredità genetica che riassume nel nome Tyrone. Attraverso l'analisi di alcuni passi dell'importante e sofferto lavoro teatrale di O'Neill, l'autrice del saggio -- avvalendosi anche della documentazione raccolta, aggiornata e pubblicata dal Pontifical Irish College con sede a Roma in occasione del quattrocentesimo centenario del "flight of the Earls" (2007) -- mostra come venga costruendosi un "supreme drama" che libera i personaggi dalla prigionia della storia famigliare per offrirli alla letteratura nel gioco delle identità in dialogo nel teatro -- tragico o comico, ma comunque all'insegna dello spettacolare.

The essay is constructed on a metaphorical process modelled on “translation” that has been activated, across history, through the figure of Irish County Tyrone Gaelic chief Hugh O'Neill at the turn of the fifteenth century and that is based on Brian Friel’s acclaimed play ‘Translations’. The historical character is translated into myth (reaching a "translation into a star") when the Irish playwright makes him a protagonist of his 1989 play, "Making History". It is the realization of O'Neill's biographer's (Sean O'Faolain's) dream of almost half a century before, when he writes of his final days as an exile in Rome and of how he had been welcomed there by Paul V after the unsuccessful adventure that had aimed at freeing Ireland from the British. A different translation process - that of backtranslation - leads playwright Eugene O'Neill (of Irish origin), who is seduced by his exiled ancestor, back towards the original language from the target language. With a subtle masquerading game O'Neill assumes the role - in “A Long Day's Journey into Night” - of Hugh O'Neill's heir summed up in the family name Tyrone. Through the analysis of O'Neill's suffered-through dramatic work, the author - on the basis of documents kept at Pontifical Irish College, searched through on the occasion of the four hundredth anniversary of the "Flight of the Earls" (2007) -- shows how a "supreme drama" is being created that frees the characters from the family history and offers them to the literary interplay of identities, among the comic as well as the tragic features at play in the spectacular quality of theatre.

Stefanelli, M.A. (2008). "Da O'Neill a O'Neill". In C.e.C. GIORCELLI (a cura di), Lo sguardo esiliato. Cultura europea e cultura americana fra decolonizzazione e radicamento (pp. 449-463). NAPOLI : Loffredo Editore.

"Da O'Neill a O'Neill"

STEFANELLI, Maria Anita
2008-01-01

Abstract

The essay is constructed on a metaphorical process modelled on “translation” that has been activated, across history, through the figure of Irish County Tyrone Gaelic chief Hugh O'Neill at the turn of the fifteenth century and that is based on Brian Friel’s acclaimed play ‘Translations’. The historical character is translated into myth (reaching a "translation into a star") when the Irish playwright makes him a protagonist of his 1989 play, "Making History". It is the realization of O'Neill's biographer's (Sean O'Faolain's) dream of almost half a century before, when he writes of his final days as an exile in Rome and of how he had been welcomed there by Paul V after the unsuccessful adventure that had aimed at freeing Ireland from the British. A different translation process - that of backtranslation - leads playwright Eugene O'Neill (of Irish origin), who is seduced by his exiled ancestor, back towards the original language from the target language. With a subtle masquerading game O'Neill assumes the role - in “A Long Day's Journey into Night” - of Hugh O'Neill's heir summed up in the family name Tyrone. Through the analysis of O'Neill's suffered-through dramatic work, the author - on the basis of documents kept at Pontifical Irish College, searched through on the occasion of the four hundredth anniversary of the "Flight of the Earls" (2007) -- shows how a "supreme drama" is being created that frees the characters from the family history and offers them to the literary interplay of identities, among the comic as well as the tragic features at play in the spectacular quality of theatre.
2008
978-8-87564-291-4
Il saggio si articola dichiaratamente in un processo metaforicamente analogo a quello traduttivo, come suggestivamente lo interpreta Brian Friel nel suo dramma ‘Translations’. Nella storia, il processo traduttivo viene attivandosi, secondo Friel, con Hugh O'Neill, ultimo capoclan gaelico della contea di Tyrone in Irlanda al volgere del secolo sedicesimo in quello successivo. Il personaggio storico si vede tradotto, "traslato" in mito (con il dramma dell'uomo che vede la propria "translation into a star") quando, secondo l'augurio del suo biografo Sean O'Faolain quasi mezzo secolo prima, il drammaturgo Brian Friel incentra, nel 1989, "Making History" sulla sua figura, la quale dialetticamente si traduce nel suo biografo che ne scrive la versione ufficiale della vita terminata in esilio a Roma, dove Paolo V lo ha accolto dopo il fallimento dell'impresa che mirava alla liberazione dell'Irlanda dal Britannico. Un diverso processo traduttivo, quello della back-translation o retrotraduzione, riconduce verso la lingua di origine dalla "target language" il drammaturgo statunitense di origine irlandese, Eugene O'Neill, alla figura dell"antenato esiliato. Con un sottile quanto labile gioco di travestimenti, infatti, O'Neill si fa carico, nella fiction del postumo “A Long Day's Journey into Night”, della propria complessa eredità genetica che riassume nel nome Tyrone. Attraverso l'analisi di alcuni passi dell'importante e sofferto lavoro teatrale di O'Neill, l'autrice del saggio -- avvalendosi anche della documentazione raccolta, aggiornata e pubblicata dal Pontifical Irish College con sede a Roma in occasione del quattrocentesimo centenario del "flight of the Earls" (2007) -- mostra come venga costruendosi un "supreme drama" che libera i personaggi dalla prigionia della storia famigliare per offrirli alla letteratura nel gioco delle identità in dialogo nel teatro -- tragico o comico, ma comunque all'insegna dello spettacolare.
Stefanelli, M.A. (2008). "Da O'Neill a O'Neill". In C.e.C. GIORCELLI (a cura di), Lo sguardo esiliato. Cultura europea e cultura americana fra decolonizzazione e radicamento (pp. 449-463). NAPOLI : Loffredo Editore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/162439
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