Sorto sulle tracce di un nucleo fortificato medievale, il santuario della Madonna del Sorbo costituisce un’emergenza significativa del processo di antropizzazione di un territorio densamente stratificato. In un paesaggio rupestre di origine etrusca, poi colonizzato dalla conquista romana, nel cuore del sistema paesaggistico dell’ager veientanus, il complesso è arroccato su uno sperone roccioso, affiorando dalle pareti a strapiombo scavate nel complesso tufaceo dal fosso della Mola, con un dislivello di circa 200 m. tra il colle e la profonda gola di fondovalle. L’organismo architettonico denuncia la progressiva stratificazione strutturale, connessa alla particolare composizione morfologica e strategica della sua giacitura, attraendo, per le preponderanti caratteristiche rupestri e vedutistiche, l’attenzione di viaggiatori e incisori romantici, lasciando una memoria significativa anche nelle celebri Illustrated Excursions in Italy di Edward Lear (1846). Sopra un articolato sistema di ambienti ipogei, in parte riconducibili all'età etrusca, si sarebbe innestato il primo nucleo difensivo, comprensivo di una chiesa rimaneggiata più volte, affidata nel 1425 alla cura dei Carmelitani dell’antica osservanza. Questi realizzarono sulle preesistenze un primitivo organismo conventuale, ampliato entro il 1487 contestualmente alla riconfigurazione della chiesa, dotata di navate laterali, nuovo fronte sporgente, e di un nucleo devozionale absidale ulteriormente valorizzato nel 1516 con l’erezione dell’altare maggiore sotto il patronato degli Orsini e della comunità di Formello. A fine secolo XVI viene ampliata e soprelevata la parallela stecca del “dormitorio”, raggiungendo una sostanziale definizione dei volumi conventuali, che necessitano tuttavia nel corso del Seicento di ripetuti massicci interventi di restauro e consolidamento, a rimedio di evidenti fragilità dei corpi di fabbrica, in particolare nelle zone di fondazione della lunga stecca orientale. Con l’incentivazione delle funzioni santuariali, si registrano contestualmente anche numerose operazioni decorative e di allestimenti liturgici effimeri e permanenti, tra cui la la riorganizzazione degli altari laterali affidata a Carlo Fontana dal cardinale Flavio Chigi nel 1682. Dalla fine del secolo XVII fino alla metà del successivo la macchina conventuale viene perfezionata negli aspetti funzionali e produttivi, con la riorganizzazione dell’intera superfice di pertinenza tramite recinzioni murate, terrazzamenti, cordonate, percorsi connettivi in parte ipogei, finalizzati alla saldatura dei manufatti più antichi col sistema di grotte interrate e con le nuove addizioni (granaio, fienile, torri colombaie, pozzo, campanile, loggiato frontale), guadagnando una definitiva configurazione formale destinata tuttavia a una durata limitata, a causa dell’ abbandono della struttura a partire dal 1782 e del suo progressivo deterioramento, culminato nei gravi crolli in chiesa del secondo dopoguerra (1963-66).

Sturm, S. (2012). Architettura e significato del santuario della Madonna del Sorbo. In M.S. L. Mazzotti (a cura di), La Madonna del Sorbo. Arte e storia di un Santuario della Campagna Romana (pp. 168-201). Roma : Gangemi Editore.

Architettura e significato del santuario della Madonna del Sorbo

STURM, SAVERIO
2012-01-01

Abstract

Sorto sulle tracce di un nucleo fortificato medievale, il santuario della Madonna del Sorbo costituisce un’emergenza significativa del processo di antropizzazione di un territorio densamente stratificato. In un paesaggio rupestre di origine etrusca, poi colonizzato dalla conquista romana, nel cuore del sistema paesaggistico dell’ager veientanus, il complesso è arroccato su uno sperone roccioso, affiorando dalle pareti a strapiombo scavate nel complesso tufaceo dal fosso della Mola, con un dislivello di circa 200 m. tra il colle e la profonda gola di fondovalle. L’organismo architettonico denuncia la progressiva stratificazione strutturale, connessa alla particolare composizione morfologica e strategica della sua giacitura, attraendo, per le preponderanti caratteristiche rupestri e vedutistiche, l’attenzione di viaggiatori e incisori romantici, lasciando una memoria significativa anche nelle celebri Illustrated Excursions in Italy di Edward Lear (1846). Sopra un articolato sistema di ambienti ipogei, in parte riconducibili all'età etrusca, si sarebbe innestato il primo nucleo difensivo, comprensivo di una chiesa rimaneggiata più volte, affidata nel 1425 alla cura dei Carmelitani dell’antica osservanza. Questi realizzarono sulle preesistenze un primitivo organismo conventuale, ampliato entro il 1487 contestualmente alla riconfigurazione della chiesa, dotata di navate laterali, nuovo fronte sporgente, e di un nucleo devozionale absidale ulteriormente valorizzato nel 1516 con l’erezione dell’altare maggiore sotto il patronato degli Orsini e della comunità di Formello. A fine secolo XVI viene ampliata e soprelevata la parallela stecca del “dormitorio”, raggiungendo una sostanziale definizione dei volumi conventuali, che necessitano tuttavia nel corso del Seicento di ripetuti massicci interventi di restauro e consolidamento, a rimedio di evidenti fragilità dei corpi di fabbrica, in particolare nelle zone di fondazione della lunga stecca orientale. Con l’incentivazione delle funzioni santuariali, si registrano contestualmente anche numerose operazioni decorative e di allestimenti liturgici effimeri e permanenti, tra cui la la riorganizzazione degli altari laterali affidata a Carlo Fontana dal cardinale Flavio Chigi nel 1682. Dalla fine del secolo XVII fino alla metà del successivo la macchina conventuale viene perfezionata negli aspetti funzionali e produttivi, con la riorganizzazione dell’intera superfice di pertinenza tramite recinzioni murate, terrazzamenti, cordonate, percorsi connettivi in parte ipogei, finalizzati alla saldatura dei manufatti più antichi col sistema di grotte interrate e con le nuove addizioni (granaio, fienile, torri colombaie, pozzo, campanile, loggiato frontale), guadagnando una definitiva configurazione formale destinata tuttavia a una durata limitata, a causa dell’ abbandono della struttura a partire dal 1782 e del suo progressivo deterioramento, culminato nei gravi crolli in chiesa del secondo dopoguerra (1963-66).
2012
978-88-492-2335-4
Sturm, S. (2012). Architettura e significato del santuario della Madonna del Sorbo. In M.S. L. Mazzotti (a cura di), La Madonna del Sorbo. Arte e storia di un Santuario della Campagna Romana (pp. 168-201). Roma : Gangemi Editore.
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