Prendendo spunto dal celebre sogno di Calpurnia nel "Julius Caesar" di Shakespeare, il saggio esplora il complesso uso drammaturgico del sogno in Shakespeare, e specula sulle conoscenze che presumibilmente il drammaturgo aveva delle teorie del sogno circolanti nell'Europa seicentesca. L'analisi del sogno di Calpurnia viene quindi inserita nel più ampio contesto delle teorie oniriche in auge nell'Inghilterra shakespeariana (da Artemidoro a Thomas Hill, via Cicerone, Macrobio e i popolari dreambooks), teorie che il drammaturgo mostra di conoscere, usare e, all'occorrenza, irridere. Accanto al ricchissimo corpus di teorie scientifiche o pseudoscientifiche del sogno esiste, nell'Inghilterra shakespeariana, un'altrettanto ricca tradizione di rappresentazioni letterarie del sogno (dalla Bibbia a Omero, da Sofocle a Virgilio, da Dante a Chaucer), in cui il sogno viene spesso usato come cornice narrativa per idee nuove e a volte rivoluzionarie. Nei suoi play Shakespeare gioca sapientemente con questa complessa tradizione di indagini religiose, filosofiche, letterarie e scientifiche sul sogno. "Julius Caesar", la grande tragedia di sogni che rilegge la storia romana attraverso l'opera di uno storico greco (Plutarco) tradotto da un umanista inglese (Thomas North), offre un caso interessante di tale commistione di linguaggi, saperi, intuizioni.

Corso, S. (2010). What Calphurnia knew. Julius Caesar and the language of dreams. In N.I. Maria Del Sapio Garbero (a cura di), Questioning Bodies in Shakespeare's Rome (pp. 171-190). GÖTTINGEN : V&R Unipress.

What Calphurnia knew. Julius Caesar and the language of dreams

CORSO, SIMONA
2010-01-01

Abstract

Prendendo spunto dal celebre sogno di Calpurnia nel "Julius Caesar" di Shakespeare, il saggio esplora il complesso uso drammaturgico del sogno in Shakespeare, e specula sulle conoscenze che presumibilmente il drammaturgo aveva delle teorie del sogno circolanti nell'Europa seicentesca. L'analisi del sogno di Calpurnia viene quindi inserita nel più ampio contesto delle teorie oniriche in auge nell'Inghilterra shakespeariana (da Artemidoro a Thomas Hill, via Cicerone, Macrobio e i popolari dreambooks), teorie che il drammaturgo mostra di conoscere, usare e, all'occorrenza, irridere. Accanto al ricchissimo corpus di teorie scientifiche o pseudoscientifiche del sogno esiste, nell'Inghilterra shakespeariana, un'altrettanto ricca tradizione di rappresentazioni letterarie del sogno (dalla Bibbia a Omero, da Sofocle a Virgilio, da Dante a Chaucer), in cui il sogno viene spesso usato come cornice narrativa per idee nuove e a volte rivoluzionarie. Nei suoi play Shakespeare gioca sapientemente con questa complessa tradizione di indagini religiose, filosofiche, letterarie e scientifiche sul sogno. "Julius Caesar", la grande tragedia di sogni che rilegge la storia romana attraverso l'opera di uno storico greco (Plutarco) tradotto da un umanista inglese (Thomas North), offre un caso interessante di tale commistione di linguaggi, saperi, intuizioni.
2010
978-3-89971-740-2
Corso, S. (2010). What Calphurnia knew. Julius Caesar and the language of dreams. In N.I. Maria Del Sapio Garbero (a cura di), Questioning Bodies in Shakespeare's Rome (pp. 171-190). GÖTTINGEN : V&R Unipress.
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