Nei secoli immediatamente precedenti la scoperta dell’America i mercanti europei, in particolare quelli italiani, trovarono nella Spagna meridionale una base fondamentale per gli scambi commerciali lungo le direttrici che mettevano in comunicazione l’area mediterranea con l’Europa nord-occidentale, rendendo possibile la circolazione di uomini, merci e ricchezze, ma anche di conoscenze, idee e nuovi strumenti. Quando i portoghesi diedero inizio ai loro viaggi lungo le coste dell’Africa, grazie ai collegamenti marittimi con Lisbona gli scambi di Siviglia si allargarono al pesce, all’oro ed agli schiavi africani, tanto che alla fine del XV secolo la città, insieme a Cadice, veniva definita la “capitale dell’oro” proveniente dal Sudan. Dopo la scoperta colombiana, divenuta famosa come porto sulle rotte marittime tra il Mediterraneo e le coste atlantiche orientali, Siviglia si trasformò in scalo internazionale dei traffici tra il Vecchio ed il Nuovo Mondo. La vivacità economica e la facilità di reperimento delle varie merci attirarono a Siviglia, già nei primi secoli dopo il Mille, mercanti di altri paesi, che progressivamente diversificarono i loro interessi ed iniziarono ad investire in vari settori. Alla fine del Medioevo le attività bancarie erano ancora piuttosto rudimentali, ma poiché tutti i gruppi sociali possedevano capitali da investire nei vari settori in espansione, la loro vitalità economica stimolò la creazione di strumenti finanziari adatti a sostenere e sviluppare la vita commerciale. In questo campo si distinsero i fiorentini ed i genovesi, in quanto fra le colonie di mercanti stranieri presenti a Siviglia, quella italiana tra il XIV ed il XV secolo era sicuramente la più importante. La complessità delle operazioni che si svolgevano a Siviglia ne fece così il centro economico del Regno, tanto che la città giunse nel Quattrocento ad ospitare la Casa de la Moneda (zecca) più importante di Spagna. Con il consolidamento delle loro attività, a partire dai primi anni del Cinquecento i mercanti italiani cominciarono ad acquistare terre e rendite (nel Vecchio e nel Nuovo Mondo), a ricoprire cariche pubbliche, civili ed ecclesiastiche, ad investire i loro patrimoni nella costruzione di palazzi che, allontanandosi dallo stile arabo, nella seconda metà del secolo cambiarono il volto della città.
D'Ascenzo, A. (2007). Siviglia e gli italiani fra Medioevo ed Età modera. In Cantù Francesca (a cura di), Scoperta e conquista di un Mondo Nuovo (pp. 167-178). ROMA : Viella.
Siviglia e gli italiani fra Medioevo ed Età modera
D'ASCENZO, ANNALISA
Investigation
2007-01-01
Abstract
Nei secoli immediatamente precedenti la scoperta dell’America i mercanti europei, in particolare quelli italiani, trovarono nella Spagna meridionale una base fondamentale per gli scambi commerciali lungo le direttrici che mettevano in comunicazione l’area mediterranea con l’Europa nord-occidentale, rendendo possibile la circolazione di uomini, merci e ricchezze, ma anche di conoscenze, idee e nuovi strumenti. Quando i portoghesi diedero inizio ai loro viaggi lungo le coste dell’Africa, grazie ai collegamenti marittimi con Lisbona gli scambi di Siviglia si allargarono al pesce, all’oro ed agli schiavi africani, tanto che alla fine del XV secolo la città, insieme a Cadice, veniva definita la “capitale dell’oro” proveniente dal Sudan. Dopo la scoperta colombiana, divenuta famosa come porto sulle rotte marittime tra il Mediterraneo e le coste atlantiche orientali, Siviglia si trasformò in scalo internazionale dei traffici tra il Vecchio ed il Nuovo Mondo. La vivacità economica e la facilità di reperimento delle varie merci attirarono a Siviglia, già nei primi secoli dopo il Mille, mercanti di altri paesi, che progressivamente diversificarono i loro interessi ed iniziarono ad investire in vari settori. Alla fine del Medioevo le attività bancarie erano ancora piuttosto rudimentali, ma poiché tutti i gruppi sociali possedevano capitali da investire nei vari settori in espansione, la loro vitalità economica stimolò la creazione di strumenti finanziari adatti a sostenere e sviluppare la vita commerciale. In questo campo si distinsero i fiorentini ed i genovesi, in quanto fra le colonie di mercanti stranieri presenti a Siviglia, quella italiana tra il XIV ed il XV secolo era sicuramente la più importante. La complessità delle operazioni che si svolgevano a Siviglia ne fece così il centro economico del Regno, tanto che la città giunse nel Quattrocento ad ospitare la Casa de la Moneda (zecca) più importante di Spagna. Con il consolidamento delle loro attività, a partire dai primi anni del Cinquecento i mercanti italiani cominciarono ad acquistare terre e rendite (nel Vecchio e nel Nuovo Mondo), a ricoprire cariche pubbliche, civili ed ecclesiastiche, ad investire i loro patrimoni nella costruzione di palazzi che, allontanandosi dallo stile arabo, nella seconda metà del secolo cambiarono il volto della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.