Il saggio mette a confronto tre film dell’inizio degli anni Cinquanta - Journal d’un curé de campagne (Robert Bresson, 1951), La carrozza d’oro (Jean Renoir, 1952), Europa ’51 (Roberto Rossellini, 1952) – sotto il criterio di pertinenza costituito dal discorso religioso che viene svolto da ciascuno di essi. Ne risultano tre diverse sensibilità, legate in vario modo alla temperie del tempo, culturale (tutti e tre i film) e politica (quello di Rossellini). Il primo, di ascendenza pascaliana e giansenista, vive la problematica religiosa attraverso una “spoliazione dello stile” che apre la strada all’esprit de finesse, al coeur, all’intuizione del divino e fa della dimensione dell’ “attesa” della rivelazione il motore di un profondo radicamento umano nel mondo; motivo, questo, che risulta tanto più chiaro se si considera il rapporto tra il film e il romanzo “cattolico” di Georges Bernanos di cui esso è l’adattamento (una forma “moderna” in senso proprio di adattamento). Il secondo, ambientato in America latina nel Settecento (e centrato sul tema dell’arte dell’attore), presenta la Chiesa nella posizione di un potere politico che è sostanzialmente buono, poiché si dà nell’esercizio di un arbitrato al di sopra dei pregiudizi e degli interessi della corte e della nobiltà tra le quali l’opera è ambientata. Il terzo riflette il dialogo tra cattolici e marxisti che caratterizza l’intellighenzia italiana del periodo, e presenta la scelta spirituale ed evangelica della protagonista come irriducibile al magistero della Chiesa ufficiale da un lato e all’ideologia del progresso sociale di matrice marxista dall’altro.
DE VINCENTI, G. (2010). Il discorso spirituale nel cinema di Rossellini, Renoir e Bresson. In S.L. UTA FELTEN (a cura di), "Le Dieu caché?. "Lectura christiana" des italianischen un franzosischen Nachkriegskinos (pp. 71-86). TUBINGEN : STAUFFENBURG VERLAG.
Il discorso spirituale nel cinema di Rossellini, Renoir e Bresson
DE VINCENTI, Giorgio
2010-01-01
Abstract
Il saggio mette a confronto tre film dell’inizio degli anni Cinquanta - Journal d’un curé de campagne (Robert Bresson, 1951), La carrozza d’oro (Jean Renoir, 1952), Europa ’51 (Roberto Rossellini, 1952) – sotto il criterio di pertinenza costituito dal discorso religioso che viene svolto da ciascuno di essi. Ne risultano tre diverse sensibilità, legate in vario modo alla temperie del tempo, culturale (tutti e tre i film) e politica (quello di Rossellini). Il primo, di ascendenza pascaliana e giansenista, vive la problematica religiosa attraverso una “spoliazione dello stile” che apre la strada all’esprit de finesse, al coeur, all’intuizione del divino e fa della dimensione dell’ “attesa” della rivelazione il motore di un profondo radicamento umano nel mondo; motivo, questo, che risulta tanto più chiaro se si considera il rapporto tra il film e il romanzo “cattolico” di Georges Bernanos di cui esso è l’adattamento (una forma “moderna” in senso proprio di adattamento). Il secondo, ambientato in America latina nel Settecento (e centrato sul tema dell’arte dell’attore), presenta la Chiesa nella posizione di un potere politico che è sostanzialmente buono, poiché si dà nell’esercizio di un arbitrato al di sopra dei pregiudizi e degli interessi della corte e della nobiltà tra le quali l’opera è ambientata. Il terzo riflette il dialogo tra cattolici e marxisti che caratterizza l’intellighenzia italiana del periodo, e presenta la scelta spirituale ed evangelica della protagonista come irriducibile al magistero della Chiesa ufficiale da un lato e all’ideologia del progresso sociale di matrice marxista dall’altro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.