In questa nota si riassumono alcune considerazioni sulla dimensione territoriale della questione abitativa, più ampiamente esposte negli allegati (2) che contengono altre informazioni, in parte diverse, ma complementari a quanto segue. Come è noto, la recente diffusione abitativa al di fuori dei confini delle maggiori aree metropolitane ha portato a combinazioni insediative molto differenti nelle diverse ripartizioni territoriali del paese. Scopo di questo lavoro è porre a confronto la nuova geografia metropolitana dei sistemi abitativi con le dinamiche ‘disgiunte’ del settore edilizio e delle abitazioni. Le pagine che seguono cercano infatti di descrivere gli scenari abitativi, integrando nella misura del possibile le riflessioni sulla articolazione territoriale, le dinamiche della residenza e la variazione degli occupati. Le principali osservazioni sono le seguenti: - forse non è più possibile parlare di un sistema abitativo unitario, per la radicale disgiunzione tra politiche, pratiche d’uso, investimenti finanziari, ambiti che spesso procedono ciascun per conto proprio; - la dispersione abitativa e l’organizzazione di regione urbane vaste sono i binari su cui si modellano situazioni abitative differenti; - ne sono esempi la rivalutazione finanziaria degli immobili nelle città centrali, l’intensa espansione delle corone metropolitane, la perdurante scarsità di alloggio sia pur in ambiti territoriali limitati, il declino di vaste aree del sud e di prima industrializzazione; - le piattaforme territoriali risultano miste, dal punto di vista delle condizioni abitative; in particolare, sono compresenti ambiti urbani e territori produttivi diversi anche per il modo di regolazione dei mercati abitativi, ma interdipendenti per dinamiche più generali; tale situazione differenziata non dispone però di programmi e misure adeguate (del tipo programmi sovracomunali per la casa, come già avviene in altri paesi); - si aprono allora degli scenari dove la crescita dei territori è limitata dalle diverse situazioni problematiche riscontrate dal punto di vista abitativo (di costo, di surriscaldamento, di scarsità), che introducono anche rigidità sul mercato del lavoro e usurano, nel lungo periodo, il grado di coesione sociale.
Cremaschi, M. (2007). Piattaforme territoriali e scenari abitativi. In A. Clementi (a cura di), Reti e territori al futuro. materiali per una visione. ROMA : Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Piattaforme territoriali e scenari abitativi
CREMASCHI, Marco
2007-01-01
Abstract
In questa nota si riassumono alcune considerazioni sulla dimensione territoriale della questione abitativa, più ampiamente esposte negli allegati (2) che contengono altre informazioni, in parte diverse, ma complementari a quanto segue. Come è noto, la recente diffusione abitativa al di fuori dei confini delle maggiori aree metropolitane ha portato a combinazioni insediative molto differenti nelle diverse ripartizioni territoriali del paese. Scopo di questo lavoro è porre a confronto la nuova geografia metropolitana dei sistemi abitativi con le dinamiche ‘disgiunte’ del settore edilizio e delle abitazioni. Le pagine che seguono cercano infatti di descrivere gli scenari abitativi, integrando nella misura del possibile le riflessioni sulla articolazione territoriale, le dinamiche della residenza e la variazione degli occupati. Le principali osservazioni sono le seguenti: - forse non è più possibile parlare di un sistema abitativo unitario, per la radicale disgiunzione tra politiche, pratiche d’uso, investimenti finanziari, ambiti che spesso procedono ciascun per conto proprio; - la dispersione abitativa e l’organizzazione di regione urbane vaste sono i binari su cui si modellano situazioni abitative differenti; - ne sono esempi la rivalutazione finanziaria degli immobili nelle città centrali, l’intensa espansione delle corone metropolitane, la perdurante scarsità di alloggio sia pur in ambiti territoriali limitati, il declino di vaste aree del sud e di prima industrializzazione; - le piattaforme territoriali risultano miste, dal punto di vista delle condizioni abitative; in particolare, sono compresenti ambiti urbani e territori produttivi diversi anche per il modo di regolazione dei mercati abitativi, ma interdipendenti per dinamiche più generali; tale situazione differenziata non dispone però di programmi e misure adeguate (del tipo programmi sovracomunali per la casa, come già avviene in altri paesi); - si aprono allora degli scenari dove la crescita dei territori è limitata dalle diverse situazioni problematiche riscontrate dal punto di vista abitativo (di costo, di surriscaldamento, di scarsità), che introducono anche rigidità sul mercato del lavoro e usurano, nel lungo periodo, il grado di coesione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.