La chiesa di S. Massimo di Salerno fu fondata e dotata alla metà del IX secolo dal principe salernitano Guaiferio, capostipite di una dinastia che avrebbe retto il principato per circa centotrent’anni. A livello europeo, S. Massimo è uno degli esempi più celebri di chiese private, per la ricchissima documentazione che la riguarda e soprattutto per alcuni suoi singolari caratteri istituzionali, che rendono particolarmente evidente il rapporto fra chiesa e fondatori. Scopo dell’articolo è indagare le vicende della chiesa nel suo primo secolo di vita, come osservatorio privilegiato per descrivere l’evoluzione del potere e della società a Salerno e nel quadro più ampio del Mezzogiorno longobardo: i temi principali sono il rapporto fra principi e abati, il ruolo di S. Massimo come strumento di appropriazione dei beni fiscali, la chiesa come luogo di connessione fra patroni e società rurali.
Lore', V. (2013). La chiesa del principe. S. Massimo di Salerno nel quadro del Mezzogiorno longobardo. In E.A. BARONE G (a cura di), Ricerca come incontro. Archeologi, paleografi e storici per Paolo Delogu (pp. 103-124). Roma : Viella.
La chiesa del principe. S. Massimo di Salerno nel quadro del Mezzogiorno longobardo
LORE', VITO
2013-01-01
Abstract
La chiesa di S. Massimo di Salerno fu fondata e dotata alla metà del IX secolo dal principe salernitano Guaiferio, capostipite di una dinastia che avrebbe retto il principato per circa centotrent’anni. A livello europeo, S. Massimo è uno degli esempi più celebri di chiese private, per la ricchissima documentazione che la riguarda e soprattutto per alcuni suoi singolari caratteri istituzionali, che rendono particolarmente evidente il rapporto fra chiesa e fondatori. Scopo dell’articolo è indagare le vicende della chiesa nel suo primo secolo di vita, come osservatorio privilegiato per descrivere l’evoluzione del potere e della società a Salerno e nel quadro più ampio del Mezzogiorno longobardo: i temi principali sono il rapporto fra principi e abati, il ruolo di S. Massimo come strumento di appropriazione dei beni fiscali, la chiesa come luogo di connessione fra patroni e società rurali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.