Nel mondo culturale de entre siglos, Felipe Trigo (1864-1916) costituiva quasi un’anomalia sia per i temi trattati (forte presenza di erotismo-decadentismo) sia per l’ideologia che li sosteneva (social-anarchismo). La sua narrativa, pur non essendo paragonabile a quella dei grandi esponenti della cultura spagnola dell’epoca, rivela, però, anche un forte interesse per lo social come evidenziano El médico rural y Jarrapellejos. Nel suo approccio regeneracionista alla realtà spagnola del tempo, particolarmente significativo nel secondo romanzo, accanto alla piaga del caciquismo, emerge anche l’opposizione lingua/dialetto. E’ vero che Trigo riserva il dialetto a figure marginali e sinistre, identificandolo con l’ignoranza e l’asocialità, però la sua intenzione va oltre questa connotazione: i rappresentanti del potere non solo usano la lingua nazionale per marcare la propria superiorità, ma, dichiarando che era preferibile che “los braceros […] no leyesen”, finiscono per confermare che la lo loro forza e lo stesso sistema caciquil esistono proprio grazie all’ignoranza in cui è tenuto il popolo. Gli esempi di usi linguistici propri della Extremadura sono opportunamente supportati da riflessioni che partono dalla lettura di saggi e monografie recenti sul pluirilinguismo in Spagna.

Liberatori, F. (2006). Lingua e dialetto in Felipe Trigo. In Quaderno del Dipartimento di Letterature Comparate (pp. 339-352). ROMA : Carocci Editore.

Lingua e dialetto in Felipe Trigo

LIBERATORI, Filomena
2006-01-01

Abstract

Nel mondo culturale de entre siglos, Felipe Trigo (1864-1916) costituiva quasi un’anomalia sia per i temi trattati (forte presenza di erotismo-decadentismo) sia per l’ideologia che li sosteneva (social-anarchismo). La sua narrativa, pur non essendo paragonabile a quella dei grandi esponenti della cultura spagnola dell’epoca, rivela, però, anche un forte interesse per lo social come evidenziano El médico rural y Jarrapellejos. Nel suo approccio regeneracionista alla realtà spagnola del tempo, particolarmente significativo nel secondo romanzo, accanto alla piaga del caciquismo, emerge anche l’opposizione lingua/dialetto. E’ vero che Trigo riserva il dialetto a figure marginali e sinistre, identificandolo con l’ignoranza e l’asocialità, però la sua intenzione va oltre questa connotazione: i rappresentanti del potere non solo usano la lingua nazionale per marcare la propria superiorità, ma, dichiarando che era preferibile che “los braceros […] no leyesen”, finiscono per confermare che la lo loro forza e lo stesso sistema caciquil esistono proprio grazie all’ignoranza in cui è tenuto il popolo. Gli esempi di usi linguistici propri della Extremadura sono opportunamente supportati da riflessioni che partono dalla lettura di saggi e monografie recenti sul pluirilinguismo in Spagna.
2006
978-88-430-4402-3
Liberatori, F. (2006). Lingua e dialetto in Felipe Trigo. In Quaderno del Dipartimento di Letterature Comparate (pp. 339-352). ROMA : Carocci Editore.
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